a cura di Federcamping Faita Sardegna
Parafrasando la canzone degli Stadio che recita: “chiedi chi erano i Beatles, chiedilo a una ragazza di quindici anni di età…” potremmo chiedere alla medesima quindicenne cos’era una “Zingarella”. Con buona probabilità anche in tal caso non saprebbe rispondere, sebbene la “Zingarella”, tenda canadese prodotta da Bertone a cavallo degli anni sessanta/settanta, caratterizzò un’epoca e fece conoscere i campeggi agli italiani, così come la seicento mise loro le ruote.
Banale dire che le cose oggi, dopo circa quarant’anni, sono cambiate evolvendosi. Non ci sono più i Beatles, i 45 giri, i jukebox (e neppure le lire da infilarci dentro) ma tanti di noi continuano ad ascoltare la musica dei baronetti inglesi e molti altri (che non c’erano) hanno imparato ad apprezzarla; non c’è più la “Zingarella”, la “Roller” (che era un po’ la Fiat nella produzione delle roulotte) e non ci sono nemmeno più quei campi dove molte tende, qualche roulotte, uno spaccio e un po’ d’ombra sotto stuoie di canne, rappresentavano le caratteristiche sufficienti a far definire “campeggio” un qualunque appezzamento di terreno vicino al mare.
Oggi “gestire un Campeggio” significa rivolgersi ad una platea sempre più vasta di viaggiatori che considerano “l’ambiente naturale incontaminato” la condizione indispensabile per la scelta delle proprie vacanze ed uno degli impegni cui teniamo ottemperare, sin da quando raramente si dava alla parola ambiente un contenuto naturalistico, è proprio quello di garantire la conservazione di tale patrimonio, poiché senza ambiente naturale questo tipo di turismo cesserebbe di esistere.
Naturalmente ogni regione ha le sue specifiche caratteristiche e la Sardegna ha tutte quelle che l’elite europea dei frequentatori di campeggi ricerca. Quelli che per intenderci prendono in affitto Maxicaravan climatizzate e dotate di tutti i comfort, arrivano in Sardegna in aereo (e questo anche prima dei voli low cost!) oppure a bordo di fantastici S.U.V. Mercedes, Porche, Bmw… e distribuiscono sul territorio ricchezza in misura quasi doppia a qualunque altro tipo di turista, in quanto una delle caratteristiche del campeggio è quella di offrire solo quello che viene richiesto lasciando scegliere al viaggiatore dove e come spendere i suoi danari.
Nonostante ciò il Legislatore Sardo dopo averci prima ignorato e poi tollerato adesso ha deciso, inserendo nei P.P.R. (piani paesistici regionali) la norma che prevede l’allontanamento dei campeggi dalle coste, di toglierci di mezzo (mettendosi così contro le migliaia di campeggiatori sardi, le decine di migliaia di campeggiatori italiani ed i milioni di campeggiatori europei). Inoltre, premiandoci qualora decidessimo di tramutarci in albergatori, ci invita ad andare a spartire una clientela diversa (che tra l’altro non sappiamo servire) ed appena sufficiente (quando non scarsa) a soddisfare le necessità dei ns. colleghi albergatori sardi. Bene, se questa è la via che si intende seguire per incentivare il turismo in Sardegna, al sottoscritto pare quantomeno stravagante!
Che dire poi di chi può permettersi solo tre giorni di vacanza e solo a cavallo di ferragosto? Cosa racconteranno coloro che dovrebbero tutelare le classi meno abbienti per giustificare il fatto che come conseguenza all’allontanamento dalle coste dei campeggi il mare diventerebbe privilegio dei ricchi? Perché nonostante camper da 100.000 euro, piscine, tennis, wellness… questa rimane la forma più democratica di turismo che permette a tutti di godere le meravigliose spiagge sarde a prescindere dal loro ceto sociale.
Probabilmente un settore turistico che per “dare qualche numero” rappresenta in Sardegna circa il 30% del totale delle presenze certificate, meriterebbe una maggiore attenzione… probabilmente!
Federcamping Faita Sardegna Il Segretario Dott. Stefano Lampati
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