lungo il Corso Garibaldi a Paola
Il capolavoro più significativo dell'architettura neoclassica esistente nel territorio di Paola, la chiesa di S. Giacomo, che rappresenta sicuramente lo scrigno più prezioso dei tesori artistici dell'intero comprensorio tirrenico, e si affaccia sull'antico Corso S. Giacomo, ora Corso Garibaldi, a poca distanza dalla chiesa del SS. Rosario e dell'antica porta d'ingresso alla città. I lavori di restauro hanno riportato alla luce le antiche membrature dell'impianto primigenio della Chiesa, risalente alla prima metà del Settecento, strutturata in una unica navata dalle dimensioni notevolmente più ridotte rispetto alle attuali. Sono riaffiorati infatti sulla facciata, ai lati del portale d'ingresso principale, i resti delle cornici in pietra tufacea in due nicchie, che permettono di ricostruire la tipologia originaria della fabbrica, il cui livello di base doveva essere certamente più basso, quasi sul piano stradale. Fra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento, probabilmente in seguito al terremoto del 1783, che devastò quasi tutta la Calabria, la chiesa fu ampliata e modificata nelle forme attuali.
Le navate laterali, nonché l'abside, furono realizzate utilizzando lo spazio dei sottopassi allora esistenti, che conducevano alla strada principale, tipici degli impianti medievali e che caratterizzano ancora oggi tutto il borgo S. Giacomo, inglobando anche parte delle murature dei fabbricati adiacenti. Questa soluzione rese necessaria la realizzazione dell'attuale gradinata d'accesso alla Chiesa, in pietra tufacea, affiancata da ringhiere in ferro battuto lavorato sostenute da pilastrini in arenaria scolpita a volute, opera di maestri scalpellini fuscaldesi, per compensare il dislivello venutosi a creare in seguito all'innalzamento della quota del pavimento della navata centrale, e uniformarlo a quello delle nuove navate. Non si hanno notizie precise sulla esatta data della fondazione, come pure dell'ampliamento. Si può solo affermare che la scritta incisa sulla parete centrale dell'architrave, "Carlo Palmiero di Paola ? Artefice 1832" indica la data e il nome del maestro scalpellino che eseguì il portale d'ingresso principale della Chiesa, data da non confondere con quella della sua costruzione, di epoca certamente anteriore al 1828. Ciò è supportato da un' altra iscrizione posta sul frontale del pulpito conservato all'interno della stessa Chiesa, riccamente decorato da paludamenti barocchi, "Antonius Lattari a Fuscalido Artefice 1828", nonché dalle evidenti diversità della pietra utilizzata per decorare la facciata principale, timpano, cantonali, lesene, ecc., di aspetto molto più consunto rispetto a quella del portale e quindi anteriore al 1832. E' proprio la facciata l'elemento più pregevole dell'intero edificio, caratterizzata da lesene in pietra scanalata su alti basamenti e capitelli in stile ionico, reggenti un alto cornicione con decorazione a dentelli, sul quale s'imposta il grande timpano, anch'esso in pietra e decorato interamente da una fitta ed elegante dentellatura. Le tre porte d'ingresso, come pure le tre finestre sovrastanti, hanno stipiti in pietra, con ricchi decori sul portale centrale, fiori, foglie e volute finemente scolpite, opere tutte di scalpellini fuscaldesi che, a quel tempo, come gli intagliatori della stessa località, godevano la fama di migliori specialisti in tutta la Calabria. Sulla navata laterale destra si erge il campanile, sormontato da una cupoletta coperta da pregevoli tegole in ceramica a squame, che l'intelligente restauro condotto scientificamente dalla ditta "Aloise di Paola" gli ha restituito il suo antico splendore.
testo a cura di Francesco Sama'
da www. comune.paola.cs.it
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