una festa antichissima
E’ quella di San Giovanni una festa antichissima, legata al solstizio d’estate e corrispondente a quello d’inverno che si ricorda a Natale o per San Antonio Abate. Nel medioevo si accendevano falò per scacciare streghe e influenze negative ma, in tempi più recenti, e soprattutto a Parma, si preferì accantonare queste vivaci suggestioni per esaltare di più l’aspetto gastronomico. Infatti, questa ricorrenza può definirsi piacevolmente, una festa parmigiana all’insegna dei “Tordèj d’arbètti” (tortelli d’erbetta) e “ad la rosàda ‘ad San Zvàn” (la rugiada di San Giovanni).
I tortelli d’erbetta sono stati creati da una “rezdora” al quanto geniale che, utilizzando i prodotti casalinghi come la ricotta, il burro, il formaggio e le erbette del suo orto, con l’immancabile farina bianca ha dato vita ad una tradizione meravigliosa ed… intramontabile. La ricorrenza di mangiare questo piatto richiede uno specifico cerimoniale, caratterizzato dall’allegria e dalla spensieratezza, da celebrarsi per lo più a gruppi familiari o tra amici, immancabilmente sotto le stelle, stagione permettendo, in aperta campagna, su di un prato o su di una terrazza, a diretto contatto con la natura per assicurarsi la famosa rugiada.
Come ogni festa, anche quella di San Giovanni ha la sua vigilia puntualmente dedicata dalle rezdore alla raccolta delle noci ancora verdi per fare il “nocino” e di tante erbe utili per la dispensa: ruta, verbena, menta, camomilla, malva, ecc… e ben s’intende, le erbette (le bietole da costa) per i tortelli!
Tortelli e rugiada costituiscono un antico inscindibile binomio. Per questo vuole la tradizione che si faccia tardi, e si oltrepassi la mezzanotte per ricevere quella misteriosa benefica rugiada, considerata un balsamo prodigioso per allontanare i malanni del corpo, un portafortuna, che può divenire anche un ottimo filtro d’amore.
da www.turismo.parma.it
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