su progetto di Baccio d'Agnolo
Nel 1405 si costituì a Firenze una confraternita dedicata a San Giuseppe che si riuniva in un piccolo oratorio situato presso il vicino Ospedale dei Tempio. Un dipinto, raffigurante la Vergine col Bambino, posto in un angolo di via San Giuseppe divenne oggetto di culto popolare perché si diceva che compisse miracoli. La devozione a questa immagine crebbe a tal punto che con le offerte e le elemosine raccolte dalla Confraternita si poté costruire l'edificio attuale. Il progetto, come attesta il Vasari, è di Baccio d'Agnolo (1462-1543). La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1519; nel 1522 fu consacrata a San Giuseppe e a Santa Maria dei Giglio, mentre i lavori terminarono nel 1583. In quello stesso anno, per intervento di Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana, la chiesa passò dalla Confraternita di San Giuseppe ai frati minimi di San Francesco di Paola che vi dimorarono fino al 1784 quando vennero espulsi dal Granduca Pietro Leopoldo di Toscana. Successivamente la chiesa fu dichiarata parrocchia e passò al clero secolare. I Lorena tuttavia mantennero il patronato sulla chiesa e nella seconda metà del sec. XVIII ne promossero il rifacimento che ha conferito all'interno l'aspetto attuale. La facciata, in stile settecentesco, ha subìto interventi fino alla metà dell'ottocento. Essa appare semplice ed elegante nelle superfici circoscritte da larghe lesene doriche e con un frontespizio triangolare. Al centro, sul bel portale, si apre un'ampia finestra. L'interno è ad unica navata con tre cappelle per lato; il soffitto è caratterizzato da una volta a botte lunettata con un affresco centrale, opera di Sigismondo Betti eseguito nel 1754. Il pavimento, rifatto dopo l'alluvione del 1966, è in cotto mentre tutti i gradini sono in pietra serena. La prima cappella a destra, dove si trova il fonte battesimale, ha un bellissimo pavimento in marmi policromi eseguito dal 1844 al 1853 che attesta la magnificenza di tutto l'impianto prima dell'alluvione.
Nel coro e nella controfacciata sono disposte nove tele di Francesco Bianchi Buonavita (sec. XVII) datate 1650, raffiguranti Storie di San Francesco di Paola. Nell'abside, dietro l'altare, è collocato un bell'organo settecentesco costruito dalla bottega Agati di Pistoia. L'-altar maggiore è in marmo intarsiato della bottega dell'Arte dei Mosaico, 1930.
Via delle Casine tel. 055 2476089 ingresso: ore 17.00 - 19.00 biglietto: Ingresso gratuito
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