Galleria Nazionale di Parma

Galleria Nazionale di Parma

capitelli, lastre romaniche e importanti dipinti

Il nucleo della collezione della Galleria Nazionale di Parma risale al collezionismo dei primi Borbone-Parma, che si abbeverò alla necessità di rifondare una collezione ducale dopo che la sontuosa quadreria farnesiana era stata portata a Napoli nel 1734 da Carlo di Borbone.
A quel primo gruppo di dipinti, acquistati soprattutto in Toscana, si aggiunsero alcuni pezzi tornati dalla Francia dopo le spoliazioni napoleoniche e parecchie acquisizioni di Maria Luigia, attinte dalle collezioni Dalla Rosa Prati, Sanvitale, Callani e Boiardi.

Nel 1939 fu riordinata da Armando Ottaviano Quintavalle e sgombrata durante la guerra, salvandosi dai bombardamenti che colpirono invece il Teatro Farnese.

All'inizio degli anni Ottanta è stato completamente rinnovato e rimodernato il percorso espositivo, basata su ponti e passaggi sorretti da tensostrutture e tubi bianchi. Completo l'arco cronologico coperto dalla raccolta: dal Medioevo (capitelli e lastre romaniche, compresa quella che probabilmente affiancava la Deposizione di Antelami in Duomo), esempi trecenteschi (Daddi, Bicci di Lorenzo, Gaddi), e poi dipinti di Beato Angelico, Correggio (Madonna di S.Girolamo, Martirio di quattro santi, Madonna della Scala, l'affresco staccato con L'Incoronazione della Vergine), Parmigianino (Schiava Turca), Leonardo (Testa di Leda), Araldi, Loschi, Caselli, Cima da Conegliano, Sebastiano del Piombo, Giulio Romano, Dosso Dossi, Garofalo, Anselmi, Bertoja, Sons, Tinti, Schedoni, Spada, Lanfranco, Bernabei, Holbein (Erasmo da Rotterdam), Carracci, Guercino, El Greco, Van Dyck, Bronzino, Tintoretto, Canaletto, Ricci, Piazzetta, Pittoni, Bellotto, Tiepolo.

Una sezione di busti ottocenteschi raffigura personaggi di corte all'epoca di Maria Luigia. Un'ampia sala è dedicata ai ritratti di corte del XVIII secolo, con il celebre ritratto della famiglia ducale di Filippo dipinto da Giuseppe Baldrighi. Al centro di questa sala troneggia un'acquisizione recente, il sontuoso arredo da tavola fuso da Damià Campeny. Ampia anche la collezione di dipinti locali del XIX secolo. Una sala è dedicata alle opere del Novecento.

da www.turismo.parma.it

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