titolato alla SS. Annunziata
Un'ampia scalinata porta in cima alla chiesa arroccata su un podio. E' il massimo tempio paolano dedicato alla SS. Annunziata, detta anche chiesa Matrice, risale al 1400, ma il suo stile gotico fu rimaneggiato nel periodo barocco (XVIII sec.). E' la prima chiesa in rito latino dopo quelle di origine greco-basiliane nel territorio di Paola. Le sue origini, si possono far risalire al periodo normanno, per le tracce di fregi e piastrini. Nel ripristino delle arcate e delle pareti sono riapparsi gli affreschi del XIV-XV secolo. Arrivati all' atrio del sagrato appaiono due portali, segno della doppia strutturazione eseguita sul primitivo progetto. All' interno si presenta con una grande navata e due navatine laterali, sorrette da antichissimi fasci di colonne ed archi danno l' immagine di uno stile gotico tra i più puri di tutta la Calabria. Ha subito vari rimaneggiamenti, una prima volta nel XIV-XV secolo, poi nel XVII e poi rimaneggiato nel periodo barocco (sec. XVIII). Finestre prerinascimentali (finestre ogivali, pilastri tufacei polistili). Altare maggiore, con balaustra in marmo policromo, a commesso, opera di artigiani napoletani del XVIII secolo, in puro stampo barocco, in marmi pluricolori.
Lo stesso dicasi per l'altare del Sacramento. Coro ligneo intagliato e intarsiato barocco, iscritto e datato: Antonius Lattari a Fuscaldo, A. D. 1786, arte fuscaldese. Stipi della Sagrestia intagliati e intarsiati, manufatto della stessa bottega. Interessante anche il prospetto dell'organo con pilastrini e cimosa barocca lavorati ad intarsio e dorati. Notevoli i dipinti: -L'altare maggiore è dominato dalla grande pala dell'Annuciazione della Vergine, dipinta ad olio su tavola (in fastosa cornice lignea dorata), eccellente opera secentesca attribuita a Fabrizio Santafede; -Presentazione al tempio, opera del 1589 di artista napoletano (forse Francesco Curia); -Ascensione di Nostro Signore, dipinto del sec. XVIII di seguace del Solimena; -Madonna della Maternità, olio su tela di anonimo napoletano del sec. XVII; San Giovanni Evangelista, olio su tela del 700; -San Vito, tela settecentesca dipinta ad olio, opera di artista probabilmente siciliano dell'ultimo periodo barocco; -dipinto, non identificato, di un certo interesse, attribuito a Fabrizio Santafede; -una tela raffigurante una santa non bene identificata a causa del suo cattivo stato di conservazione, attribuibile al Pascaletti; -Nella cappella del Suffragio, sede dell'omonima confraternita, tela della Madonna del Suffragio. Ecce Homo, busto ligneo scolpito a tutto tondo e dipinto al vero, scultura secentesca di bottega minicipale. Battistero ligneo poligonale cuspidato sei-settecentesco, pure di stampo barocco, in marmi pluricolori. con basamento lapideo scalpellato, e con pannelli e guglia a ricchi intagli decorativi, opera d'intagliatori regionali del '700. Una bellissima fonte battesimale (per immersione) in pietra decorata con croci gemmate.
da Romano Napolitano …Era in origine la Chiesa della Grancia Florense nella terra di Paola, appartenente a quella di Fiumefeddo Bruzio, costruita nel luogo indicato da Matteo di Tarsia, signore di Fuscaldo, con la donazione nel dicembre 1203 ai monaci dell'ordine dei Florensi dell'abate Gioacchino da Fiore, poi Cistercense, della tenuta di Baracche e Cammarelle, confinante con il tenimento Don Guiccione con tutti i relativi villani e servi della gleba. Quanto sopra per completare la chiesa di Fontelaurato in Fiumefreddo Bruzio. Il casale però, sotto i monaci Florensi, si sviluppo notevolmente, tanto che venne costruito anche un "porto". La chiesa venne completata prima del 1216 in stile normanno-svevo e poi in tardo gotico, mentre quella di Fontelaurato non fu mai completata. Nel 1223 morì Matteo di Tarsia e vi succedette il nobile milanese Bernardo del Poggio, questi , resosi conto dell'allettante fortuna a due passi della sua terra, non volle tener conto della donazione del suo predecessore e fece causa ai monaci per riprendersi le terre di Paola. Il tribunale di Napoli diede ragione al del Poggio e quindi nel 1282, le terre di Paola ritornarono nel fondo di Fuscaldo e vi rimasero fino al 2.8.1806, data che sancisce la fine del feudalesimo (legge eversiva della feudalità).
