Itinerario nel Rinascimento a Roma

Itinerario nel Rinascimento a Roma

ha inizio dai Musei Vaticani

Durante il Medio Evo, la città di Roma fu abbandonata a causa del trasferimento
della corte papale ad Avignone, in Francia. L'assenza del pontefice provocò di
conseguenza un crisi economica che costrinse la popolazione ad abbandonare la
città. Questa, ridotta in miseria, divenne in breve un ammasso di rovine dove
pascolavano greggi e bovini. Ma dopo il 1418, anno in cui papa Martino V
ristabilì la sede pontificia a Roma, la città cominciò a rinascere e, alla fine
del XV secolo, tornò a essere la grande capitale di un tempo.

L'itinerario comincia dai Musei Vaticani, all'interno dei quali è possibile
visitare la Cappella Sistina, uno dei monumenti più famosi e visitati del mondo.

Voluta alla fine del XV secolo da papa Sisto IV dal quale prende il nome, la
cappella è l'esempio più emblematico del mecenatismo papale durante il
Rinascimento.
E' decorata con straordinari affreschi compiuti da Perugino, Ghirlandaio, Luca
Signorelli, Botticelli e Cosimo Rosselli, che erano alla fine del Quattrocento i
pittori più famosi attivi tra Toscana e Umbria. Successivamente la cappella,
destinata sia al papa sia al popolo di fedeli, fu abbellita dagli straordinari
dipinti compiuti da Michelangelo nel XVI secolo. Il grandissimo artista -anche
lui di origini toscane - realizzò gli affreschi della volta tra il 1508 e il 1512
e quelli della parete d'altare, con il celeberrimo Giudizio Universale, tra il
1534 e il 1541. I circa quattrocento personaggi che affollano il Giudizio sono
quasi tutti senza abiti e in alcuni di essi sono ritratti personaggi coevi
all'artista. Nelle sembianze di Minosse, con i fianchi cinti da un serpente che
gli morde i testicoli, è raffigurato Biagio da Cesena, cerimoniere papale mentre
nella pelle di San Sebastiano, morto scorticato vivo, è possibile riconoscere il
volto di Michelangelo. I nudi fecero gridare allo scandalo e, quando
Michelangelo era ancora in vita, furono in parte coperti da Daniele da Volterra
da allora detto il "braghettone". I restauri per la pulitura degli affreschi
della Cappella Sistina sono finiti nel 1999 e hanno consentito di riscoprire gli
intensi colori originari, offuscati per tanti anni dallo sporco.

Dai Musei Vaticani, dove è possibile vedere anche le Stanze di Raffaello,
dipinte tra il 1509 e il 1512 e l'Appartamento Borgia, affrescato alla fine del
XV secolo da Pinturicchio, si può arrivare Piazza San Pietro.

La piazza è dominata dalla chiesa più grande del mondo: la Basilica di San
Pietro. La cupola è opera di Michelangelo che progettò anche la pianta della
chiesa rinascimentale, ricostruita su quella paleocristiana per volontà
dell'architetto papale Donato Bramante che fece distruggere l'antica basilica.

Per questo motivo Bramante fu detto "Mastro ruinante". Del Buonarroti è anche la
bellissima Pietà, conservata nella prima cappella della navata laterale destra.
E' l'unica opera firmata dal grande artista: si narra che lo scultore,
arrabbiato perché nessuno sapeva chi avesse realizzato il capolavoro, decise di
incidere il suo nome sulla fascia che cinge il petto della Vergine. Michelangelo
lasciò inoltre impresso il suo monogramma M inciso nelle pieghe della mano
destra della Madonna, quella rivolta verso gli spettatori.

Da San Pietro, attraversando Ponte Vittorio Emanuele II, è possibile andare a
pranzo da Lilli, tipica trattoria romanesca, in Via Tor di Nona 26 (06 6861916).
In Via del Governo Vecchio 28 si trova invece Da Giovanni, frequentatissimo
alimentari specializzato in pizza ripiena!

Nei pressi di Piazza Navona si trova la bellissima chiesa di Santa Maria della
Pace con la facciata barocca di Pietro da Cortona. In realtà fu costruita per
volontà di Sisto IV, lo stesso papa che fece edificare la Cappella Sistina, alla
fine del XV secolo.
All'interno sono conservati affreschi del Peruzzi e di Raffaello (le Sibille).
Il chiostro è uno straordinario esempio di architettura rinascimentale ed è la
prima opera compiuta a Roma da Bramante.

Per immergersi completamente nell'atmosfera rinascimentale è sufficiente
perdersi nei vicoli del rione Parione, tra Piazza del Fico, Via di Parione, Via
del Governo Vecchio, Via di Monte Giordano e Via dei Coronari, famosa per i suoi
negozi di antiquariato. Guardare le facciate dei palazzi è un vero e proprio
piacere, al quale si aggiunge, sovente, lo stupore per la scoperta inaspettata
di un prezioso cortile.

