complesso archeologico tra i più significativi della Sardegna
E' tra i complessi di domus più significativi della Sardegna, il cui nome deriva semplicemente dal nome del proprietario del fondo. Scoperta casualmente all'inizio del 1900 durante i lavori di bonifica, l'area ipogeica non risulta emersa nella sua interezza. Le tombe portate alla luce sono 38 e presentano soffitti di modesto spessore in gran parte o del tutto crollati. Due le tipologie di ingresso: a dromos, con corridoio discendente, e a pozzetto, con semplice apertura ricavata su un lieve rialzo del terreno che fa accedere alla sala. Un primo agglomerato di tombe si trova su un'ampia zona pianeggiante, un secondo complesso è invece su una modesta altura. Nelle tombe lo schema planimetrico più frequente è quello a T con le celle disposte intorno al braccio superiore. Nella tomba A, una falsa porta testimonia un simbolico ingresso nel mondo dei morti. Cornici attorno ai portelli, finte architravi e pilastri rimandano ad elementi architettonici delle residenze dei viventi, evocando una continuità tra il mondo dei morti e quello dei vivi. I ritrovamenti delle tombe di Anghelu Ruju sono attualmente custoditi nel museo archeologico G.A. Sanna di Sassari.
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