Bisceglie: centro di antiche origini

Bisceglie: centro di antiche origini

nella provincia barese

Il territorio fu abitato in epoca preistorica, come attestano i reperti delle grotte di Santa Croce (paleolitico medio), conservati nel Museo civico e nei Musei Archeologici di Bari e Taranto. Monumenti notevoli sono i cinque dolmen megalitici dell' età del bronzo (3000-1000 a.C.), scoperti ai primi del secolo (Dolmen della Chianca ,di Frisari, di Albarosa, dei Paladini e di Giano),che formano nel loro insieme uno dei maggiori insediamenti preistorici d'Europa.
In epoca romana la zona fu un locus di transito della via Traiana, di cui si conserva in un'aiuola della piazza principale il miliario CXII.
Nell'Alto Medioevo si formano nell'agro nove casali (villaggi): Giano, Pacciano, Sagina, Zappino, San Nicola, Cirignano, Salandro, Santo Stefano e Sant'Andrea.
In epoca longobarda, si ha notizia dell'esistenza di un nucleo abitato lungo la costa (sec.VIII), detto Biscilia ( voce del basso latino indicante la quercia selvatica, di cui la zona era ricca.),ma solo con la conquista normanna il borgo contadino-marinaro assume la fisionomia di civitas, cingendosi di mura e di un'alta torre (popolarm. Torre Maestra) per iniziativa del conte normanno Pietro I verso il 1060 e accogliendo numerose genti dei casali che vi si rifugiano per sfuggire alle incursioni dei Saraceni. In questi anni la cittadina assume il nome ufficiale di Vigiliae, dotta trascrizione latina del nome popolare Biscilia, e si fregia di uno stemma in cui è effigiata una quercia. Viene costituita anche la Diocesi, il cui primo vescovo fu un Giovanni (1063),con la costruzione del Duomo di S.Pietro, dal nome del conte normanno, una delle prime cattedrali romaniche di Puglia, (1O73) e della chiesa di S.Adoeno, intitolata al Santo di Rouen, capitale della Normandia, chiesa che si vuole edificata dagli stessi soldati normanni. (1O74).
Nel secolo successivo, viene introdotto in città il culto dei tre Santi Patroni, Mauro, vescovo, Sergio e Pantaleone, cavalieri, martirizzati nell'anno 117, secondo la tradizione, i cui resti, rinvenuti nel casale di Sagina, vennero, trasportati con gran pompa nel Duomo nell'anno 1167. (L'attuale festa patronale si svolge per tre giorni, intorno alla prima domenica di agosto). La città, che venera anche S. Antonio abate, patrono dei pescatori, fiorisce ora nei commerci, specie marittimi, con l'Oriente: in una carta del 1211 si fa cenno a un accordo commerciale stipulato con Ragusa dalmata.
Gli Svevi vi costruirono un Castello, di cui restano oggi in piedi tre torri e il muro di cinta. Sotto gli Angioini, la città diviene feudo dei conti Del Balzo, che godono del favore del popolo e dei nobili, tra cui emergono i Falconi, proprietari della chiesetta di S. Margherita, a una cupola, gioiello dell'arte romanico-pugliese, la cui struttura è ripetuta nelle chiesette rurali di Giano, di Ognissanti e S. Angelo, nel casale di Pacciano.
Durante la guerra di successione al regno di Napoli tra Luigi I d'Angiò e Carlo III di Durazzo, la città, avendo aperto le porte ai durazzeschi, subì il sacco ad opera delle truppe francesi, ma poi serbò in un tempietto (e di qui nella chiesa di S. Luigi) le spoglie del re Luigi, morto a Bisceglie per le ferite riportate in battaglia.
Giovanna II concesse alla città il privilegio di armare galee nel suo porto ed esentò il popolo dal pagamento di forti tasse.
Sotto gli Aragonesi, la città fu feudo di G. Antonio Del Balzo Orsini, che entrò in una congiura dei baroni contro il re: dopo alterne vicende belliche, tra i baroni e il re fu conclusa una pace, firmata a Bisceglie nel settembre 1462.
Nel 1466, la lunga lotta tra l'Università (cioè il Comune) e il clero locale per l'abolizione di alcuni privilegi ecclesiastici in materia fiscale sfociò in una Conversione; ma, inaspritisi di nuovo i rapporti tra le parti, la città fu colpita dall'interdetto del papa Leone X, che pose fine ai contrasti.
Per fronteggiare l'incombente minaccia dei Turchi, il re Ferdinando I fece costruire l'attuale cinta di mura, adatta alle armi da fuoco (1490-92), che venne poi rafforzata con bastioni sotto gli Spagnoli. Nel 1499 Bisceglie, unita a Corato, fu eretta in Ducato (Ducato di Bisselli e Quadrata) e assegnata in dote ad Alfonso d'Aragona, marito di Lucrezia Borgia, ma, morto questi prematuramente, la città, dietro pagamento di un riscatto, ritornò nel Demanio(1513).
Sotto gli Spagnoli, Bisceglie, per sottrarsi all'esoso dominio dei commissari regi e restare alle dirette dipendenze della Corona, pagò più volte il riscatto, ottenendo così una maggiore autonomia amministrativa. Nel 1569, il commissario regio don Giovanni Martinez emanò i Capitoli municipali per il governo della città, ma solo nel 1592, con l'acquisto delle mura, l'autonomia amministrativa della città raggiunse la sua pienezza.
