da aprile a metà luglio, poi settembre e ottobre
Con una superficie di circa 24.000 kmq., la Sardegna è per estensione la seconda isola del Mediterraneo dopo la Sicilia, vantando un patrimonio naturalistico tra i più importanti d’Europa e apprezzato da turisti provenienti da tutto il mondo. Un’isola incantata e interessante sotto diversi punti di vista: per il mare cristallino, per il vasto entroterra e per il carattere del suo popolo, fortemente insulare e legato alle tradizioni della propria terra. Regione autonoma a statuto speciale, formata dall’isola omonima e da numerose altre isole minori, tra le quali La Maddalena, l’Asinara, Caprera, Sant’Antioco e San Pietro, la Sardegna è bagnata ad est dal Mar Tirreno, ad ovest dal Mar di Sardegna, a sud dal Mar Mediterraneo ed è separata a nord dalla Corsica dalle Bocche di Bonifacio. Ha come capoluogo Cagliari ed è oggi, in seguito alla recente spartizione, divisa in otto province: Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari sono le “storiche, Olbia Tempio, Lanusei Tortolì, Sanluri Villacidro, Carbonia Iglesias le neoprovince, note anche, in ordine, come Gallura, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Iglesiente. In verità, se può giustificarsi la creazione del nuovo comprensorio Olbia Tempio - in precedenza dipendente dall’amministrazione di Sassari - data la discreta estensione del territorio e la sua importante realtà turistico economica (da sola rappresenta oltre il 40% della ricettività dell’intera regione), sfugge del tutto, almeno personalmente, l’esigenza di dare dipendenza a territori come il Medio Campidano e il Sulcis Iglesiente, ma anche quello dell’Ogliastra trova ben poche ragioni logiche. Ma tant’è e quindi prendiamo atto, e passiamo a tracciare un sintetico profilo di carattere storico. Nota all’antichità classica con il nome latino Sardinia, la regione vanta un profilo costiero diversificato che si estende per 1.850 km. (comprese isole minori), quasi un quarto di quello dell’Italia intera, caratterizzato da falesie, pareti a picco sul mare, profonde insenature, bianchi arenili e baie riparate. Il territorio interno, nonostante sia per la maggior parte costituito da aree collinari, dà al visitatore un forte impatto montuoso, a causa del suo aspetto irregolare e frammentato. I rilievi, in gran parte di natura granitica e sedimentaria, sono costituiti da una serie di gruppi montuosi (tra cui quelli del Marghine, del Goceano, del Gennargentu con i Supramontes, del Limbara, del Sulcis, dell’Iglesiente) culminanti a 1.834 m. nella Punta La Marmora del Massiccio del Gennargentu. Nel settore sud occidentale, fra Cagliari e Oristano, si estende per oltre 1.200 kmq. la pianura alluvionale del Campidano, la più vasta, mentre a nord, nel sassarese, si distende la Nurra. Proprio allo sbocco delle grandi pianure si trovano i litorali di maggiore estensione, dove è anche possibile incontrare suggestivi paesaggi dunali. I principali corsi d’acqua hanno in prevalenza carattere torrentizio e sono quasi tutti sbarrati da dighe che formano bacini artificiali: tra i maggiori il Tirso (158 km.), il Flumendosa (127 km.) e il Coghinas (123 km.); tra i minori il rio Mannu, il Cedrino, il Temo, il Liscia. L’unico lago naturale è il Baratz che sorge nella Nurra, mentre di rilevante importanza naturalistica sono i vari stagni costieri, prevalenti nelle zone di Oristano e Cagliari. Questa ricca varietà di paesaggi trova delle importanti associazioni con le varie specie di flora e fauna che li popolano. La vegetazione ha innanzitutto una forte rappresentanza di quercia, l’albero più diffuso della regione, nelle specie di roverella, leccio e sughera, quest’ultima presente dalla Gallura alla Barbagia settentrionale fino all’altopiano di Abbasanta e Oristano. In alcune zone intermedie del Gennargentu occidentale si segnala la presenza del castagno; non mancano infine residui di antiche foreste dell’Era Terziaria popolate da tassi e agrifogli. Nelle zone costiere e nel Supramonte si trovano ginepri e olivastri, mentre le distese cespugliose di mirto, lentisco, cisto e corbezzolo formano la ricca macchia mediterranea. La fauna, che comprende numerosi endemismi, vede la presenza di numerosissimi cinghiali, del cervo sardo, del muflone, animale simbolo dell’isola; tra gli altri mammiferi vi sono la volpe, la martora, il gatto selvatico, la lepre e il ghiro. Tra i volatili, il falco della regina, il falco pellegrino, l’avvoltoio grifone, l’aquila del Bonelli e l’aquila reale. Nelle zone umide l’avifauna comprende, tra gli altri, il fenicottero e il raro pollo sultano. L’universo marino è popolato dalle specie comuni del Mediterraneo e da rarità come le testuggini e la celebre foca monaca, localizzata nelle grotte della costa orientale.
