leggende romane
Dietro piazza Navona, nella piazzetta omonima del rione Parione, all'angolo di Palazzo Braschi, sta ritorta e consunta dalle chiacchiere e dal tempo la statua di Pasquino. Pasquino, la voce dello sberleffo e della satira, crudele e spietatissimo, pronto a mettere alla berlina potenti e porporati! All'antico torso greco, trovato nell'area in cui attualmente sorge palazzo Braschi, il nome Pasquino venne dato casualmente e fin dal 1500 invalse l'uso, frutto della necessità popolare di dare sfogo al risentimento contro i soprusi, d'attaccarvi biglietti satirici e provocatori alla base. Nonostante l'origine delle pasquinate fosse questa, la fantasia popolare, alimentata da tanti scrittori che costruirono sull'origine di Pasquino un'epopea di storie, diede vita ad una serie di leggende, tra le quali si impose quella di un Pasquino sarto, bottegaio di Parione, dalla lingua tagliente e puntuta come le sue forbici e i suoi aghi, che, a lavorare le vesti papali, veniva a conoscenza delle sozzure della corte e non riusciva proprio a tenerle per sé! A Pasquino diedero voce, nei secoli, grandi e piccoli spiriti caustici, non ultimo il poeta Trilussa.
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