Castelli in Val Luretta

Castelli in Val Luretta

da Agazzano con il Castello della Bastardina al complesso della Boffalora, ai Castelli di Lisignano, di Momeliano, di Rezzanello, di Montecanino, di Pavarano

La Val Luretta occupa la parte sud occidentale del territorio piacentino, e nonostante sia considerata valle minore per la brevità del corso del torrente Luretta, formato dai rami di S. Gabriele e di Monteventano, dal punto di vista dell’architettura castellana si presenta ricca ed interessante. Uno dei più belli e dei più importanti è senz’altro il Castello di Agazzano già presente nei documenti dell’Alto Medioevo. Posto sul lato est del paese, è a pianta rettangolare con due torrioni rotondi agli angoli del fronte principale, al cui centro s’innalza la torre d’ingresso. Davanti a questa si trova un ponte, un tempo levatoio ed attualmente in muratura. Da qui si accede ad un suggestivo cortile con elegante loggiato poggiato su colonne con capitelli ornati di stemmi. Alla fine del XVIII secolo, accanto ad esso, su porte delle antiche fondazioni del castello, venne costruito un palazzo residenziale, con pianta ad U, circondato da un bel parco. Appartenente agli Scotti fin dal 1300 è ora proprietà della principessa Gonzaga, nota Anguissola Scotti. Nel territorio di Agazzano si trova anche il Castello della Bastardina della fine del 1400. Costruito più per questioni di prestigio che di difesa, è stato realizzato interamente in mattoni. Il castello è a pianta rettangolare con torri quadrate agli angoli ed una quinta inserita al centro della facciata principale. Sull’archivolto dell’ingresso è posto lo stemma in pietra della famiglia Trissino Da Lodi il cui ramo Fabbri Trissino ne conserva tutt’ora la proprietà. Molto suggestivo è anche il complesso della Boffalora, posto tra i torrenti Luretta e Tidone, ai piedi della collina. Tutt’ora di proprietà degli Anguissola Scotti, è anch’esso a pianta rettangolare, munito di cinque torri, diverse per dimensioni e forma. Dalla torre d’ingresso, posta al centro del fronte principale, si ha l’accesso ad un cortile con portico al pianterreno e ad una loggia al piano superiore di stile settecentesco. Di notevole interesse sono le volte delle scale affrescate con motivi policromi e gli ampi saloni del primo piano con soffitti in legno e a cassettoni. Vanno ricordati anche i castelli, o quello che ne resta, delle frazioni di Castano, Montebolzone, Rivasso, Tavernago e Sarturano.

A sud di Agazzano verso la pianura si trova il comune di Gazzola, la cui sede municipale è posta dal 1880 nel castello databile attorno al 1300. Restaurato nel 1978, si presenta a pianta rettangolare con due torri angolari quadrate sul lato ovest. Molto belli sono alcuni ambienti interni con soffitti a cassettoni di notevole valore. Evidenti sono i rimaneggiamenti di epoca barocca, visibili nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi e dello scalone, negli ornamenti in pietra e nella doppia scala di granito che porta ai piani superiori.
A metà strada tra Gazzola ed Agazzano si trova il Castello di Lisignano, suggestivo fortilizio ancora circondato da fossato. Viene nominato in documenti ufficiali già nel 1244 quando vi soggiornò il Vicario dell’Imperatore Federico II, ma doveva esistere già da tempo. Appartenne a nobili famiglie piacentine e dal 1630 all’Ospedale Grande di Piacenza che lo vendette per pagare i debiti e i legati connessi all’eredità del castello stesso. Fu quindi dei Rizzalotti, dei Leoni e dei Nasalli Rocca per essere infine acquistato dall’ing. Maestri i cui figli ne conservano ancora oggi la proprietà. Il castello, a pianta rettangolare con quattro torri rotonde agli angoli, è dotato di ponte levatoio che immette in un cortile con duplice portico in stile barocco, dove si notano tracce di antichi affreschi. Un ampio scalone porta al piano superiore dove le stanze hanno soffitti a vela e a lunettoni. Nel sotterraneo di una delle torri si trova ancora una prigione in cui i condannati venivano calati tramite una botola. In riferimento a quest’ultima la leggenda vuole che esista anche una galleria sotterranea collegata al Castello di Agazzano.
In buono stato di conservazione è anche il Castello di Momeliano già citato nelle cronache locali del 1234. Ha una pianta ad “U” con quarto corpo di fabbrica rappresentato da una semplice cortina muraria indice di diverse espressioni architettoniche medievali e rinascimentali. Sono tutt’ora visibili anche le tracce degli incastri del ponte levatoio; la merlatura, ora chiusa, ad arco percorribile per mezzo di uno stretto corridoio; le finestre ad arco acuto, ora murate, e la loggia verso il cortile con due coppie di archi. Momeliano conserva anche una torre, esempio di arte fortificatoria minore; quest’ultima pare che fosse una dipendenza del castello costruita nel XV secolo. All’interno, a due piani, in alcune lunette sono definiti gli stemmi delle nobili famiglie che ne furono proprietari.
Imponente è la mole del Castello di Rezzanello, citato per la prima volta in un documento del 1001. Posto in una bellissima posizione panoramica, ha la pianta trapezoidale con snelle torri circolari ai vertici. In ottimo stato di conservazione è circondato da uno splendido parco.
Nel territorio del comune di Piozzano ci sono poi i resti del Castello di Montecanino, una volta di grande importanza strategica, distrutto dal Barbarossa nel 1164 e definitivamente crollato ai giorni nostri.
In stato di conservazione assai carente è anche il Castello di Pavarano, più volte rimaneggiato nel corso dei secoli.
Il castello chiamato La Valorosa, un tempo notevole complesso castrense, è oggi sede di un’azienda agricola, conservando in buono stato la tipologia dell’edificio principale con strutture in sasso e finestrelle con archivolti in arenaria. In una torre isolata sono visibili gli incastri del ponte levatoio che inducono a pensare che un tempo tutto il complesso fosse circondato da un fossato.
La costruzione meglio conservata è comunque la torre, attualmente di proprietà del Ministero della Pubblica Istruzione. Già citata nel 1385, è stata trasformata in dimora signorile e nei saloni interni erano un tempo visibili pregevoli opere d’arte. Conserva sul fronte anteriore l’antico portale sovrastato dagli incastri del ponte levatoio.

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