tessitura, intreccio, la gaddhuresa, sughero, granito, coltelli ed altro
Nel 1957 in Sardegna nasce I.S.O.L.A., ente predisposto al controllo e alla tutela dell'artigianato locale. La cultura agropastorale della Gallura ha agevolato in questo settore un'importante tradizione riguardante i suoi principali simboli. Tra questi la tessitura di tappeti, arazzi e coperte, che trova la sua massima espressione ad Aggius dove si lavora ancora a mano con telai a legno e dove l'interessante mostra del tappeto aggese permette di apprezzarne le caratteristiche. L'arte dell'intreccio è rappresentata da alcuni artigiani di Luras che realizzano manualmente cestini e impagliatura di sedie. La forgiatura della lama, eseguita in tutta la Sardegna, in Gallura produce una lama particolare chiamata la gaddhuresa, senza punta, utilizzata per tagliare il sughero. Importanti settori dell'economia gallurese sono la lavorazione del sughero e del granito. Le qualità del sughero, estratto dalla Quercus Suber (quercia da sughero) e lavorato a mano, sono note all'uomo da più di 2000 anni: i romani lo utilizzavano per confezionare sandali, galleggianti per reti e coperture per anfore. Proprio in Gallura si trova quella che è considerata la capitale italiana del sughero, Calangianus, dove la nascita della prima fabbrica risale al 1851 e dove si lavora il 70% dell'intera produzione regionale al servizio dell'industria vinicola, della calzature, dell'arredamento e dell'oggettistica. Iniziata dai Romani, anche l'estrazione del granito, su cui poggia tutto il territorio gallurese e che caratterizza la veste dei suoi suggestivi borghi, come quella di Tempio Pausania, proprio ai piedi dell'imponente massiccio granitico del Monte Limbara.
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