Parma, la cittą

Parma, la città

di aristocratiche tradizioni culturali

Città di aristocratiche tradizioni culturali, ricca di monumenti insigni, di preziose opere d'arte e delle memorie del suo passato di capitale, famosa nel nome dei suoi figli più illustri o degli artisti che in essa operarono (da Benedetto Antelami a Salimbene al Correggio al Parmigianino a Bodono a Verdi a Toscanini) dei poeti, degli scrittori, dei registi che ad essa si ispirarono, primo fra tutti Stendhal che la ricreò fantastica nelle pagine della sua "Chartreuse", Parma non assomiglia a nessuna delle tante belle città di media grandezza che attirano i visitatori in Italia. Testimonianze fra le massime di ogni grande periodo artistico e istituzioni di civiltà per cui la resero illustre in Europa le dinastie dei Farnese e dei Borboni (nel xvIII secolo fu definita l'Atene d'Italia") e il governo illuminato di Maria Luigia d'Austria, raffinatezza di vita sociale e fervore di molteplici interessi culturali, dinamico spirito imprenditoriale che si realizza nelle sue aziende industriali e nel suo quartiere fieristico e gusto raffinato per la convivialità e la buona tavola che nasce dai prodotti gloriosi della sua terra ne fanno una città squisitamente caratterizzata, inconfondibile nel panorama dei centri turistici di maggior richiamo. Costituita in colonia romana lungo la via Emilia dal console Marco Emilio Lepido nel 183 a.c., Parma (178.000 abitanti circa), aggiunse al suo nome, in epoca imperiale, il titolo di Julia e Augusta. Già fiorente comune nel Medioevo, passata dal XIV al XVI secolo sotto i Visconti, gli Sforza, i Francesi e il Papato, fu eretta in Ducato nel 1545 da papa Paolo m che ne investiva il figlio Pier Luigi Famese. Una dinastia che regnerà per quasi due secoli lasciando memoria del suo fasto e della sua grandezza. Ereditato il Ducato nella prima metà del XVIII secolo dai Borbone, che impressero alla corte e a tutta la vita cittadina uno spirito squisitamente francese, instauratosi dal 1802 al 1814 il dominio napoleonico, il Congresso di Vienna assegnava gli stati parmensi, dopo la caduta del Bonaparte, alla moglie Maria Luisa d'Austria, figlia dell'imperatore Francesco I. Nel 1847, morta Maria Luigia, il Ducato tornò ai Borbone. Assassinato nel 1854 il duca Carlo m, la moglie Maria Luisa di Berry assunse la reggenza in nome del figlioletto Roberto fino a quando, nel 1859, un generoso moto popolare la costrinse a lasciare dignitosamente il Ducato. Il 18 Marzo 1860, con un solenne plebiscito, Parma sacrificava all'Unità d'Italia il suo passato di capitale. Centro turistico frequentato per i suoi itinerari artistici e culturali, l'interesse del visitatore è ulteriormente sollecitato dalla possibilità che la città offre di una documentazione assolutamente privilegiata su importanti scuole di vari periodi. Chi voglia ricercare, infatti, le testimonianze più doviziose dell'attività di Benedetto Antelami, il più grande scultore-architetto del Medioevo o il nucleo più importante dell' opera affascinante del Correggio o momenti particolarmente significativi della pittura estrosa del Parmigianino, sa che questa documentazione solo Parma la può offrire. A Parma sono altresì legati il nome e il magistero artistico del saluzzese Giambattista Bodoni, "principe dei tipografi". Significativa è infine la collocazione di Parma nella vita musicale italiana, non solo perchè nella sua terra nacque il genio di Verdi o per aver dato i natali a Ferdinardo Paer, Ildebrando Pizzetti, Arturo Toscanini ma altresì per il suo illustre Conservatorio, per il celebre Teatro Regio e soprattutto per l'importanza della musica nelle tradizioni popolari e culturali della sua gente.

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