nell'omonima via
Le sagome generali del palazzo possono essere fatte risalire alla fine del X secolo, sebbene alcune sue parti quali le finestre ad arco di chiaro imposto medievale, inducano a ipotizzarne un'origine più antica. Fu probabilmente eretto dai Fontana, una delle famiglie più note della città, pervenendo nel 1692 ai monaci di S. Sisto, che lo cedettero nel 1699 al conte Gian Giacomo Gazzola. Il figlio di questi, Felice, generalissimo d'artiglieria nell'esercito spagnolo, destinò alla sua morte (1780) parte dei beni alla istituzione di una Scuola d' Arte che si aprì di fatti al pubblico nel 1781 funzionando sino ai nostri giorni. La fabbrica si presenta all'esterno in mattoni a vista. Varcato l'ingresso di via Tommaseo sormontato dallo stemma dei Gazzola, ci si immette in un androne voltato a botte, che conduce in un cortile quadriportico con archi a tutto sesto retti da colonne in granito e capitelli ionici. Il loggiato superiore, raggiungibile mediante un imponente scalone, presenta invece capitelli d'ordine dorico, assegnabili al XV secolo. Gli interni del complesso subirono numerosi rimaneggiamenti. Ne118731'ala sud del palazzo che si affaccia su via Gazzola, fu sopraelevata per dotare la scuola di nuove e più funzionali aule e nel 1930 parte dei locali furono concessi al Comune che li riadattò per sistemarvi il nascente Museo Civico (ora a Palazzo Farnese). L'istituto conserva nei suoi ambienti un discreto gruppo di opere d'arte, provenienti per lo più da vari lasciti. Si segnalano la Adorazione del Bambino di Bonifacio dè Pitati (1487-1553) e alcuni dipinti del neoclassico Gaspare Landi. Ampiamente documentata risulta inoltre la scuola della pittura piacentina tra XIX e XX secolo. La famosa collezione di armi antiche, donata all'Istituto nel 1849 dal conte Antonio Parma, è stata invece trasferita nel 1975 a Palazzo Farnese.
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