tutta la potente famiglia de' Medici fu perseguitata dalla gotta
Secondo la tradizione, non solo Lorenzo ma tutta la famiglia de' Medici fu perseguitata dalla gotta, considerata a quel tempo la malattia tipica dei ricchi (morbus dominorum). Nel caso di Lorenzo de' Medici detto Il Magnifico (suo padre, Piero, era detto "il Gottoso"), le recenti ricerche tendono a mettere in dubbio quest'affermazione, in base alle osservazioni effettuate nel 1955 sulle presunte ossa di Lorenzo reperite nella Sagrestia Nuova della chiesa di San Lorenzo a Firenze. Gli esami radiografici, infatti, hanno messo in rilievo alterazioni dello scheletro che vengono attualmente incluse nel quadro della spondilite anchilosante, cioè di un'alterazione della colonna vertebrale. Lorenzo viene descritto dai temporanei "di statura mediocre, di viso brutto e di colore negro, con aria grave; la pronuncia a voce roca e poco gradevole, perché pareva parlare col naso"; inoltre, "aveva brutto viso, la vista corta, le carni nere, le gote schiacciate, la bocca grande fuori dell'ordine", il naso schiacciato, il mascellare inferiore sporgente, gli occhi tondi e grossi. Ma erano il suo portamento, la sua vivacità e il suo grande amore per la cultura a renderlo tanto gradevole e accetto. Per arricchire la biblioteca medicea inviò dotti in Europa e Asia onde acquistare manoscritti e incunaboli, e si circondò di una corte di letterati e artisti come Ficino, Poliziano, Pico della Mirandola, Verrocchio, Pollaiolo, Lippi, Botticelli, Ghirlandaio. All'età di 27 anni comparvero i primi dolori ossei a un piede (per i quali frequentò varie stazioni termali), che si estesero nel tempo agli arti superiori. La sua salute era affidata al più celebre medico e astrologo fiorentino, Pier Leoni da Spoleto, il quale assicurò che in breve l'augusto paziente sarebbe guarito completamente; ma i parenti, poco convinti, chiamarono a Firenze un luminare del tempo, maestro Lazzaro da Pavia, medico personale del duca di Milano. Questi, dopo aver criticato aspramente le cure del collega, mise in atto una sua terapia, all'epoca molto in auge, basata sulla somministrazione di polvere di pietre preziose come smeraldi, diamanti, rubini, topazi, ametiste, in base all'assunto che contenessero un misterioso e miracoloso succo petrifìco. Con quale risultato è facile immaginare: nel febbraio 1492 le condizioni del paziente si aggravarono e il 9 aprile dello stesso anno il granduca morì, a soli 42 anni, nella sua villa di Careggi. La causa diretta della morte va forse riconosciuta in un'emorragia secondaria a perforazione dello stomaco e peritonite. Riportano le cronache che il giorno dopo la morte di Lorenzo, fu ritrovato in un pozzo presso San Gervasio il cadavere di Pier Leoni da Spoleto, il quale si era suicidato per l'affronto subito di essere stato "scavalcato" da un altro medico e per il rimorso di non aver potuto salvare la vita del suo augusto paziente. Secondo un'altra versione, invece, sarebbe stato Giuliano, figlio di Lorenzo, a gettarlo nel pozzo, affranto per la morte del padre.
da: Famosi e Malati, Quando sono i grandi a star male. Luciano Sterpellone [SEI, Torino, 2005]
|