nel quartiere EUR
Dati sup. coperta mq 8.400; cubatura mc 205.000; altezza m.68.00
Progettisti G. Guerrini, E. B. La Padula, M. Romano Concorso Bandito il 15 luglio 1937. 2° premio: Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers e Ciocca 3° premio: Ridolfi 4° premio: Luccichenti 5° premio: Nordio
Inizio e fine lavori Nel 1938 risultano eseguite le fondazioni Il palazzo fu inaugurato il 30 novembre 1940
Destinazione attuale In parte l'edificio è tuttora utilizzato come spazio espositivo e congressuale.
Il progetto
Il progetto fu ampiamente modificato dalla Commissione, che si avvalse della norma contenuta nel bando che dava all'Ente la "facoltà di emendare e perfezionare" i progetti presentati, e non rispecchia completamente gli intenti progettuali degli autori i quali, infatti, non accettarono mai le "correzioni" apportate, ritenendo che fosse stata negata validità al palazzo in cui era stata frammentata e resa troppo ovvia la visione che La Padula accuratamente dipinse in una veduta, oggi conservata al MOMA di New York. Costruito su un alto basamento, che si raccorda ai piani stradali con due gradinate monumentali, l'edificio è costituito da un parallelepipedo a base quadrata di sette piani, l'ultimo dei quali è racchiuso dall'alto frontone di coronamento e prende luce solo dall'alto tramite dei lucernai posti sulla terrazza di copertura. Il corpo edilizio vero e proprio, di dimensioni minori rispetto al volume esterno, è avvolto da una possente quinta muraria, disegnata dal reiterarsi di nove fornici su ogni lato, una sorta di schermo alle grandi balconate quadrangolari che circondano ogni piano. La costruzione, che in origine doveva essere in muratura, fu poi realizzata, per ragioni economiche e di tempo, in cemento armato rivestito di lastre di travertino; le gradinate d'ingresso sono dominate da quattro gruppi scultorei rappresentanti i Dioscuri opera degli scultori P. Morbiducci e A. Felci. Sotto i fornici delle arcate al piano terra ventotto statue, di autori diversi, rappresentano le attività umane. All'interno un atrio centrale ospita lo scalone verticale, che sostituì le rampe del progetto originale. L'atrio stesso doveva essere caratterizzato da una colonna di vetro luminosa, che avrebbe rappresentato l'elemento conduttore della mostra dell'Olimpiade delle Civiltà programmata per l'E42, che non fu realizzata. La sistemazione esterna, anch'essa modificata rispetto al progetto di concorso, prevedeva ai piedi del basamento, un bacino d'acqua che avrebbe rinviato verso il basso, moltiplicandola, l'immagine surreale degli archi sulle facciate e dei gruppi scultorei del piano terra esaltandone l'aspetto monumentale. Le sostanziali revisioni al progetto originale che sicuramente, modificando il linguaggio architettonico, hanno privato il progetto di parte del suo effetto scenografico, non hanno comunque sminuito l'impatto visivo dell'edificio che, di fatto, vuoi per il richiamo stilistico agli archi romani ripetuti ossessivamente sulle quattro facciate, creando una facile similitudine con il Colosseo, vuoi per l'altezza e per la posizione dominante, che lo rende visibile da quasi tutti gli assi di avvicinamento al quartiere, è divenuto, nel tempo l'elemento di più immediata riconoscibilità dell'intero complesso dell'EUR.
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