Un'efficace opera di rinnovamento religioso e culturale svolse Pompeo Sarnelli da Polignano, vescovo della Diocesi dal 1692 al 1724 e letterato fecondo, autore, tra molti scritti, della prima storia cittadina, in cui, seguendo la tradizione, assegnò alla città un'origine molto antica (III sec. a.C.), facendone derivare il nome da Vigiliae, posto di sentinella.
Ai primi dell' 800, la città vecchia, non più sufficiente a contenere la popolazione in continuo aumento, viene sventrata in più zone, con la costruzione di nuove vie e porte, aperte nel muro di cinta. La sede dell'Università (alla strada della Corte, oggi via O. Tupputi) viene trasferita nel convento di S. Domenico, attuale palazzo municipale (1809). La città gravita ora intorno al largo del Palazzuolo che, donato all'Università da Francesco Del Balzo nel 1478 e ampliato con la cessione di orti privati nel 1810, diviene il nuovo centro urbano (oggi piazza Vittorio Emanuele II). Nel 1818, il vescovato, dopo circa otto secoli di vita, viene soppresso e unito all'Arcivescovado di Trani. Sin dal '700, nel bastione detto la Polveriera, sito presso la Porta principale della città, era sorto un grande Teatro, considerato uno dei maggiori del Regno napoletano. Nella prima metà dell' 800, si affermò sulle scene del S. Carlino di Napoli la maschera di don Pancrazio Cucuzziello, detto il Biscegliese. In campo musicale si sono distinti: Gaetano Veneziano, maestro e compositore nel '600, il flautista Sergio Nigri e il celebre chitarrista Mauro Giuliani nel '700.
Durante il Risorgimento, Bisceglie fu centro vivace di cospirazione, contando, tra i nobili e il popolo, circa 500 affiliati alla massoneria e alla Carboneria. Tra i cospiratori, si distinsero per attivismo Domenico Antonio Tupputi, nobile andriese, Ippolito Berarducci, Massimo Fiori, Aurelio Tortora, Giovanni Rana e Antonio Marzucco. Durante i moti napoletani del 1820-21, ebbe luogo, nel palazzo Tupputi, una importante «Dieta delle Puglie» in cui fu proclamata la Costituzione prima dell'assenso regio e ne vennero fissati gli Statuti in dieci articoli (5 luglio 1820). Il maggiore patriota biscegliese fu Ottavio Tupputi, nobile figura di cospiratore per due volte condannato a morte, di militare (nella campagna napoleonica di Russia, col grado di generale, si coprì di gloria sul fiume Moskowa) e di uomo politico, al quale la città natale eresse un busto in piazza Margherita nell'anno 1911. Alla spedizione di Sapri partecipò Francesco Favuzzi, sarto. Durante le guerre d'Indipendenza, si segnalarono per valore Vito Siciliani, Maurangelo Monterisi e Francesco Calò, maggiore garibaldino.
Dopo l'Unità, legò il suo nome all'apertura delle prime scuole pubbliche il sindaco Giuseppe Monterisi, che cadde poi ucciso nel generoso tentativo di stroncare il brigantaggio, antica piaga, insieme col contrabbando, della nostra regione.
Al tempo delle prime competizione politiche postunitarie, Bisceglie vide un gruppo di famiglie borghesi coalizzarsi in fazioni (i «bianchi» e i «neri») in aspra lotta tra di loro, con una fioritura di polemiche e di giornali, tra cui tenne campo «La Riscossa» (1885-primi del '900) e con qualche figura politica di rilievo, come il conte Giulio Frisari, Senatore del Regno. Tra gli episodi legati alle prime lotte operaie, ricordiamo un blocco della città (1907) e la clamorosa apertura della via della Stazione, dopo l'invasione dei terreni di proprietà Silvestris da parte di circa 300 contadini (1921).
Durante la prima guerra mondiale, il contributo di sangue versato per la Patria fu di 430 morti (con numerosi feriti e mutilati), in onore dei quali fu eretto un Obelisco in piazza Vitt. Emanuele II, nell'anno 1924. I caduti della seconda guerra mondiale furono circa 300. Durante la guerra italo-greca, nell'inverno 1940-41, allo scopo di seguire da presso le operazioni militari, Mussolini fissò la sua residenza a Bisceglie, nella villa Angelica, mentre il Quartiere generale alloggiò nella villa Ciardi. Nel dopoguerra, nel clima della risorta democrazia, è ripresa vivace la vita politica cittadina. A reggere il Comune si sono finora succedute in prevalenza amministrazioni formate dal partito di maggioranza relativa (Democrazia Cristiana) unito a partiti minori dell'area governativa. Notevole è stato lo sviluppo edilizio, urbano e rurale, dell'ultimo quindicennio.
In questo secolo, tra i biscegliesi illustri ricordiamo: il Cardinale Donato Maria Dell'Olio, che fu vescovo di Rossano e Benevento; Nicola Consiglio, magistrato, che partecipò al Concordato tra Stato e Chiesa (1929), don Pasquale Uva, fondatore della grande «Casa della Divina Provvidenza» per minorati psichici, che conta filiali a Foggia, Potenza, Guidonia e Tivoli, per un totale di circa 10 mila assistiti (presso l'Istituto fu eretta, nel 1953, la grande Basilica di S. Giuseppe); Vincenzo Calace, ingegnere, antifascista, che subì 13 anni di persecuzioni tra carcere e confino; Giuseppe Dell'Olio, insigne docente e scrittore.

Prof. Mario Cosmai
www.comune.bisceglie.ba.it

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