simbolo della città emiliana
Sorge nel 1281 per iniziativa di Alberto Scoto, capo della Università dei Mercanti e potente signore della città, che ne affida la costruzione agli architetti piacentini Pietro da Cagnano, Negro dè Negri, Gherardo Campanaro e Pietro da Borghetto, destinandola a sede del Governo cittadino. L'edificio, pur sottoposto nel corso dei secoli a lavori di ammodernamento, non si sottrasse alla rovina del tempo, divenendo oggetto negli anni intorno alla Unità d'Italia, di un Vivace dibattito riguardante le modalità del restauro architettonico. Tale dibattito coinvolse eminenti studiosi dell'epoca, da Giuseppe Mengoni a Camillo Boito a Giuseppe Telamoni, schierati sugli opposti fronti del ripristino integrale di ciò che si pensava fossero le strutture originarie e la concomitanza distruzione delle aggiunte successive, o a favore di un recupero che conservasse invece proprio le sovrapposizioni posteriori. Nel 1871 sulla scia della prima posizione iniziò il riassetto del palazzo, qui denominato Gotico. Fu tra l'altro, riportata alla luce la torretta medievale dell'angolo nord-est, murata durante il XVI secolo, e rifatta tutta la parte terminale del monumento, sino alle merlature di coronamento. Oggi la facciata risulta spartita in due ordi1i. Quello inferiore è distinto da cinque possenti arcate a sesto acuto che determinano un portico a due navate coperto da volte a crociera, il superiore, in laterizio è ritmato invece da sei finestroni a tutto sesto arricchiti da svariati ornati di cotto. Tra la quarta e la quinta finestra è ospitata entro un nicchia, una statua raffigurante Maria con il Bambino (XIII sec., oggi al museo civico) proveniente dalle vicina chiesa di S. Francesco, mentre nella torretta centrale è lo storico campanone, utilizzato in passato per radunare il popolo in particolari occasioni. I fianchi dell'edificio presentano soluzioni analoghe al fronte, quello di sinistra retto da tre arcate e con coro1amento a cuspide, è illuminato da tre trifore sormontate da un rosone, in quello di destra è invece visibile, al di sopra delle trifore, un'esafora rettangolare sostenuta da colonnette binate. Varcato il porticato e giunti nel cortile si può, percorrendo lo scalone a destra, raggiungere il vasto salone rettangolare con tetto a capriate, frutto dei restauri del 1884. Sulla sinistra del Palazzo Gotico, nella piazzetta dei Mercanti, si erge il palazzo dei Mercanti a due piani e con vasto portico. Già sede del Collegio della Mercanzia di Piacenza e riedificato tra il 1679 e 97, venne donato al Comune dalla duchessa Maria Luigia (1840). Oggi vi si raduna il Municipio, utilizzando la spaziosa sala consigliare al primo piano ripristinata nel 1858.
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