convento dei cappuccini, di Carbonara, chiesa dell’Annunziata ed altro
Meritevole di essere visitato a Giffoni Valle Piana è il Convento dei Cappuccini costruito alla fine del ‘500 nella località detta "Lo Tuoppolo". Nel 1817, dopo sei anni di chiusura, il Convento fu riaperto anche per volere del vescovo di Salerno monsignor Pinto. Nel 1873 fu chiuso di nuovo e solo nel 1903 fu riammessa la comunità religiosa. Nel 1955 venne costruito il secondo piano per ospitare lo studentato in teologia e filosofia. Da visitare è, inoltre, la Chiesa dell’Annunziata. Si presenta a croce latina e al suo interno si possono ammirare una tavola del '500, un pulpito ligneo del '700 ed una Via Crucis risalente al XVII secolo di proprietà del musicista Johan Strauss e donata alla parrocchia nel 1986 dall'Associazione Industriali di Baviera. Nel 1531 divenne sede della Diocesi. La Chiesa dell’Annunziata conserva la reliquia della Sacra Spina, che fu donata dai reali di Francia al celebre cardinale De Rossi, nativo di Giffoni che, a sua volta, la donò alla sua terra e, precisamente al Convento di San Francesco d’Assisi, ove fu conservata e venerata per ben quattro secoli, fino al 1806, quando il convento e la chiesa furono soppressi dalle leggi eversive ed abbandonati all’opera distruttiva del tempo.
Degno di visita è anche il Convento di Carbonara fondato nel 1490. Fu uno dei 4 conventi serviti dell'Italia Meridionale, conserva affreschi del ‘500 raffiguranti episodi della vita mariana. Sulla cima di una collina si erge il Castello di Terravecchia, è circondato da una cinta muraria che racchiude l’antico borgo medioevale fatto di viuzze acciottolate, stradine che si rincorrono, portali e fioriti giardini. La piazza Mercato è una delle più belle della provincia, vi si possono ammirare il palazzo baronale e la zampillante fontana vanvitelliana. A non più di trecento metri dalla piazza, nel rione Campo, sorge il tempio di Ercole; vi si accede tramite una apertura squadrata che fungeva da entrata, davanti alla quale, sul pavimento, c’è una lapide con la dedica ad un senatore romano dell’epoca. Al centro c’è un frammento di una colonna di mattoni romani ed il pavimento presenta, in qualche punto, segni di mosaico. Nella zona Piani, alle pendici del monte Acellica, oggi parte del Parco Nazionale dei monti Picentini, vi è la grotta dello Scalandrone, antico rifugio di briganti, luogo paradisiaco per gli amanti di speleologia.
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