tra i principali edifici religiosi di Firenze
La chiesa iniziata nel 1268 e terminata nel 1476, conserva sui fianchi tracce dell'originaria struttura romanico-gotica. Nel 1771 fu in parte distrutta da un incendio che risparmiò l'esterno, la sagrestia e le Cappelle Brancacci e Corsini. Fu rifatta internamente da G. Ruggieri e G. Mannaioni, che la ultimò nel 1782. L`interno settecentesco, a croce latina, presenta un'unica navata. In fondo al braccio destro della crociera si apre la famosa Cappella Brancacci (1386). Recentemente restaurata, è stata separata dal resto della chiesa per limitare il numero dei visitatori per volta, che con il respiro aumentano l'umidità dell'aria rischiando così di danneggiare gli affreschi, oltre che per evitare a coloro che entrano di disturbare il servizio religioso. Si entra nella cappella attraverso un bel chiostro e, salendo le scale, ci si trova faccia a faccia con i capolavori di Masaccio raffiguranti scene della vita di San Pietro e del peccato originale. Nel 1425 Felice Brancacci commissionò a Masolino la decorazione della cappella di famiglia. L'artista dipinse alcuni pannelli prima di chiedere a Masaccio, suo allievo, di aiutarlo. Fra il 1425 ed il 1427 Masaccio rivoluzionò lo stile pittorico del tempo. Invece di applicare le convenzioni stilistiche stabilite da Giotto più di un secolo prima, come la maggior parte dei suoi contemporanei facevano rappresentando le persone quasi immobili nei loro movimenti su sfondi fantasiosi, Masaccio diede ai propri personaggi l'espressione e i gesti della gente di strada rendendole così figure convincenti e dipingendo sfondi altrettanto reali. Chiamato a Roma nel 1428, Masaccio vi morì, lasciando incompleta la Cappella Brancacci. I Brancacci si resero ben presto conto dell'unicità della cappella e la lasciarono così come Masaccio l'aveva interrotta. Essa rimase, anche dopo l'esilio della famiglia nel 1436, il modello di tutti i capolavori del Rinascimento. Si racconta che il naso rotto di Michelangelo derivi da una discussione che egli ebbe con Pietro Torrigiani, dopo averlo deriso perchè intento a copiare gli affreschi nella cappella. Completata agli inizi del 1480 da Filippino Lippi, la cappella offre un'occasione unica per confrontare gli stili del primo, del medio e dell'alto Rinascimento.
Iniziando, sulla destra troviamo la Tentazione di Eva di Masolino, mentre sulla sinistra si trova la Cacciata dal Paradiso Terrestre di Masaccio. Fin da adesso si possono confrontare i differenti stili pittorici. I pannelli sottostanti sono di Filippino Lippi. Il grande pannello sulla destra che rappresenta San Pietro che guarisce uno storpio è opera di Masolino anche se probabilmente lo storpio è di Masaccio. Anche lo sfondo è sicuramente di Masaccio. Di Filippino Lippi è la sottostante Crocifissione di San Pietro: la persona rappresentata di profilo sulla sinistra dell'affresco è il Botticelli, maestro del Lippi. Di Masolino è la Predica di San Pietro, mentre di Masaccio sono gli affreschi che rappresentano Il Battesimo dei Neofiti, La Distribuzione delle Elemosine e la Morte di Anania, San Pietro Risana con la sua Ombra gli Infermi. Il Vasari ci riferisce che il giovane all'estrema destra del gruppo centrale di figure ne Il Pagamento del Tributo di Masaccio, prima grande scena monumentale di tutto il Rinascimento, sia Masaccio stesso. Il pannello sottostante raffigurante San Pietro in Cattedra e La Resurrezione del Figlio di Teofilo sono le ultime scene dipinte da Masaccio e ultimate da Filippino Lippi. Sembra che la figura all'estrema destra ne San Pietro in Cattedra sia Filippo Brunelleschi bianco e rosa.
Piazza del Carmine tel. 055.212331 ingresso: 8.00 - 12.00; 16.00 - 18.00 biglietto: Ingresso gratuito
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