autentico scrigno di tesori artistici
Situata nel verde del parco pubblico più amato dai romani, la Galleria Borghese è un autentico scrigno di tesori artistici, frutto del collezionismo del Cardinale Scipione Borghese, che nei primi del 1600 fece costruire questa villa nella proprietà suburbana donatagli dallo zio, papa Paolo V, proprio per collocarvi la sua raccolta. Per fruirne al meglio, è bene portare con sé all’interno della galleria l’impressione del parco e dell’aria aperta circostanti nella felice fusione di arte e natura che ormai riconosciamo come tipicamente romana. Si ritrova ancora, come ai Musei Vaticani, l’equivalenza tra “contenitore” e “contenuto”, in cui il valore artistico delle singole opere viene potenziato dalla ricchezza decorativa delle sale che le ospitano. Occorre tenere a mente che la Galleria Borghese nasce come collezione privata e che le opere e la loro disposizione non rispondono a criteri didattici (periodo, soggetto), ma riflettono piuttosto il gusto e gli intenti dei suoi antichi proprietari. Imperdibile la serie di sculture realizzate per il cardinale dal giovane Gian Lorenzo Bernini (Enea, Il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne, e il David) che sembrano volerci invitare a partecipare alle loro vicende, l’Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano, i capolavori di Caravaggio e la mirabile Principessa Paolina Borghese, sorella prediletta di Napoleone, ritratta dal Canova come Venere Vincitrice. Il Cardinale Borghese era famoso soprattutto come scopritore di nuovi talenti e per i metodi, spesso poco leciti, nell’ ottenere le opere che desiderava. Non esitò infatti a far trafugare la Deposizione di Raffaello da una chiesa di Perugia e fece imprigionare il pittore Domenichino che non voleva cedergli un quadro commissionatogli da un altro cardinale.
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