dolci colline, alte vette montane e un lungo tratto costiero
La Toscana ha la forma di un grande triangolo, che prospetta a ovest sul mar Tirreno, è nettamente marcato a nord dall'Appennino tosco-emiliano, ma risulta senza precisa demarcazione a est. Ben due terzi del territorio (66,5%) sono occupati da colline, il 25% da montagne, il rimanente 8,5% da pianure: la Toscana è dunque una tipica regione collinare, come in genere le altre regioni dell'Italia centrale. La sezione montana include tutto il versante tirrenico dell'Appenino tosco-emiliano e gran parte del cosiddetto Antiappennino. L'Appennino tosco-emiliano è un sistema montuoso piuttosto compatto, caratterizzato da una serie di contrafforti che si dipartono a pettine dalla catena principale, con direzione prevalente da nord-ovest a sud-est; si mantiene sui 1500-2000 m di quota (Corno alle Scale, 1945 m; monte Falterona, 1654 m, da cui trae origine il maggior fiume regionale, l'Arno). A una di queste dorsali si collega una delle più note catene montuose della Toscana, le cosiddette Alpi Apuane (monte Pisanino, 1946 m). I pendii montani sono generalmente ricoperti di boschi e pascoli; tuttavia non mancano, in corrispondenza dei suoli argillosi e, quindi, soggetti facilmente a frane ed erosioni, versanti aridi e brulli, talora intagliati da profonde incisioni (calanchi). Spettacolari sono le "balze", cioè ripidi pendii modellati dall'erosione, che circondano la città di Volterra. Nell'Appennino si aprono numerosi valichi, taluni fondamentali per le comunicazioni tra l'Italia settentrionale e quella centrale; tra i principali si ricordano i passi della Cisa (1041 m, percorso dalla strada e dall'autostrada Parma-La Spezia), dell'Abetone (1388 m, il passo più elevato di tutti gli Appennini), della Porretta (932 m) e della Futa (903 m), che rispettivamente collegano Pistoia e Firenze con Bologna. Tra le dorsali montuose si aprono valli ampie dalle caratteristiche inconfondibili. Solitamente hanno denominazioni che non derivano da quelle dei fiumi che le attraversano e che hanno contribuito a formarle con i loro depositi alluvionali: così la valle del fiume Magra si chiama Lunigiana, l'alta valle del fiume Serchio ha nome Garfagnana e l'alta valle dell'Arno è denominata Casentino. L'Antiappennino toscano non costituisce un sistema montuoso unitario, e nemmeno omogeneo quanto a natura e origine geologica; comprende invece massicci e brevi dorsali isolate, che interessano il settore centrale e meridionale della regione. Tra i principali rilievi vanno annoverate le Colline Metallifere (1060 m), i cui giacimenti erano già sfruttati dagli etruschi, e il monte Amiata (1738 m). Nel territorio circostante queste elevazioni, cui si possono anche aggiungere i monti del Chianti (massima cima il monte San Michele, 893 m), si stendono i famosi colli toscani, che digradano con dolci ondulazioni, intercalate dai caratteristici poggi, verso i corsi dei fiumi: tipici i paesaggi del Senese, della zona a sud-ovest di Firenze. Oltre a essere molto limitate, le aree pianeggianti sono estremamente frammentate. Lungo la costa i due unici tratti di pianura di una certa estensione sono la Versilia, che si sviluppa per una cinquantina di chilometri, dalla foce del Magra alla foce dell'Arno, ed è immediatamente chiusa alle spalle dalle Alpi Apuane, e la Maremma o pianura dell'Ombrone Grossetano, estesa tra Piombino e il confine con il Lazio, dove in parte prosegue. Più vaste sono le pianure interne, che corrispondono in effetti alle conche delle maggiori valli fluviali. Le principali sono perciò quelle formate dall'Arno, in particolare il Valdarno Inferiore, che si allunga da Firenze al mare; relativamente estesa è anche la Valdichiana, o pianura di Arezzo, che occupa il fondo di un antichissimo lago, prosciugata e bonificata mediante la costruzione del canale maestro della Chiana. Tuttavia, pur nella loro ridotta superficie (complessivamente occupano circa 2000 km2), le pianure toscane – tra cui la Maremma, oggi bonificata – rappresentano un'area di forte attrazione e di grande sviluppo urbano. La costa, che si allunga per 330 km tra la foce del Magra e il promontorio dell'Argentario, è in genere bassa, sabbiosa e poco accidentata; la sola insenatura di rilievo è il golfo di Follonica, situato tra il promontorio di Piombino (in provincia di Livorno) e Punta Ala (in provincia di Grosseto). Il porto più attivo della regione, quello di Livorno, è artificiale. La Toscana ha una grande ricchezza di corsi d'acqua; peraltro la morfologia frammentata del territorio fa sì che si tratti in genere di fiumi brevi e dal bacino ridotto. L'Arno è il fiume toscano per eccellenza; non solo per la lunghezza (241 km) e l'ampiezza del bacino idrografico (8247 km2, un terzo della superficie regionale), ma soprattutto perché la sua vallata costituisce l'area su cui, storicamente ed economicamente, gravita da sempre la regione. Tuttavia anche l'Arno non si differenzia molto dagli altri corsi d'acqua toscani, che hanno un regime torrentizio, con una portata estiva scarsa e frequenti piene primaverili e autunnali, non di rado con straripamenti e inondazioni anche disastrosi, come l'alluvione di Firenze del novembre 1966. Il maggior fiume che sfocia a nord dell'Arno è il Serchio (111 km), che nasce dall'Appennino tosco-emiliano, percorre la Garfagnana e bagna la piana di Lucca; a sud è l'Ombrone, o più esattamente Ombrone Grossetano (161 km), che nasce sui monti del Chianti e sfocia nel Tirreno a sud-ovest di Grosseto. Gli unici laghi di un certo rilievo sono quello, assai pittoresco, di Massaciuccoli (6,9 km2), in provincia di Lucca, legato ai ricordi di Giacomo Puccini (che visse qui per lungo tempo ed è sepolto nella vicina località di Torre del Lago Puccini) e il lago (o laguna) di Orbetello (26 km2), in provincia di Grosseto.
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