con il castello dell’XI secolo
Con origini antecedenti la nascita di Cristo, viene citato in un documento datato 816 relativo all’acquisto di una foresta da parte del vescovo di Piacenza Podone. Carpaneto viene distrutto diverse volte: nel 1090, dai popolari in lotta contro i nobili, nel 1216 dai Ghibellini in una battaglia dove i Guelfi hanno la peggio. Il castello sembra risalire all’XI secolo, ma viene citato per la prima volta in un documento del 1321 quando le milizie viscontee lo distruggono unitamente ad altri fortilizi guelfi. Castellano era allora Rolando Scotti; nel XV secolo, dopo essere stato dei Del Carlo, il castello di Carpaneto viene acquistato da Alberto Scotti. Il borgo fortificato diventa poi caposaldo di Pier Maria Scotti, ricordato come capitano audace e crudele. Un giorno, per non essere riuscito a far nominare curione di Carpaneto uno Scotti del suo casato, un suo armigero, appostato dietro una feritoia, scocca un dardo che uccide don Anguissola, parroco del paese, la cui salma è sepolta sotto l’Altare Maggiore. Nel 1321 Astore Visconti fa uccidere il conte Pier Maria Scotti, reo di aver assaltato il suo castello di Agazzano per impadronirsi di danaro e gioielli. Nel 1606 Ranuccio I Farnese nomina Cesare Scotti marchese di Vigoleno, Diolo e Carpaneto. Attualmente il castello, decorato da capitelli di arenaria e fregi degli Scotti, ospita il Municipio e la scuola elementare del paese. L’economia è prevalentemente agricola: grano, pomodoro, barbabietole da zucchero, foraggi, granoturco, uve da tavola e da vino, ortaggi e alberi da frutta, con un’impennata nel settore commerciale e industriale. Carpaneto è inoltre riconosciuta come la capitale della coppa, il salume di indiscussa prelibatezza ricavato dalla parte nobile del maiale. In suo onore la popolare festa, conosciuta in tutto il territorio nazionale ed organizzata ogni anno per la prima domenica di settembre, richiama puntualmente migliaia di visitatori che possono gustare sul posto e acquistare la genuina coppa dalle caratteristiche previste dalla proposta di legge sulla coppa D.o.p., che prevede una produzione nell’area delimitata dai torrenti Ongina e Tidoncello. Il tutto accompagnato dall’allegra e spensierata musica della banda. Il territorio di Carpaneto ospita interessanti frazioni ricche di storia: Montanaro, a 4 km. da Carpaneto, ospita un magnifico castello che sembra risalire al XIV secolo, proprietà dei conti Cossadoca, dei conti di Castelnuovo Valtidone, di Ferrante Portapuglia ed infine del conte Gian Francesco Morazzoni. Quest’ultimo, nel 1692 lo restaurò e nel secolo successivo lo trasformò in un elegante palazzo signorile. Sul suo cortile si affaccia uno stupendo porticato a colonne. La frazione di Zena accoglie un castello con una sala decorata con affreschi del ‘700; merita una visita anche la chiesa dedicata a San Prospero. A Cerreto Landi di estremo interesse il fortilizio a pianta quadrata, massiccio con 3 torri quadrate ed una quarta all’ingresso che presenta ancora oggi gli incastri del ponte levatoio; circondato da un parco, conserva ancora integro il suo passato. Il castello, del XIV secolo, era proprietà dei Landi, di Andrea Giacometti ed in seguito di Gian Angelo Gazzola, ambasciatore ducale in Gran Bretagna. Nelle immediate vicinanze Ciriano, con la sua chiesa sorta nel ‘600, rinomata per la sua cupola. Ad una decina di chilometri da Carpaneto sorge uno degli esempi più significativi di fortificazione, sia per la particolare posizione, sia per la struttura semplice e insieme movimentata delle mura: il castello di Magnano. I primi scritti lo fanno risalire al 1288 e fanno riferimento ai Della Volta Landi e ai Mencassola; fu venduto agli Scotti, poi ai Morazzoni e ai Casali prima di essere acquistato da Valentino Garbazza. Anche Badagnano offre spunti di interesse storico, con un possente castello in sasso e la chiesetta dedicata a San Giovanni Battista; molto bello è anche il piccolo camposanto tra cipressi, pini e querce con lo sfondo gremito di uccelli in festa. Altri luoghi del territorio sono Chero, Rezzano e Travazzano e, in Val Vezzena, Cimafava e Celleri.
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