Conoscere Roma: Lacus Iuturnae

Conoscere Roma: Lacus Iuturnae

visita al Foro Romano

Breve nota: posizionato su un terreno di origine paludosa ma in seguito prosciugato, e situato fra il Palatino e il Campidoglio (due dei sette colli
di Roma), il Foro Romano vide le sue prime costruzioni intorno al VII sec. a.C. quando venne dato l'avvio all'edificazione di edifici adibiti alla vita
politica, giudiziaria, religiosa, commerciale e soprattutto sociale della città. Il recupero e restauro degli antichi edifici è stato avviato dal XVIII sec. e fino ad oggi continuano ad emergere nuovi reperti e resti di antiche costruzioni.

Lacus Iuturnae

Situata nei pressi del Tempio dei Castori, l'area venne dedicata alla ninfa Giuturna, sorella del leggendario re Turno, per la sorgente che vi si trovava e che venne identificata con la ninfa stessa. Le acque della sorgente venivano raccolte nel bacino ancora ben conservato che venne ricostruito verso la fine del II secolo a.C. Tale bacino è rivestito in marmo, copertura risalente all'età traianea, ed è di forma quasi quadrata. Al centro ha un basamento sul quale si trovavano le due statue dei Dioscuri, databili per la fine del II secolo a.C. (periodo dei lavori di ricostruzione del Lacus), di cui rimangono solo dei resti che sono attualmente conservati presso l'Antiquarium Forense; il posizionamento di tali statue era dovuto alla leggendaria apparizione dei gemelli presso la fonte presso la quale si sarebbero fermati per far abbeverare i cavalli mentre davano al popolo la notizia della vittoria romana presso il Lago Regillo contro i Latini (499 a.C.). Presso il bordo del bacino si trova il calco di un'ara di epoca traianea dove sono rappresentati in rilievo i due Dioscuri, Giove con Leda e Giuturna (la rappresentazione originale si trova presso l'Antiquarium Forense). Non molto lontano dal bacino si trova un insieme di piccoli monumenti anch'essi dedicati alla ninfa Giuturna: un'edicola probabilmente costruita in età traianea (quella che si può vedere è una ricostruzione con parti originali); un pozzo con doppia iscrizione di Marco Barbazio Pollione (edile curule ai tempi di Augusto) e infine i resti di un altare probabilmente di età severiana, dove sono presenti figure in rilievo che riproducono Turno e la sorella Giuturna (anche questo originale è situato presso l'Antiquarium Forense).

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