E' la prima chiesa in rito latino , dopo quelle di origine Greco-Basiliane nel territorio di Paola, ristrutturata nei sec.XIV-XV e successivamente nel sec.XVII in puro stile barocco, oggi si presenta, in seguito ai lavori a partire dal 1971 che rimossero le applicazioni barocche, in stile gotico internazionale. All'origine in quel luogo ci doveva essere o un piccolo promontorio, oppure venne effettuato un riempimento per creare uno spiazzo sul declino della collina, questo si può notare dal grosso muro di sostegno, che si innalza dal piano stradale e dalle case di Via Duomo…
di Francesco Samà Completamente ignorata dalla critica più qualificata e dagli studiosi, la Chiesa della SS. Annunziata, o Duomo rappresenta invece un interessantissima testimonianza dell'arte tardo-gotica in Calabria. Priva di qualunque riferimento documentale certo, o di tradizione orale, che possa in qualche modo darle una esatta collocazione storica, una sua datazione può essere indicata sulla base degli elementi stilistici e tipologici che la caratterizzano, elementi molto complessi a causa dei numerosi interventi a cui la chiesa è stata sottoposta, tenendo conto anche del fatto che in Calabria le novità artistiche, in modo particolare il gotico, sono giunte con molto ritardo. Si può affermare pertanto che essa fu edificata durante il periodo della costruzione della lunga serie di complessi conventuali francescani sorti nella regione nel corso del sec. XV, e si inserisce cronologicamente fra la Basilica di S. Francesco nel suo primo impianto (1454) e la chiesa annessa al complesso conventuale di Sant'Agostino, che reca incisa sull'architrave del portale d'ingresso principale la data 1493. Se la ricostruzione della storia del complesso è veritiera, come a noi sembra, ne segue che, essendo la stessa chiesa dell'Annunziata sorta dopo la nascita di Francesco (1416), non potè il Santo essere stato battezzato in essa, come pure qualcuno acriticamente ha sostenuto, e senza alcun fondamento. Fu proprio il Sec. XV l'epoca in cui Paola assunse una dimensione rilevante, grazie all'importanza del porto, molto attivo alla fine del secolo, che determinò una notevole crescita sociale, un'espansione del suo territorio, un aumento della popolazione e un crescente sviluppo culturale della città, e grazie anche alla presenza dell'ordine dei Minimi, che per la sanità di Francesco richiamava nel proto?cenobio di Paola molti devoti e pellegrini, mentre il suo territorio fino alla fine del Trecento era ancora considerato un'area agricola, "terra", assoggettata a quello di Fuscaldo, e l'unica presenza di rilievo era rappresentata dalla Badia delle Fosse o della Valle di Josaphat, documentata già nel 1218. Era appunto denominato "Terra Vecchia" il luogo dove fu costruita la SS. Annunziata, prima parrocchia della città, nome che ricorre negli annali conservati nella canonica della stessa chiesa a partire dal 1669. Di chiara derivazione gotica, la fabbrica presenta tuttavia una tipologia scarsamente leggibile, per i diversi interventi di consolidamento succedutisi nel tempo, e ancor più per la strana sequenza di archi ogivali che suddividono le navate, tutti diversi l'uno dall'altro, sia nelle dimensioni che nella esecuzione plastica, e asimmetrici rispetto a quelli frontali. Nonostante ciò, risulta evidente la primitiva impostazione dell'opera, con la navata centrale dell'accentuato slancio verticale, sottolineato dalla presenza di due arconi a sesto acuto, che sorreggono le grandi volte a crociera, e dal contrasto netto con le due navatelle laterali, molto più strette e più basse. Questa differenziazione fra le navate, così esasperata, tipica del linguaggio artistico gotico, rappresentava l'esaltazione del divino sull'umano, l'elevarsi dello spirito verso le altezze celesti, e non a caso la ritroviamo nel Santuario di San Francesco, dove l'imponenza della navata centrale è rafforzata dalla presenza di un'unica navatella laterale, sulla destra, piccola e scarsamente illuminata. Un primo intervento di consolidamento strutturale si verificò probabilmente nella seconda metà del