Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Museo Archeologico Nazionale di Firenze

nel secentesco Palazzo della Crocetta

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, istituito nel 1870 (e pertanto il più antico in Italia) nel Monastero di Foligno in via Faenza con le collezioni del "Museo Etrusco" (che comprendeva, però anche antichità greche e romane), dal 1880 è collocato nella sede attuale del secentesco Palazzo della Crocetta.

Gran parte delle collezioni conservatevi deriva dalle raccolte medicee e granducali, già esposte nella Galleria degli Uffizi.

Nel 1898 fu istituito il Museo Topografico dell’Etruria, una delle più importanti raccolte di materiali etruschi di tutto il mondo, frutto di scavi regolari effettuati a partire dalla seconda metà del secolo scorso, purtroppo distrutta dall’alluvione del 1966 e ancora non accessibile.

Al primo piano del Museo sono visitabili la sezione della scultura etrusca e romana in pietra e bronzo, dove sono esposti le grandi statue in bronzee della Chimera, dell’Atena di Arezzo (attualmente in restauro) e l’Arringatore. Nel corridoio mediceo che collega il Palazzo della Crocetta e la chiesa della SS. Annunziata è allestita parte della sezione glittica, comprendente la collezione dei cammei romani e rinascimentali; è visitabile anche il suggestivo affaccio sulla chiesa della SS. Annunziata, creato per permettere alla sorella di Cosimo II, Maria Maddalena, "malcomposta di membra", di assistere alle funzioni religiose senza essere vista. Sull’attiguo ballatoio dell’ex topografico sono esposte le oreficerie etrusche e romane delle Antiche Collezioni.

Al secondo piano del museo è attualmente allestita quasi integralmente la collezione della ceramica antica figurata, di cui è esposto uno dei capolavori assoluti, il grande cratere a figure nere denominato "Vaso François", decorato con soggetti mitologici distribuiti su più registri dal ceramografo Kleitias, che l’ha firmato col vasaio Ergotimos. In tre sale dello stesso piano sono presentati provvisoriamente i bronzi greci, romani e rinascimentali, tra cui si segnalano il Torso di Livorno e la Testa di Cavallo Medici Riccardi, forse due originali greci, alcuni ritratti romani di notevole qualità, una selezione dei più pregevoli bronzi di piccole dimensioni, ecc...


I Bronzi greci, Romani e rinascimentale

Dal febbraio 2000, al secondo piano del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è stata provvisoriamente allestita la sezione della scultura in bronzo greca e romana, dalla quale è temporaneamente esclusa la statua dell’Idolino, su cui sono in corso esami in vista del restauro.

La maggior parte di questi bronzi, che appartennero alle collezioni medicee, come la grande testa di cavallo Medici Riccardi, già nella raccolta di Lorenzo il Magnifico, il Torso di Livorno e il ritratto di Antinoo, in quella di Cosimo I, sono pervenuti al Museo Archeologico da gli Uffizi nel 1890.

Nella prima sala sono esposti due grandi bronzi, considerati da parte della critica originali greci: il cosiddetto Torso di Livorno, una figura virile nuda stante (eroe, divinità o atleta) variamente datata alla prima metà del V sec. a.C. e attribuita a diverse scuole di scultura, e la testa di cavallo Medici Riccardi, che è forse parte di un monumento equestre di età ellenistica. Insieme a repliche rinascimentali di questi due bronzi, in formato ridotto e ad una serie di statuine raffiguranti cavalli e cavalieri, sono esposti alcuni bronzetti di notevolissima qualità riproducenti statue greche famose, come l’Amazzone di età classica e la Tyche di Antiochia di un allievo di Lisippo, o in cui si avvertono gli echi della grande statuaria greca.

A documentare la statuaria in bronzo di età romana vengono presentati nella seconda sala i frammenti di due statue, una delle quali era sicuramente un monumento equestre, di cui restano frammenti della corazza del cavaliere, mente l’altra rappresenta una figura virile seduta, di cui è conservata parte del torso nudo, entrambe recuperate ai Renai di Signa (Firenze) all’ inizio degli anni ’70. Di recente rinvenimento (1955) sono anche tre elmi a maschera romani del tipo da parata adottato dagli ufficiali degli squadroni di cavalleria di stanza nelle regioni periferiche dell’Impero, particolarmente significativi, perché a differenza della maggior parte degli esemplari noti, provengono da Rapolano presso Siena, cioè dal cuore della Penisola.

La testa idealizzata di una statua femminile, un tempo ritenuta, a torto, il ritratto di Livia, moglie dell’imperatore Augusto, introduce la sezione dei ritratti romani, che comprende una testa dell’ Imperatore Tiberio, una di una privata cittadina raffigurata con le sembianze di Faustina minore (moglie di Marco Aurelio) e una di un privato romano del III sec. d.C. erroneamente identificato con l’imperatore Treboniano Gallo. Particolare rilievo è dato al bel ritratto di Antinoo, il favorito dell’imperatore Adriano, l’unico in bronzo pervenutoci.

Nella stessa sala sono esposti alcuni bronzetti romani di elevata qualità suddivisi tematicamente: gli dei del culto pubblico e di quello privato, alcune figure grottesche legate al teatro, bambini, etc..

Alcune lucerne figurate, tra le quali la più celebre lucerna cristiana, su cui è raffigurata la Chiesa sotto forma di nave guidata dagli apostoli Pietro e Paolo, sono esposte nella terza sala accanto ad un reggilampade in forma di tronco d’albero, dalla resa assai naturalistica, recuperato dalle acque della Meloria presso Livorno nel 1873.

Nello stesso specchio di mare sono stati rinvenuti nel 1722 quattro busti ritratto (Omero, Eschilo, Sofocle e un personaggio non ancora identificato), che la critica più recente considera repliche seicentesche di copie romane a loro volta modellate su originali greci. Conclude l’esposizione una selezione di bronzetti che documentano il tema dell’emulazione dell’arte greco romana da parte degli scultori rinascimentali: accanto agli originali, creati in competizione con le opere degli antichi, sono esposti alcuni bronzetti in cui l’artista rinascimentale è intervenuto per completare un frammento antico trasformandolo secondo il gusto del suo tempo.

Direzione: Dott. A. Bottini
Via della Colonna, 38
50121 Firenze
Tel. 055 23575 – Fax 055 242213
Orario dal 5 giugno 2000
lunedì 14.00-19.00,
martedì e giovedì 8.30-19.00,
mercoledì, venerdì, sabato e domenica 8.30-14.00

Biglietto intero: € 4,13 - ridotto: € 2,06
Servizi: guardaroba, book-shop, sezione didattica

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