Centri storici da Serri a Desulo

Centri storici da Serri a Desulo

chiese campestri, palazzi antichi e giacimenti metalliferi

Nella fertile vallata che si stende a sud della giara di Serri incontriamo Escolca, piccolo centro di agricoltori disposto in leggera pendenza. La chiesa parrocchiale è del Cinquecento, ha linee tardogotiche e conserva all'interno un'antica statua di Santa Cecilia. Tutta una serie di leggende e tradizioni lega il paese al villaggio abbandonato di Nuraxi, oggi San Simone: nel Seicento fu colpito dalla peste e gli abitanti in fuga, respinti ovunque, trovarono rifugio a Escolca, portando in dono i loro territori. Invano gli abitanti di Mandas li rivendicarono: fu un carro a buoi, lasciato libero, a confermare l'appartenenza di quei territori al paese più ospitale.
Serri è disteso sul margine di un altipiano del tipo “a giara”, caratterizzato cioè da una cresta di rocce basaltiche che dividono la parte alta dalle pendici che si affacciano sui territori circostanti. L'origine dell'abitato, che non raggiunge gli 800 abitanti, si può individuare nel villaggio nuragico di Santa Vittoria, di grande rilevanza archeologica, che si trova poco oltre l'abitato. Nel centro storico la chiesa parrocchiale, in stile romanico - pisano, è impreziosita da alcuni altari lignei dalle linee barocche. Una piccola statua di San Basilio, patrono del paese, è particolarmente venerata perchè, portata in processione in tempi di siccità, ha propiziato in più di un'occasione la pioggia.
Proseguendo sulla 128 si raggiunge Isili, importante centro del Sarcidano; collocato sulle ultime propaggini meridionali del Gennargentu (523 m.), conta oltre 3000 abitanti e ospita uffici amministrativi e finanziari, scuole superiori, strutture commerciali, ospedale civile e servizi vari. Interessanti la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, con cupola ottagonale e portale secentesco ornato da eleganti colonne tortili, e la parrocchiale di San Saturnino appena restaurata col ripristino della copertura in legno sui begli archi gotici. Il Teatro Sant'Antonio, ricavato da una chiesa incompiuta del Seicento, ospita rassegne di musica dell'Ente Lirico di Cagliari e altri importanti spettacoli. Nel centro del paese è anche il museo che ospita due culture tradizionali del paese, il rame e la tessitura.
All'uscita del paese si scende, lungo un percorso caratterizzato da ampi squarci panoramici, sino al livello del lago artificiale Is Barroccus, dal quale emerge, al culmine di un colle divenuto isola, la chiesa campestre di San Sebastiano.
Un percorso ondulato che taglia l'altopiano del Sarcidano ci conduce a Laconi (550 m. di altitudine), uno dei più importanti centri della regione, frequentato per la villeggiatura. Al centro del paese dominano le nobili architetture del Palazzo Aymerich, dimora degli antichi feudatari, impreziosito dalla facciata di Gaetano Cima; di fronte sorge il Palazzo municipale, caratterizzato dal prospetto architettonico anch'esso della scuola del Cima. Da qui ha inizio il percorso che conduce ai luoghi legati al ricordo di Sant'Ignazio (1701-1781), l'umile frate nativo del luogo, vissuto a lungo a Cagliari e canonizzato nel 1951: si incontra dapprima la sua casa natale; quindi, costeggiando il grande parco con al centro i resti del castello appartenuto anch' esso agli Aymerich, la chiesa parrocchiale, che conserva strutture gotico - aragonesi del Cinquecento ed è affiancata da un bel campanile. Oltre Laconi la 128 si fa più tortuosa e sale gradatamente di quota man mano che, piegando verso oriente, si inoltra tra le propaggini del Gennargentu. Dalla cantoniera di Ortuabis si continua, ancora più decisamente in salita, lungo la 295, fino alla cantoniera Cossatzu per poi svoltare a destra, nella provinciale che porta a Gadoni (700 m. di altitudine). Il versante opposto della valle, costituito dalle alture di Sa Scova, che più in basso danno luogo ai giacimenti metalliferi di Funtana Raminosa, è a breve distanza, così che il paese non ha di fronte a se grandi spazi: «il suo orizzonte - scriveva Vittorio Angius - è assai ristretto e poco variato». La parrocchiale dedicata all'Assunta, affacciata sulla valle, ha un bel portale del Cinquecento; mentre nella parte alta si trova quella di Santa Marta, rifatta di recente nel punto in cui sorgeva da tempo immemorabile. Riprendiamo la statale e raggiungiamo Aritzo, che si stende in bella posizione tra il verde di questi monti, a quasi 800 m di altitudine, ricca di alberghi e strutture ricettive. Nel paese si possono vedere, oltre alle case più antiche, costruite e coperte con lastre di scisto, la parrocchiale di San Michele Arcangelo, la casa Arangino, in stile neogotico, le antiche carceri baronali e il Museo delle Tradizioni popolari, che in una sezione ospita i capi dell'abbigliamento tradizionale e nell'altra gli strumenti del pastore e del contadino.
Desulo, antico paese di pastori, è situato anch'esso in alta collina (m. 890), alla falde del Gennargentu. Conserva molti dei modi di vita e di produzione della tradizione: sono ancora in attività gli intagliatori che dal legno di castagno sanno ricavare oggetti utili e ornamentali, e nella parte antica dell'abitato non è difficile incontrare donne anziane in costume.

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immagini dalla Sardegna: Aritzo con la neve
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