Le zone limitrofe a Via della Pace, Piazza del Fico e Via del Governo Vecchio si
animano, dal tardo pomeriggio fino a tarda notte, con folle di persone che
rendono il quartiere uno dei più vivaci della città. Per mangiare o bere c'è
solo l'imbarazzo della scelta anche se per una pizza "romana" si consigliano
Baffetto a Via del Governo Vecchio e Il corallo nella strada omonima. Molto
carino é anche il ristorante Ciccia bomba in Via del Governo Vecchio 76 (06
68802108).

In Piazza Pasquino c'è la statua di Pasquino, la più celebre "statua parlante"
di Roma.

Sul torso della scultura antica, da secoli si affiggono frasi satiriche, le
cosiddette "Pasquinate", scritte da anonimi cittadini o celebri poeti come
Pietro Aretino e Gianbattista Marino.

Le statue parlanti erano almeno sei. Si conoscono ancora Madama Lucrezia in
Piazza San Marco; Marforio nel cortile del Palazzo Nuovo in Campidoglio; il
Facchino in Via Lata, l'Abate Luigi in Piazza Vidoni e il Babuino in Via del
Babuino.

Attraversando Corso Vittorio Emanuele, si giunge nel rione Regola, dove si
dispiegano altre strade rinascimentali. Via di Monserrato, che prende il nome
dal santuario spagnolo di Montserrat, si chiamava anticamente Via di Corte
Savella dalle carceri e i tribunali sui quali aveva giurisdizione la famiglia
dei Savelli. Lungo la via, molti sono i palazzi eretti tra il Quattrocento e il
Cinquecento tra i quali la Casa di Pietro Paolo della Zecca, il Palazzo
Incoronati (n. 152), Palazzo Ricci (n. 25) e quello al n. 117.

Frequentato nel Rinascimento da prostitute, l'edificio fu restaurato nel 1870
dal proprietario che, criticato per aver voluto modernizzare troppo la facciata,
fece incidere sull'architrave la frase "Trahit sua quemque voluptas" (Ciascuno è
mosso dal proprio piacere), intendendo così rivendicare il diritto di agire
liberamente. Via del Pellegrino è un tratto del rettifilo medievale che univa la
zona del portico d'Ottavia a Ponte Sant'Angelo.

Riordinata nel XV secolo dai papi Sisto IV e Alessandro VI, la strada ha ancora
alcune facciate di palazzi dipinti nel XVI secolo (n. 64-66). Al n. 58 abitò
Vannozza Cattanei, amante del cardinale Rodrigo Borgia, poi papa Alessandro VI,
dal quale ebbe i figli Lucrezia e Cesare, detto il Valentino. In fondo alla via,
verso Campo de' Fiori, sulla destra si apre un vicolo chiuso che conduce in una
corte molto pittoresca, l'Archetto degli Acetari, riprodotta in numerosi dipinti
e stampe.

In Via Monserrato 107 c'è Hollywood, negozio specializzato in video di film
d'autore con una straordinaria quantità di cassette da noleggiare o acquistare.
In Via del Pellegrino si può invece trovare la Libreria del viaggiatore la più
fornita a Roma sui viaggi.

Tra i palazzi più importanti e grandi del rione si annovera in Piazza della
Cancelleria il bellissimo Palazzo della Cancelleria costruito, nel XV secolo,
dal cardinale Raffaele Riario.

Titolare della chiesa di San Lorenzo in Damaso e nipote del defunto papa Sisto
IV, il Riario costruì il suo palazzo con i soldi vinti al gioco del dado ai
danni di Franceschetto Cybo, figlio del papa Innocenzo VIII. L'edificio,
straordinariamente imponente per essere la residenza di un cardinale, è stato
costruito su disegno di un ignoto architetto. Il progetto è attribuito oggi ad
Andrea Bregno coadiuvato probabilmente da Donato Bramante che ideò l'elegante
cortile.

Campo de' Fiori è certamente una delle piazze più caratteristiche di Roma, con
il suo mercato rionale e la statua di Giordano Bruno al centro. Il filosofo
domenicano fu arso vivo in Campo de' Fiori il 17 febbraio 1600 perché
considerato eretico (appoggiò la teoria eliocentrica di Copernico e Galilei, di
cui era amico). La statua fu scolpita da Ettore Ferrari nel 1887.

Non si può non segnalare il forno al n. 22 della piazza. La pizza, appena
sfornata, è una delle più buone di Roma. Campo de' Fiori la sera diventa un
luogo di ritrovo soprattutto per i giovani che frequentano la Vineria e i
ristorantini della zona. Per gli amanti della cucina romanesca si segnalano la
Carbonara (06 6864783) e l'Hosteria romanesca (06 6864024) dove si può mangiare
una buonissima amatriciana.

