vocabolario del mugnaio, glossario, detti ed altro...
Nibbiano Collocato sulla riva destra del Tidone, Nibbiano ha il carattere di una rurale borgata, raccolta attorno alla bella piazzetta contornata da graziosi portici bassi e larghi. Un importante recupero del centro storico ha consentito una veste attuale molto piacevole, caratterizzata da belle case che esaltano l’aspetto medievale del paese. Con una presenza dell’uomo sul territorio anteriore all’anno Mille, ha fatto parte dei possedimenti del Monastero di San Colombano di Bobbio fino al ‘300. In seguito si succedettero i marchesi Malvicini Fontana e, dalla metà del XVIII secolo, gli Azara. Da visitare, oltre ai numerosi mulini, anche castelli e chiese, a partire dalla parrocchiale di San Pietro che custodisce un autorevole dipinto seicentesco. Uscendo dal centro abitato, dopo aver apprezzato scorci rurali veramente suggestivi, si sale in visita a Trebecco, minuscolo centro che sorge su uno sperone di roccia e che conserva, nella quiete di un ambiente ameno, gli antichi resti del castello. Si riscende non prima di aver fatto buona scorta di relax per prendere la direzione Pecorara e si visitano, in ordine, i mulini Molinazzo, Baldante, Reguzzi, Tombino, tutti a macina. E’ un percorso che si può coprire anche a piedi, con un piacevole sentiero che corre per la quasi totalità lungo la riva sinistra del Tidone. In seguito si ritorna a Nibbiano e ci si dirige verso Trevozzo, incontrando dopo qualche chilometro, il mulino Lentino, detto anche “del Rullentino”, forse per il rullare delle acque del torrente sulle taglienti rocce durante le impervie giornate di pioggia. Si tratta di una struttura facente parte di un vasto complesso, di probabile origine medievale, di cui mantiene ancora tratti caratteristici. Il mulino Lentino, oltre a rappresentare il Centro accoglienza gruppi della Strada dei Mulini, offre ospitalità in bed & breakfast, è sede del Museo Civiltà della Macinazione, oltre ad essere attrezzato per fornire servizio di convegni e meeting. Dopo il meritato tempo dedicato al Lentino si prosegue per incontrare il mulino Gobbo, dopodiché si cambia strada e tema, deviando a sinistra per Genepreto per visitare il fortilizio e dove si trovano diversi locali di ristorazione. Una volta ripresa la statale per Trevozzo si incontrano, a poche centinaia di metri, i mulini Ceppetto e Rizzo, quest’ultimo anticamente chiamato “del Riccio”, che danno una bella immagine di sé, grazie ad una preziosa opera di recupero. Entrambe dimore storiche, offrono servizio di bed & breakfast, e il Ceppetto anche di ristorazione. Il sentiero escursionistico della Strada dei Mulini termina qui, ma lungo una strada bassa, parallela alla statale, superato il borgo di Casanova, si giunge al mulino Nuovo. Si riprende la statale e prima di giungere in visita al mulino Ferro, da vedere, si devia nuovamente a sinistra per Corticelli dove si erge un altro fortilizio. Ritornando in direzione Trevozzo si incontra prima il mulino Noce del Gallo, poi si entra in paese dove hanno sede i mulini Fornace e Labò, oltre ad un castello che conserva ancora due torri quadrate agli angoli e la chiesa dell’Assunta del XVII secolo con oratorio francescano del ‘300. Qui si lascia ancora la statale per imboccare la provinciale 44 e poi sulla destra una secondaria per giungere a Sala Mandelli dove si erge l’antico castello dell’XI-XII secolo, rifatto nel seicento, attualmente adibito a villa signorile circondata da un grande parco; da vedere anche la chiesa di Sant’Andrea in stile neogotico. L’ultimo tratto lo si percorre, ritornando a Trevozzo, in direzione Borgonovo val Tidone, superati i mulini di Branzini e Botteghe, si giunge a Stra con il moderno santuario della Beata Vergine delle Genti, consacrato nel 1961 in memoria dei caduti della seconda guerra mondiale. Al suo interno una statua della Vergine realizzata da Giuseppe Runggaldier oltre ad opere di altri artisti piacentini. Sempre a Stra hanno sede il mulino Rosso e il mulino Buccellari, quest’ultimo posseduto per duecento anni dai nobili Dal Verme, proprietari di altri quattro mulini. Si racconta nel libro “Mugnai e mulini della Val Tidone” di Fausto Borghi, che nel 1575 i molinari che affittavano il mulino, detto anche “della Stra”, dai nobili dovevano loro riconoscere 100 staia di frumento, 8 capponi, 2 paperi, 1 porcello. Si può proseguire ancora per giungere in loc. Fabbiano e lungo questo tratto si incontrano i mulini Piano, Spada , Santa Margherita, Pittadino e Vai. L’itinerario si può ora percorrere in senso contrario per cui, giunti a Trevozzo, si imbocca a destra la provinciale 45 che prima di riportare a Nibbiano tocca le località di Tassara, Stadera e Torre Gandini, dove è da visitare anche la bella pieve.
