brevi cenni di storia
L'area conosciuta con il nome di Velabro (velum aureum, ovvero palude aurea dovuto alla sabbia dorata depositata lungo le sponde del Tevere), corrisponde alla parte centrale di una fascia corrispondente al tratto pianeggiante compreso tra le pendici del Campidoglio e dell'Aventino, area dove sono sorgono attualmente l'Arco di Giano e le chiese di S. Giorgio e S. Teodoro e confinante precisamente a nord con il Campidoglio, a sud con il Foro Boario, a est con il Foro Romano e a ovest con il Foro Olitorio. In questo punto il terreno si abbassava notevolmente e, a causa delle acque provenienti dal vicino Foro Romano e delle piene del Tevere, per alcuni mesi dell'anno tutta la zona si trasformava in un'ampia palude. In corrispondenza della depressione del Velabro, il Tevere si allargava in un'ampia ansa, presso la quale il basso livello dell'acqua facilitava il passaggio tra le due sponde. Tra il VII e il VI secolo a.C..in seguito al continuo incremento del centro abitato, il Velabro viene prosciugato e incanalato nella Cloaca Massima piccolo corso d'acqua che attraversava la valle del Foro Romano provenendo dalla Suburra che diverrà il maggior collettore della città. Verso la fine del III secolo a.C., per eliminare i danni causati dalle piene del fiume, tutta l'area del Velabro viene rialzata con un grande terrapieno. Il Velabro era un quartiere a carattere commerciale e industriale, attraversato da due strade molto importanti, il vicus Tuscus e il vicus Iugarius che collegavano il Foro Romano con il Tevere.
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