la più importante zona archeologica della città
Il Foro Romano è la più importante zona archeologica della città, il luogo ideale per scoprire il “senso storico” che, come dice il grande scrittore T.S. Eliot, significa sentire la presenza degli uomini del passato come se fossero nostri contemporanei. Il Foro era il centro della vita pubblica della città, sorse dopo la bonifica della valle paludosa che si estendeva tra il Palatino e il Campidoglio nel VII sec. a.C. e l’ultimo monumento – la colonna commemorativa dell’imperatore Foca - vi fu eretto nel VII sec. d.C., esattamente 1200 anni dopo. Era qui che si concentravano le attività politiche, religiose e commerciali della Roma antica. Occorre mettere in moto l’immaginazione per vederlo come doveva apparire allora, colmo di costruzioni e persone provenienti da ogni parte dell’impero e che, come noi oggi, volevano visitare il simbolo dell’incredibile avventura che aveva condotto dei pastori a diventare padroni del mondo. I Romani attribuivano alle loro costruzioni un’importante funzione di comunicazione propagandistica, mirando ad un effetto di meraviglia, misto a timore. Basiliche per gli incontri d’affari e per l’amministrazione della giustizia; la Curia, sede del Senato; templi, archi trionfali, monumenti e statue. La zona era attraversata dalla Via Sacra lungo la quale passavano le processioni religiose e le parate trionfali. Con il volgere del tempo, furono costruiti dal lato opposto i Fori Imperiali, sia per sopperire alle maggiori esigenze di spazio, dovute all’aumento della popolazione, sia per solennizzare ancora di più la maestà dell’Impero. Nelle epoche successive, subentrata la decadenza, l’area abbandonata venne usata come cava di materiali per l’edilizia e, quando nel XVIII cominciarono i primi scavi archeologici, i suoi monumenti, in gran parte sepolti, erano usati come “campo vaccino” da mandrie e greggi.
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