Roma: Colosseo

Roma: Colosseo

inaugurato da Tito per i 100 giorni di sport e giochi

Il monumento più famoso di Roma era in realtà un'arena dove si organizzavano competizioni e giochi non proprio edificanti, e spesso crudeli. Costruito sopra un lago artificiale nel 79 d.C per volere di Vespasiano, il cosiddetto Colosseo [9-19.30 tutti i giorni] venne inaugurato da Tito per i 100 giorni di sport e giochi. Nel 1312 si mise fine allo spoglio della struttura, divenuta fonte di materiali per l'edilizia. La facciata dell'anfiteatro era alta 50 metri mentre l'arena di forma ellittica era distribuita in 86m di lunghezza x 54m di larghezza. Nella parte inferiore sono ancora visibili i sotterranei con le tristemente famose gallerie per i leoni. In prossimità dell'anfiteatro si erge l' Arco di Costantino, un ottimo esempio di riciclaggio di materiali di spoglio avvenuto durante la crisi dell'impero di Massenzio nel 312 d.C: i rilievi appartengono così a tre periodi diversi: all'età traianea, adrianea, aureliana. Non molto distante dal Colosseo, all'interno del Parco del Colle Oppio, è stata rinvenuta la Domus Aurea, la zona residenziale di Nerone sorta dopo l'incendio del 64 d.C. [orario dalle 9 alle 19.45 chiuso il martedì. E 5. Tel. 39967700]. Scesi dal Parco su Via Labicana attraversiamo la strada per voltare a Via di San Giovanni in Laterano che ci conduce all'importante basilica di San Clemente e ai suoi sotterranei. Eretta prima del 385 e dedicata a Clemente, terzo pontefice dopo San Pietro, è composta da due chiese sovrapposte. La parte inferiore fu distrutta durante l'invasione Normanna di Roberto il Guiscardo [1084], la parte superiore fu costruita nel 1108 per volere di Pasquale II°. All'interno, il ricco soffitto settecentesco, gli affreschi di Masolino da Panicale [1431 ca], e quelli del tardo barocco di Pierluigi Ghezzi, Giuseppe Chiari, Sebastiano Conca. Usciti dalla chiesa proseguiamo per la stessa strada che ci conduce alla Basilica di San Giovanni, la più antica del mondo. Fondata dal Pontefice Melchiade [311-314] e consacrata nel 342 da Silvestro I°, fu più volte distrutta e saccheggiata fino al rimodernamento conclusivo degli interni realizzato da Borromini nel 1650 e della facciata esterna, rielaborata nel 1735 da Alessandro Galilei. L'interno offre un percorso artistico ricchissimo: dal transetto elaborato da Giacomo della Porta con gli affreschi del Pomarancio, Cavalier D'Arpino, Orazio Gentileschi; al mosaico nella semicalotta dell'abside di Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino; alle cappelle delle navate che ospitano numerose sculture e dipinti. Ritornando davanti al Palazzo Laterano si trova il Battistero eretto ai tempi di Costantino decorato all'interno da Andrea Sacchi, Carlo Maratta, Guido Reni. Una volta usciti attraversiamo il piazzale e prendiamo Via di S.Stefano Rotondo che ci conduce alla chiesa costruita tra il 468 e il 483 sotto Simplicio V° e restaurata successivamente nel XV° secolo dove la particolarità è la pianta circolare con quattro capelle sporgenti che formano una croce. Una volta usciti, terminata la strada ci ritroviamo sul piazzale della Navicella dove si trova la basilica paleocristiana di S.Maria in Dominica che custodisce nell'abside degli importanti mosaici del VII° secolo. Subito dopo passiamo sotto l'Arco di Dolabella e percorriamo Via di San Paolo della Croce che ci conduce nella piazzetta dove sorge la Basilica dei Ss.Giovanni e Paolo voluta nel 398 dal senatore Bizante e dal figlio. Devastata dalle truppe di Alarico [410] fu ricostruita e così in seguito dopo il terremoto del 442 e il saccheggio dei Normanni di Roberto il Guiscardo [1084]. Il campanile romanico, a sei ordini [1150 ca] è uno tra i più belli di Roma. Tornati sulla piazza scendiamo per il clivio di Scauro che termina in Piazza San Gregorio dove una scalinata precede la chiesa fatta costruire da Gregorio Magno per dedicarla a Sant'Andrea. L'importanza del luogo è che fu da quì che S.Agostino partì per evangelizzare l'Inghilterra [597]. Ricostruita nel Medioevo e restaurata tra il 1629 e il 1633 da Giovan Battista Soria, all'interno risaltano i dipinti del Domenichino e di Guido Reni. Una volta usciti ci ritroviamo a soli cento metri dal Circo Massimo dove si può prendere il 118 per l'Appia Antica e iniziare l'itinerario successivo.

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