i più freddi dell'anno ...si dice
"Vuole una leggenda che un tempo i merli fossero bianchi, vestiti di piume candide come la neve; ma un brutto giorno tre di loro caddero in disgrazia di un terribile vecchiaccio chiamato Gennaio . …Era quello un inverno con tanta neve e con lunghe giornate melanconiche ed uggiose. Stanchi di questo una famiglia composta da tre merli uscì dal pagliaio, dove stavano svernando, per tornare nel bosco, sfidando la stagione. Si dimenticarono però che la primavera era ancora lontana e trovarono il bosco muto ed inospitale coperto completamente di neve. Sembrava che tutto fosse congiurato contro di loro. I poveri uccelli con molta fatica riuscirono a costruirsi un nido per avere un semplice riparo. In quel momento passò di lì un vecchietto ricurvo su se stesso, freddoloso e triste, diretto verso i limiti del bosco: era Gennaio. I tre merli cominciarono ad insultarlo e a mandarlo via. Il vecchietto, ormai alla fine del suo cammino non fece caso a quelle ingiurie ma, ferito nell’intimo, volle dare una bella lezione a quegli sprovveduti. La mattina dopo, era il giorno 29 , si alzò di nuovo in una giornata ancora più malinconica con un freddo ancora più pungente così il giovane merlo decise di lasciare il nido e andarsi a rifugiare nel tepore del camino di una casa vicina; passò un altro giorno, il freddo divenne insopportabile e così anche la mamma decise di raggiungere il giovane merlo nel camino. Gennaio prima di finire il suo percorso chiese in prestito un giorno da Febbraio per poter compiere la sua vendetta. La neve riprese a scendere, il freddo fece esplodere le piante e il papà, infreddolito, sconfitto ed allo stremo delle forze, raggiunse moglie e figlio nel camino. I tre compagni di sventura, attesero pazientemente l’arrivo del bel tempo prima di lasciare il rifugio ma quando uscirono, con grande sorpresa e disgusto, si accorsero che le loro penne, prima bianche e candide, erano diventate nere e che il loro becco rosso si era ingiallito per il calore! Portarono con sé il segno di tale disavventura trasmettendo la tragica eredità ai loro discendenti."
da www.turismo.parma.it
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