nel quartiere EUR
Piazza delle Forze Armate e Mostra dell'Autarchia, del corporativismo e della previdenza sociale
Dati Sup. coperta mq 17.500; cubatura mc 229.400 Progettisti M. De Renzi, e G. Pollini
Concorso 1° grado novembre 1938 - marzo 1939. 2° grado marzo 1938 - giugno 1938.
Inizio e fine lavori Inizio lavori nel maggio del 1939. Nel ‘42 il complesso è solo parzialmente costruito.
Destinazione attuale Archivio Centrale dello Stato
Il progetto
La piazza delle Forze armate e gli edifici delle mostre erano indicati, nel piano di Piacentini, al termine del lungo cannocchiale ottico di uno dei tre assi d'attraversamento della via Imperiale. L’estremo opposto dell’asse visuale sarebbe stato occupato dalla chiesa dei SS. Pietro e Paolo. La commissione giudicò vincitori ex aequo, in secondo grado, i due progetti di Pollini e De Renzi; il primo per le scelte distributive interne e il secondo per la disposizione planimetrica del complesso e per la forma dei singoli edifici. Venne quindi proposta ai due progettisti una collaborazione in cui si giungesse ad una sorta di compromesso tra le due soluzioni progettuali. Il progetto definitivo, elaborato in collaborazione, mantenne nelle linee fondamentali i connotati del lavoro di De Renzi. Furono riproposti i tre corpi edilizi autonomi, racchiusi intorno allo spazio della piazza, il rapporto tra l’asse visuale e la disposizione degli edifici, la centralità dell’edificio principale e l’organizzazione della piazza stessa, ma il progetto fu arricchito con alcune delle indicazioni contenute nello studio di Pollini. Si sviluppò in maniera rilevante il carattere dell’edificio centrale, che assunse le caratteristiche di un possente contenitore in muratura, all’interno del quale veniva "protetta" la grande sala di riunione, coperta a volte e circondata da due file di colonne. Il prospetto principale era costituito da una grande parete, staccata dal resto dell’edificio e priva di aperture, sulla quale due serie di piccole volte indicavano le quote dei piani della costruzione. Una serie di pilastri lasciavano intravedere il piano terra dell’edificio e la scala d'accesso al primo piano. L’estrema concretezza dell’edificio centrale era contrastata dalla leggerezza dei due corpi laterali, identici tra loro, sui cui prospetti, "svuotati" da una teoria di pilastri e colonne a tutta altezza, non era, di fatto, percepibile la massa muraria degli edifici. L’edificio centrale subì delle modifiche nel ‘39, quando il complesso cambiò destinazione, che ne snaturarono il ruolo di elemento emergente. Venne sostituito il muro di facciata con una serie di pilastri e colonne, analoga a quelle di corpi laterali, creando un sistema ripetitivo che determinò un appiattimento linguistico e formale rispetto alla versione precedente.
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