Casa di Livia

Casa di Livia

adiacente alla Domus Tiberiana al Palatino

Adiacenti alla Domus Tiberiana, sono visibili i resti di una casa attribuita a Livia, la moglie di Augusto, dopo il ritrovamento di alcune condutture di piombo con l'iscrizione Iulia Augusta. All'abitazione, situata a un livello inferiore rispetto alle costruzioni precedenti, si può accedere tramite un corridoio in discesa caratterizzato da un pavimento a mosaico bianco e nero, che porta a un atrio coperto con due pilastri posti a sostegno del tetto. Sul lato di fondo si aprono tre ambienti di cui quello centrale è maggiore rispetto alle ali laterali mentre sul lato destro dell'atrio si apre un triclinio. La domus è databile al I secolo a.C., ma sono state riconosciute almeno due fasi successive di lavori: le mura in opera reticolata sono state datate all'inizio del I secolo a.C., mentre il rivestimento pittorico è datato intorno al 30 a.C. Il tablino risulta essere l'ambiente più importante dal punto di vista pittorico anche se gli affreschi sono ormai sbiaditi, rendendo così impossibile l'interpretazione delle scene. La parete di destra è tripartita da un portico a colonne corinzie poggianti su alte basi. Nell'edicola centrale è raffigurata Io, amata da Giove, che Mercurio libera dalla prigionia di Argo (la fanciulla siede ai piedi di una colonna che sostiene una statua, mentre a destra c'è Argo e Mercurio è posto a sinistra). A sinistra si può notare una finestra aperta che guarda su una strada cittadina animata da scene varie. Nel pannello centrale della parete di fondo è rappresentata la ninfa Galatea su cavallo marino mentre fugge da Polifemo. Nell'ambiente posto a destra del tablino, è ancora ben distinguibile la decorazione della parete sinistra, a riquadri, con festoni di foglie, fiori e frutta dai quali pendono simboli campestri, mentre in alto è visibile uno stupendo fregio su fondo giallo (ormai sbiadito) con scene di vita egizia. Nell'ambiente posto a sinistra del tablino le pareti sono decorate con un sistema analogo a quello degli altri due ma senza scene rappresentanti figure; la decorazione è costituita da colonne e pilastri sopra un basamento di finto marmo.

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