Itinerario religioso - da Serri a Desulo

Itinerario religioso - da Serri a Desulo

percorsi della devozione

A Serri si fa festa l'11 settembre, nella chiesa campestre di Santa Vittoria, ai margini del grande villaggio nuragico: una ricorrenza che ci porta ancora più indietro nel tempo, perché indica la continuità tra le manifestazioni tipiche della civiltà dei protosardi e quelle introdotte con il Cristianesimo. Nella campagna di Isili merita una visita la chiesa di Sant'Antonio di Fadali, che si trova al centro di un piccolo parco: è preceduta da un portico e fonde elementi molto antichi - come la scritta ormai illeggibile sull'architrave della porta - con i segni di un restauro recente. Da quando l'edificio è stato restaurato, il 13 giugno di ogni anno tutti gli isilesi che si chiamano Antonio si uniscono per organizzare la festa.
Laconi è tutto pervaso invece dai ricordi del suo santo, Ignazio, e dai monumenti che gli sono stati dedicati, tanto che viene chiamato "Assisi di Sardegna". Il percorso devozionale in onore dell'umile cappuccino vissuto nel Settecento, canonizzato nel 1951, comprende la sua casa natale, un museo e la chiesa parrocchiale, un bell'esempio di arte tardo-gotica della fine del Quattrocento; e trova un collegamento esterno al paese nella località Carradore: imboccata la strada per la frazione di Santa Sofia, ci si inoltra verso i boschi di Su lau, dove sorge il grande monumento in bronzo che rappresenta un cavallo impennato sul quale si regge a malapena un cavaliere. Fu qui infatti che il giovane Ignazio, salvo per miracolo sull'orlo del precipizio, avvertì imperiosa la chiamata alla vita religiosa.
Per vedere il luogo di devozione più caro alla gente di Desulo bisogna attraversare il paese e continuare poi in salita, sino al passo di Tascusì, 1250 metri di altitudine: qui si trova la chiesetta di Santa Maria della Neve, costruita in seguito a un episodio drammatico del 31 dicembre 1913, quando di cinque paesani sorpresi da una tempesta di neve solo due riuscirono a stento a salvarsi. Furono loro a occuparsi della costruzione, e a dare origine alla festa, che si ripete il 5 di agosto; qualche anno fa è stato aggiunto un monumento in bronzo: un cavallo impennato che vuoI rappresentare il coraggio dei cinque compagni nello sfidare la bufera per poter raggiungere i loro cari l'ultima notte dell'anno.

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