visita al Foro Romano
Breve nota: posizionato su un terreno di origine paludosa ma in seguito prosciugato, e situato fra il Palatino e il Campidoglio (due dei sette colli di Roma), il Foro Romano vide le sue prime costruzioni intorno al VII sec. a.C. quando venne dato l'avvio all'edificazione di edifici adibiti alla vita politica, giudiziaria, religiosa, commerciale e soprattutto sociale della città. Il recupero e restauro degli antichi edifici è stato avviato dal XVIII sec. e fino ad oggi continuano ad emergere nuovi reperti e resti di antiche costruzioni.
Lacus Curtius
Nei pressi della Colonna di Foca si può vedere un'area trapezoidale dove sono conservati i resti di tre pavimentazioni della piazza; guardando quest'area dal lato delle colonne onorarie si possono riconoscere le seguenti pavimentazioni: si possono riconoscere due pavimentazioni in travertino, una di epoca augustea, l'altra di epoca cesariana, mentre la pavimentazione in tufo è di epoca repubblicana. Sotto alla tettoia moderna si può notare un basamento in tufo di forma dodecagonale risparmiato intenzionalmente dalle pavimentazioni e quindi anteriore alle sistemazioni dell'area. L'area un tempo era una palude e rimase tale fino all'epoca di Augusto. Il nome Curtius sembra sia derivato da due storie: la prima narra di un cavaliere romano, Marco Curzio, che si sarebbe gettato in una voragine situata nella zona per sacrificarsi agli dei; la seconda leggenda narra invece di un capo sabino, Mezio Curzio, che sarebbe caduto con il cavallo sempre in una voragine nell'area. Nella realtà la storia era diversa; il nome derivò infatti dal quello del console Gaio Curzio che nel 445 a.C., per ordine del Senato, fece recintare il luogo perché colpito da un fulmine che avrebbe aperto una voragine.
|