La strada più famosa del rione è sicuramente Via Giulia che si raggiunge
attraversando Piazza Farnese. Il palazzo che da' il nome a questo grande salotto
all'aperto è Palazzo Farnese, costruito da Antonio da Sangallo il Giovane per i
cardinale Alessandro Farnese, divenuto papa nel 1534 col nome di Paolo III (vedi
itinerario n.17). Terminato da Michelangelo, che realizzò la finestra centrale,
il cornicione e il terzo piano del cortile, l'edificio è sede, dal 1871,
dell'Ambasciata di Francia. Se i francesi lo consentono, è visitabile su
prenotazione telefonando al numero 06 686011. Entrare nel palazzo è un vero
privilegio visto che, fino a poco tempo fa, gli ambasciatori non gradivano
visite. All'interno dell'edificio si trovano la Galleria dei Carracci e la sala
dei Fasti Farnesiani, affrescata dal Salviati.

Sopannominato il Dado per la sua forma, il palazzo è stato da poco restaurato.
La pulitura della facciata ha riportato alla luce la policromia dei mattoni che,
disposti a losanghe, decorano la superficie.

Via Giulia prende il nome da papa Giulio II che la fece aprire, su progetto di
Bramante, all'inizio del Cinquecento, per istituirvi le sedi dei palazzi del
potere.

L'ambizioso progetto non fu però realizzato anche se fu iniziata la costruzione
del tribunale del quale ancora oggi si vedono, tra Via del Cefalo e Via del
Gonfalone, alcuni grossi blocchi di marmo, soprannominati dai romani i "sofà di
via Giulia", che costituivano la base della facciata. In via Giulia si trova il
cavalcavia dei Farnese, un ampio arco che crea uno scorcio romantico della via.

Fu realizzato nel 1603 per unire, scavalcando la strada, Palazzo Farnese con
alcuni edifici collocati di fronte. In questo tratto di strada si svolsero
alcune feste romane tra le quali il "palio de barberi e cavalli" nel 1638.

Per oltrepassare il Tevere si percorre Ponte Sisto, le cui origini risalgono al
II secolo dopo Cristo.

Il ponte attuale, sottoposto fino al 1999 ad un intervento di ristrutturazione e
di consolidamento, fu eretto, nella seconda metà del XVI secolo, sulle
fondamenta di quello antico, dal pontefice Sisto IV della Rovere, dal quale
prese il nome. In occasione del Giubileo del 1475, il ponte doveva infatti
congiungere le due sponde del fiume permettendo al rione Trastevere di avere una
diretta comunicazione con il resto della città.

Nel 1879 fu ampliato con le nuove passerelle laterali in ghisa, sospese su
mensoloni.

A Trastevere, da Piazza Trilussa, si arriva in Via della Lungara passando sotto
Porta Settimiana.

Nata, nel III secolo, come arco onorario dell'imperatore Settimio Severo, la
porta fu poi inglobata nella cinta muraria di Aureliano e ampliata nel XV
secolo. L'aspetto attuale si deve al papa Pio VI.

In Via Santa Dorotea 19 avrebbe abitato la Fornarina, amante di Raffaello. La
donna, immortalata nel celebre dipinto conservato nella Galleria Nazionale
d'Arte Antica di Palazzo Barberini, avrebbe dimorato anche in un'altra casa in
Via del governo Vecchio 48, come ricorda l'iscrizione nell'androne. In Via di
Porta Settimiana 8 si trova Romolo (06 5818284), uno dei più caratteristici
ristoranti di Trastevere. Il locale, con giardino interno, fu il preferito dal
poeta Trilussa.

L'itinerario rinascimentale non può che concludersi a Villa Chigi detta la
Farnesina in Via della Lungara 230.

Capolavoro architettonico di Baldassarre Peruzzi, la dimora suburbana fu
costruita all'inizio del XVI secolo per il ricco banchiere senese Agostino
Chigi. All'interno si conservano affreschi dello stesso Peruzzi, di Sebastiano
del Piombo, di Sodoma e Raffaello. E' un luogo straordinario la cui visita non
si può assolutamente perdere.
I banchetti organizzati da Agostino Chigi sono celebri per lo sfarzo che li
caratterizzava. Alla fine di un banchetto nel 1518 furono gettati nel Tevere,
tra lo stupore e lo sgomento degli ospiti, tutti i piatti e le posate d'oro con
i quali erano state offerte le vivande. Ma l'astuzia di Agostino Chigi fu tale
che numerose reti, precedentemente adagiate sul fondale del fiume, consentirono
il recupero delle preziose vettovaglie!

Lungo Via della Lungara si trova il Carcere di Regina Coeli, istituito alla fine
del XIX secolo e il cui nome deriva dalla preesistente chiesa di Santa Maria
Regina Coeli. Si tramanda che non vi siano romani "de Roma" che almeno una volta
non abbiano sceso "er gradino der Coeli", vale a dire il gradino che conduce
all'interno del carcere.

Per concludere la serata si può cenare a La scala, divertente bistrot dove si
può ascoltare anche musica live, Via della Scala 60 (06 5803763).

Orari musei e monumenti: Musei Vaticani e Cappella Sistina, Viale del Vaticano
Orario 8.45 - 15.45, chiusi domenica. Ingresso a pagamento. Villa Farnesina alla
Lungara, Via della Lungara 230, orario 9.00 - 13.00, chiusa domenica. Ingresso a
pagamento.

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