praticata nella Alta Val Ceno
Con l’arrivo della nuova stagione si ravviva il chioccolio dei ruscelli, alimentato dalle nevi che gli ridanno voce. I candidi richiami delle siepi di biancospino e dei ciliegi in fiore trapuntano il morbido tappeto da poco smaltato di tenero verde, mentre nel cielo abitualmente spazzato dal vento, sfrecciano gli uccelli, lanciando i loro richiami primaverili. Anche gli uomini associano la loro voce, il loro canto a quello del creato, nel primo giorno di maggio.
E’ il caso tipico dei Maggianti della Alta Val Ceno, che tenacemente mantengono vivo il costume di annunciare sulle ali del canto, l’arrivo della più bella stagione dell’anno. Non per nulla amano farsi chiamare “I Duri” che non mollano. La loro gran voglia di cantare, di dar lustro alla terra natale, il desiderio di comunicare, di dialogare in modo così espressivo ed originale con canto, con la gente della vallata, li spinge ogni anno a svolgere il ruolo di maggianti: sono giovani con la gioia e la spensieratezza dipinta nel volto, sono soprattutto gli anziani che da diversi anni compongono l’allegra carovana, gente del posto ma anche “strajè” (sparsi) per il mondo, che puntuali all’appuntamento tornano a casa in quel giorno, per indossare i foulard, un cappello di paglia infiorato, per imbracciare una fisarmonica e poi camminare per l’intera giornata a portare di casa in casa, di paese in paese, un cordiale annuncio di pace, di serenità e di abbondanza.
da www.turismo.parma.it
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