si sviluppa tra la Val d'Arda e la Val Nure
Archeologia, passeggiate tra castelli e calanchi, gastronomia sono le tre chiavi di lettura per chi si appresta a visitare la val Chero. Situata tra la val d'Arda e la val Nure, ha tra i suoi capitoli di storia più importanti quelli legati all'attività dei pozzi petroliferi (ben trecentocinquanta) che la fecero divenire, nella prima metà del Novecento, la "piccola Dallas" piacentina. Da Carpaneto si parte lungo una scorrevole strada provinciale che arriva al Monte Santa Franca, incontrando calanchi, cascate, piccolo paesi e centri conosciuti come Rustigazzo e Veleja Romana. Da queste parti passa la rinomata strada dei vini e dei sapori. La scoperta della pregevolissima gastronomia del territorio tocca i vigneti di Travazzano e Magnano, che forniscono ottimi vini D.o.c., ma anche i boschi dell'alta valle, ricchi di saporite castagne. E proprio a Carpaneto, capoluogo naturale della valle, si celebra ogni anno una festa dedicata alla regina dei salumi piacentini, la coppa. In questo paese che, fin dal XVII secolo fu un importante centro agricolo, merita di essere visitato l'antico castello, di impianto feudale, teatro di numerosi scontri e anche, nel XVI secolo, base delle scorrerie di Pier Maria Scotti detto il Buso. Del fortilizio, oggi sede del comune, rimane parte dell'edificio quattrocentesco e un porticato con colonne di granito e capitelli in arenaria. La chiesa è intitolata ai santi Fermo e Rustico ed ha affreschi della fine del Seicento ascrivibili alla scuola dei Bibbiena ed altri quattrocenteschi (Madonna e Sant'Anna) e cinquecenteschi (Madonna col bambino, San Rocco e San Sebastiano), oltre ad una copia della Madonna della Scodella di Correggio. La Pieve di Carpaneto ha davvero un'origine molto antica, attorno al Mille, come testimoniano alcune pergamene longobarde della cattedrale di Piacenza e l' esistenza di un affresco mariano del XIV secolo. A qualche chilometro di distanza da Carpaneto, in val Vezzeno, si trova Gropparello che al visitatore offre lo spettacolo di uno dei più bei manieri del Piacentino. Le origini del castello possono essere fatte risalire al 789, quando il fortilizio fu assegnato da Carlo Magno al vescovo Giuliano di Piacenza. L'edificio, dalla pianta irregolare, costruito su una collina rocciosa, è circondato da mura che scendono fino al torrente Vezzeno. Ottimamente conservato e valorizzato, negli ultimi anni i proprietari hanno messo a punto un programma di animazione che ha trasformato il castello e il suo "parco delle fiabe" in un luogo ideale per il divertimento delle famiglie. Si tratta di un parco emotivo dove i bambini, grazie all'aiuto di esperte guide, vengono accompagnati alla scoperta del mondo medioevale, dei suoi segreti e delle sue magie. Di particolare interesse, all'interno del maniero, la sala d'armi e alcune tele di epoca moderna (secoli XVII e XVIII), mentre all'esterno vi è, tra l'altro, un manufatto in pietra che alcuni considerano un altare celtico. A Gropparello si può ammirare, oltre alla torre Gragnana costruita nella metà del cinquecento probabilmente su progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola, anche la "chiesa vecchia" dell'antica Pieve di Cagnano costruita, i n località Gelati, nel X-XI secolo. Tale Pieve, che in epoca medioevale estese il suo potere sulle vallate del Chero, del Vezzeno e del Riglio, ebbe molta importanza, tant'è che a lungo fu anche residenza del vescovo di Piacenza. Lungo la strada che collega Carpaneto a Veleja Romana si incontrano paesi che racchiudono sorprese: Travazzano, il cui castello risalente all'XI secolo, accolse in epoca medioevale molti nobili fuggiti dalla città; ma ospitò anche l'imperatore Lotario II reduce, nel 1136, dalle fatiche della stesura della Dieta di Roncaglia; Magnano, la patria delle ciliegie, con un castello che costituisce uno dei più significativi esempi di fortificazione: dalla pianta trapezoidale, costruito in pietra, fu a lu ngo di proprietà degli Scotti; Torre Confalonieri a cui si lega la vicenda di San Corrado. Rezzano, Badagnano, Tabiano e Montezago, con la sua bella chiesa del primo Novecento, sono piccoli paesi collocati in una zona ricca di conchiglie fossili e un tempo segnata dalla presenza di numerosi mulini. Rustigazzo, a pochi chilometri dal parco provi nciale del Monte Moria, è il borgo più popolato della media val Chero, con molti negozi e diverse iniziative di intrattenimento, organizzate soprattutto d'estate. Di assoluto interesse è la visita a Veleja Romana, uno dei centri archeologici, più importanti dell'Italia settentrionale. Abitata dai Liguri Veleiates fu, dal I al V secolo d.C., importante municipio romano e capoluogo di una vasta area montana che si estendeva dalla zona parmense fino alla val Trebbia. I Romani la conquistarono in maniera del tutto pacifica e nel 42 d.C. ottenne la cittadinanza romana. Veleja fu un importante punto di interscambio commerciale, ma anche un affollato centro turistico-termale, in grado di richiamare i "vip" della Roma imperiale. Nel periodo compreso tra la fine del III e l'inizio del IV secolo ebbe inizio la decadenza della cittadina. A partire dalla metà del Settecento, iniziarono gli scavi per volere del duca di Parma, Filippo Borbone, dal momento che nel 1747 era stata ritrovata casualmente la Tabula alimentare traianea, una iscrizione bronzea risalente alla prima metà del II secolo d.C. Il primo ciclo di scavi, prolungatosi fino al 1765, portò alla luce importanti reperti: cippi, iscrizioni, vasellame, le statue bronzee della Vittoria Alata e dell'Ercole Bibace, le dodici statue del ciclo Giulio-Claudio della basilica e l'impianto termale. Nei secoli successivi, a più riprese, furono effettuate altre importanti indagini e furono avviati lavori di ripristino, come, negli anni Cinquanta del XX secolo, la ricostruzione delle colonne del foro e dell'anfiteatro che da qualche anno ospita, in estate, rappresentazioni teatrali. Nell'antiquarium il visitatore può ammirare, tra l'altro, i corredi delle tombe della necropoli ligure che fu scoperta da Giovanni Mariotti nel 1876 poco distante dall'abitato romano, una copia in gesso di un ampio frammento della tavola bronzea con la Lex de Galia Cisalpina, una statua in pietra (Giove Ligure) opera di artisti locali del I secolo a.C. Un'escursione al monte Santa Franca può concludere la visita alla val Chero.
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