con insediamenti d'epoca romana e preromana
Reperti archeologici e dati d'altra natura testimoniano l'esistenza, nel territorio di Zibello, di insediamenti d'epoca romana e preromana. La vera e propria storia ha però inizio nel Medioevo, età per tutta la durata della quale esso rimase legato a Cremona, sia dal punto di vista politico amministrativo che religioso. Centro minore della circoscrizione plebanocurtense di Cucullo Altavilla, ma già munito di castello tra il XII e il XIII secolo, diede prova della propria forza difensiva nel 1218 nella battaglia fra parmigiani e cremonesi da una parte e piacentini e milanesi dall'altra. Signoreggiato dai marchesi Cavalcabò fin verso la metà del XIII secolo, nel 1249 passò al marchese Uberto Pallavicino il Grande, che ne ebbe investitura, insieme ad altre terre e castelli, tra i quali anche Busseto e Polesine, dall'imperatore Federico II. Col marchese Rolando il Magnifico (sec. XV), che provvide a riorganizzare il proprio piccolo stato e a dotarlo di un corpo di leggi, gli Statuti Pallavicini, Zibello, come feudo, raggiunse quei limiti che mantenne poi inalterati fino all'inizio dell'Ottocento, arrivando a comprendere i comunelli di S. Croce, Ragazzola e Pieve Ottoville. Morto il marchese Rolando, Zibello toccò in eredità a suo figlio Giovan Francesco, che ne fece la capitale della sua minuscola signoria: ricostruì la rocca, oggi non più esistente, trasformandola da un semplice baluardo militare in un complesso edilizio e in centro culturale della piccola corte; fece erigere all'interno delle mura del castello la monumentale chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, che divenne la nuova parrocchiale e fondò nella Cerchia da Basso il monastero dei Domenicani. Poco dopo la scomparsa del marchese Giovan Francesco (1497) tutto il feudo passò sotto il controllo politico e amministrativo di Parma; non sotto l'aspetto religioso però: fu infatti solo all'inizio del Seicento che venne staccato dalla diocesi di Cremona ed entrò a far parte dell'appena costituita diocesi di Borgo S. Donnino. Nella seconda decade del secolo XVI iniziò la decadenza di Zibello, che subì numerosi assedi e saccheggi e da] 1530 fu oggetto di una interminabile contesa tra Pallavicino e Rangoni. In seguito fu capoluogo di Cantone in epoca napoleonica, durante la quale però l'ampiezza del suo territorio comunale fu ridotta a quella del solo capoluogo, cui venne aggiunta la frazione di Pieve Ottoville, mentre Ragazzola e S. Croce furono aggregate ai comuni di Roccabianca e Polesine, e sede di Pretura dall'epoca di Maria Luigia al 1891. Il centro storico di Zibello accoglie sulla piazza principale il Palazzo Pallavicino, la struttura architettonica ed urbanistica più interessante di tutto il territorio comunale. Costruito probabilmente tra la fine del XV secolo ed il principio del XVI dai Marchesi Pallavicino, è di stile tardo gotico con facciata in laterizio a faccia-vista con decorazioni in terracotta. All'interno è collocato un piccolo teatro realizzato a metà dell'Ottocento. Altre tappe interessanti sono: il Convento dei Domenicani, che oggi ospita la scuola media ed il Museo di Civiltà Contadina, l'Oratorio di Maria Santissima delle Grazie ossia Ghisiola, da chiesuola, posto sulla circonvallazione a sud del paese, la cui chiesa parrocchiale risale al 1200 e il campanile al 1866, la Chiesa Parrocchiale di stile semi-gotico con elementi rinascimentali, facciata con rosone centrale e ricca di decorazioni in cotto. A Pieve Ottoville merita una visita la Chiesa Collegiata, la cui costruzione avvenne su una precedente chiesa di stile romanico; l'interno, monumentale e solenne, è in stile barocco con opere e sculture firmate da prestigiosi artisti; splendido l’organo a due tastiere opera dei fratelli Serassi di Bergamo che lo realizzarono nel 1790.
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