Vocabolario del mugnaio Estratto dal vocabolario piacentino-italiano di Guido Cammi
Mulnàr / mulnè mugnaio Mulnàra mugnaia mulinaia, la moglie del mugnaio e un tempo anche venditrice di farinacei Mulnaron grosso mugnaio, panciuto Mul mulo Mulein mulino Pan pane Palòtt palotto arnese simile ad una paletta con impugnatura ed un labbro all’estremità, usato per travasare dai sacchi le granaglie e le farine (muccià la melga col palot – ammucchiare la melica con il palotto) Crivell crivello, valio Cartein piccolo carretto Sacc sacco Sèssula sessola Mola macina Bassaculla bilancia a ponte Star staio Carattèr carrettiere Carrett carretto Ciusa chiusa, diga Barra grosso barroccio a due ruote tirato da cavalli Razdur capofamiglia
Glossario
abburattamento operazione consistente nell’eliminare la buccia del grano, cioè la crusca, che dopo la triturazione del cereale rimane mescolata alla farina. Si svolge scotendo il miscuglio in un setaccio, in modo da far passare la farina e far restare la crusca.
Macina È la parte operativa del mulino. Serve a triturare e polverizzare i cereali. Una macina superiore, rotante, sfrega contro quella inferiore, fissa.
Mulino Impianto installato per la macinazione dei cereali. Il nome deriva dalla parola latina molere, che significa macinare. Dal XII sec. in poi si costruirono oltre ai mulini ad acqua, anche quelli a vento e quelli che sfruttavano l’energia della marea. Oggi, nell’industria alimentare, s’intende per mulino l’intero impianto di trasformazione del grano in farina.
Paratoia Struttura manovrata dal mugnaio per regolare l’immissione dell’acqua sulle pale della ruota idraulica.
Rabbigliatura Intervento praticato con martelli taglienti allo scopo di mantenere affilate le macine, producendo sulla loro superficie delle scanalature (raggi), secondo complicati disegni corrispondenti alla molitura dei cereali diversi (grano, granoturco, castagne).
Staio Recipiente che poteva contenere dai 25 ai 36 litri di liquidi e che, riempito di cereali, serviva come unità di misura per quest’ultimi.
Svecciatura Operazione che consiste nel separare grano, orzo e altri cereali dai semi di veccia.
Temperatoia ad argano a vite Sistema di regolazione della distanza tra le macine. Il mugnaio agendo sull’argano solleva o abbassa la temperatoia.
Tramoggia Recipiente in legno, a forma di imbuto, nel quale viene versato il grano, che cade così tra le due macine che lo triturano e lo polverizzano.
Comunità Montana Valle del Tidone
Il complesso dell’iniziativa La Strada dei Mulini è stata finanziata dalla Comunità Montana si articola, in estrema sintesi, nelle seguenti azioni: - Disegno e riproduzione del Logo dell’Associazione e di cartografie escursionistiche; - Esecuzione di tabelloni stradali di grande formato e tabelle identificative; - Esecuzione di cartelli direzionali, pannelli integrativi ed installazione complessiva della segnaletica; - Riproduzione a stampa della cartografia escursionistica; - Attrezzamento di punto di accoglienza e informazione turistica al coperto per l'accoglienza dei turisti.
Detti e proverbi
Parè un mulnàr Sembrare un mugnaio, cioè essere tutto imbiancato o macchiato di bianco
Al mulnar l’è l’ultim a mòr, ma l’è al prim andà a l’inferan Il mugnaio è l’ultimo a morire di fame, ma il primo ad andare all’inferno
Chi baratta mulnar baratta làdar… Chi cambia mugnaio cambia ladro (nell’opinione comune i mugnai rubacchiavano nel sacco)
Lassa andà l’acqua pral so mulein…
Lasciare andare le cose come vanno
Chi vò cunus l’inferan, cal prova a fa al mulnàr d’inveran Chi vuol conoscere l’inferno che provi a fare il mugnaio d’inverno
Al paisan chèl fa debit col mornee el po pù tirass in pee Il contadino che fa debiti con il mugnaio non può più tirarsi in piedi
Sa ghè al sul …al dì ad San Martei …azelà anca il ròda dal mulein Se c’è il sole il giorno di San Martino, gela anche la ruota del mulino.
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da La Cronaca Roberto Rossi
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