Cinquecento, in seguito a un cedimento del terreno che rese necessaria la realizzazione dell'arcone della navata centrale, quello più vicino all'ingresso, uniformato allo stile gotico degli altri archi, anche se diverso nell'impostazione delle linee, che andò a coprire in parte 1e due arcate sottostanti, deturpando la scanzione ritmica delle navate laterali. E' interessante sottolineare che la navata laterale sinistra è caratterizzata da un arco con colonnine binate che proseguono doppie anche oltre il capitello, sull' ogiva, mentre gli altri archi sono a colonna semplice, appoggiata al pilastro in pietra, con un castolone laterale che evidentemente avvolgeva tutto l'arco, e di cui rimangono soltanto alcune basi. Una modifica sostanziale si ebbe fra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, quando venne realizzata la serie di archi a tutto sesto nelle navate laterali per dare maggiore consistenza statica all'impianto e, nel contempo, per il desiderio di adattare la chiesa ai nuovi gusti artistici, operazione quest'ultima che comportò il danneggiamento di vasta parte delle membrature gotiche per far posto agli stucchi barocchi. Intorno alla metà del Settecento fu realizzata l'adiacente Cappella delle Anime del Purgatorio, la cui esistenza è documentata da una ricevuta di pagamento datata 11 novembre 1768, con la quale veniva consegnata al procuratore Tommaso Vincieri, che firmò la ricevuta, la somma di 20 ducati a cura del parroco don Francesco Saverio Fasani, nonché dall'elegante portale in pietra tufacea scolpita riccamente decorato da motivi ovoidali e volute.
Nello stesso periodo la Chiesa della SS. Annunziata fu abbellita da due pregevoli altari in marmi policromi scolpiti e intarsiati, di chiaro gusto napoletano, quello della Cappella della navata laterale destra datato 1769, dal mobilio di sacrestia, dal coro e dal pulpito, tutti in legno finemente scolpito e intarsiato, eseguiti dal maestro intagliatore Antonio Lattaro da Fuscaldo nel 1786. In seguito al terremoto del 1783 la chiesa subì un ulteriore intervento, che determinò il suo prolungamento e la realizzazione di altri archi a tutto sesto nella parte terminale delle navate, nonché di una doppia cupola nella navata laterale sinistra in corrispondenza del battistero che, in seguito all'apertura del nuovo ingresso laterale della Cappella del Purgatorio, fu collocato nell'attuale sede. Inoltre, nell'Ottocento, a causa della precarietà statica che ha sempre interessato la chiesa, fu realizzato l'ispessimento della muratura della facciata principale, inglobando in parte il monumentale portale in pietra tufacea, decorato da due ampie volute interrotte, ossia coprendo lo stipite destro del portale dell'adiacente Cappella del Purgatorio, frammentandone l'elegante disegno e la sua spazialità, aggravata successivamente dall'esecuzione del pronao antistante la facciata, la cui Copertura la nasconde quasi completamente alla vista. Ma il danno più grave non fu apportato alla chiesa solo dalle aggiunte e dalle manomissioni architettoniche, bensì dal sistematico e regolare saccheggio, da parte di alcune famiglie paolane o di alcuni studiosi avventurieri, del vasto e cospicuo patrimonio cartaceo e documentario riguardante la storia e la vita quotidiana della parrocchia, registrata in atti e carteggi che avrebbero potuto permettere la ricostruzione di un discorso storico delle sue origini, e, cosa ben più importante, segnare le pagine della storia vera della città. Si fa appello a queste famiglie affinché restituiscano il materiale in loro possesso, perché patrimonio di tutti, e per il rispetto della cultura e della civile convivenza. Fortunatamente. il materiale superstite viene ancora custodito gelosamente dall'attuale parroco don Pietro De Luca, al quale va il ringraziamento di tutta la comunità, mentre una nota di merito va al giovane Giancarlo Castagna, che con umana comprensione e paziente umiltà ha consentito la consultazione degli archivi parrocchiali e la lettura artistica della chiesa.
da www. comune.paola.cs.it
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