Tutela ambientale
L’unicità del territorio sardo potrebbe essere considerato nella sua interezza un immenso parco naturale, nonostante le difficoltà nel conciliare gli interessi della tutela ambientale con quelli dell’economia turistica. Tra i parchi si individuano il Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, istituito nel 1996 con 180 km. di coste (20.000 ha.), il Parco Nazionale dell’Asinara, nato con legge del 1991 modificata nel 1997 (5.200 ha.), il Parco Nazionale del Gennargentu e Golfo di Orosei, istituito nel 1991 (73.935 ha.), il Parco Regionale Molentargius-Saline, del 1999 (1.622 ha.), il Parco Naturale Regionale di Porto Conte, del 1999 (5.200 ha.). Tra le riserve naturali si individua l’Isola di Caprera, mentre riserve marine sono Capo Carbonara, penisola del Sinis, Capo Cavallo, le isole di Budelli, Tavolara e Mal di Ventre. Il WWF ha individuato le oasi di Monte Arcosu-Monte Lattias e quella di Seu; oasi LIPU è quella di Carloforte. Tra le zone umide si segnalano la Peschiera di Corru S’Ittiri, S’Ena Arrùbia e aree adiacenti, gli stagni di Càbras, di Cagliari, di Mistras e di Molentargius.
Ora più bella che mai
Ha inizio in questi primi giorni di aprile un periodo, lungo tre mesi circa, o poco più, poichè ha termine attorno alla fine della prima quindicina di luglio, tra i più belli per visitare quest’isola, per apprezzarne appieno tutte le sue peculiarità. Segue poi la cosidetta alta stagione, periodo per fare turismo il, meno consigliato in assoluto, soprattutto per luoghi che hanno nell’ambiente e nella natura le sue carte più importanti da giocare. Visitare la Sardegna in agosto e pensare di capirla, di conoscerla, è un esercizio ardito, un convinzione assai astratta. Nella realtà sono i mesi che precedono l’aalta stagione e quelli che li seguono, settembre ed ottobre, che consentono di entrare a contato con la realtà più vera dell’isola, che occulta al grande flusso agostano il suo aspetto più bello, fatto di tratti di spiagge e costa meravigliosi, fatto di una natura, di un ambiente di rara bellezza, di siti archeologici, di borghi storici tra i più belli d’Italia e d’Europa. E fatta di tradizioni ed eventi folkloristici ancora fortemente legati alla cultura locale. Per questi motivi, e per altri mille, consiglio di imbarcarsi, in auto, in moto, in camper, a piedi (le compagnie di navigazione praticano in questi periodi tariffe che sono più basse del 50% e più rispetto all’alta stagione) per entrare a contatto con la vera Sardegna, quella che non si svela al grande flusso turistico. Un’idea è senz’altro quella di una vacanza itinerante, scegliendo un percorso che può toccare cinque o sei località, tra costa ed entroterra, coprendo una distanza che può stare attorno ai seicento/settecento chilometri, con tappe quotidiane di cento/centocinquanta e dedicare poi la giornata in visita ai centri storici, ai siti archeologici, a musei, a botteghe dell’artigianato locale, ma anche alle assolate spiagge, ampie e desolate in questo periodo, sulle quale abbandonarsi a tutte le più piacevoli letture, a momenti di puro relax. Una soluzione ricettiva può essere data dagli alberghi (quelli che escono dalla logica dell’apertura solo in alta stagione), oppure dai campeggi e villaggi turistici, dislocati un po lungo tutta la costa, capaci di offrire, già da ora, le migliori condizioni per una piacevole sosta, in un ambiente naturale, che privilegia spazi e libertà. I migliori riferimenti per questo tipo di ospitalità sono quelli dell’Associazione Faita Sardegna, con sede in Via Is Orrosas a Lotzorai, nel nuorese, tel. 0782.669461 fax 0782.669701, mentre i siti internet consigliati sono www.sardegna-camping.it o www.faitasardegna.it info@faitasardegna.it
Roberto Rossi
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