Viterbo: la storia

Viterbo: la storia

prime notizie sulla città risalgono al sec. VIII

Sul Colle del duomo sono ancora visibili resti di mura etrusche che attestano l’esistenza di un antico pagus (Surina), conquistato probabilmente dai Romani nel 310 a.C. ad opera del console Quinto Fabio Rulliano, allorché superata “l’orrida Selva Cimina”, invase i centri etruschi di questo territorio.
Moltissimi ruderi di sontuosi edifici termali e ville, sparsi dove correva il primo tracciato della Cassia, testimoniano l’importanza e lo splendore che il luogo dovette raggiungere specialmente all’epoca dell’imperatore Augusto.
Le prime notizie sulla città risalgono al sec. VIII, allorquando re Desiderio, in lotta contro il Papa Adriano I, invase i numerosi villaggi del territorio viterbese e fortificò l’antica arce etrusca sul colle del Duomo.
Nell’anno 1145 ospitò per la prima volta un Papa, Eugenio III; nel 1164 l’imperatore Federico Barbarossa le conferì, per premiarne la fedeltà ghibellina, il titolo di Città; nel 1172 aumentò la propria potenza economica e politica, a seguito della distruzione ed annessione della vicina rivale Ferento, mentre nel 1192 fu elevata a sede vescovile dal Papa Celestino III°.
La città raggiunse grande importanza nel XIII° secolo quando, grazie alla sua posizione strategica sulla consolare Cassia, seppe destreggiarsi abilmente tra il Papato e l’Impero, patteggiando ora per l’uno ora per l’altro.
Con lo Statuto del 1251 la città venne finalmente organizzata in quattro grandi quartieri, S. Lorenzo, S. Sisto, S. Pietro e S. Marco in Sonsa, ed assunse una nuova fisionomia svincolata dal polo del Colle del Duomo e protesa verso l’attuale Piazza Plebiscito, dove nell’area del Prato Cavalluccalo fu costruito il Palazzo dei Consoli e quello del Capitano del Popolo.
Si liberò dal giogo dell’Imperatore Federico II°, opponendosi alla potenza militare con il coraggio dei suoi abitanti ed in particolare con il cardinale Raniero Capocci e la straordinaria fede della fanciulla Rosa (Santa Patrona), l’eroina popolare morta diciottenne nel 1251.
I viterbesi conservano per la Santa un immutato sentimento di devozione, che da secoli tocca il culmine nella serata del 3 settembre di ogni anno con il tradizionale trasporto della Macchina di S. Rosa, l’enorme campanile splendente di luce.
Nella seconda metà del secolo XIII, quale libero comune in continua ascesa economica e militare, cresciuto in magnificenza e prestigio, si arricchì di nuove chiese, di splendidi palazzi con le tipiche scalate esterne (profferli), di nuove piazze con fontane in peperino (tipico pietra da costruzione), molte a forma di fuso, e divenne uno dei centri religiosi ed economici più importanti d’Italia.
La costruzione della cinta muraria con le alti torri fortificate iniziò nell’anno 1095, al fine di riunire e proteggere i vari borghi sparsi nella zona.
Nel 1270 fu completata celermente la costruzione delle alte mura, con la chiusura della Valle di Faul (allora sguarnita) e la costruzione della porta-torre di San Biele, soprattutto a causa delle frequenti lotte con la città di Roma ed i suoi alleati.
Papa Alessandro IV la scelse come ultimo rifugio e, dopo la sua morte nel 1261, segui una serie di elezioni papali alcune delle quali sono rimaste memorabili. Nel 1266 si insediò nel nuovo palazzo sul colle del Duomo, papa Clemente IV° (eletto a Perugia), che contribuì alla definitiva sconfitta del giovane Corradino di Svevia.
Alla morte del Papa, sul finire dell’anno 1268, prese l’avvio il più lungo periodo di mancata elezione di un successore della storia della Chiesa. In quegli anni la città fu teatro di numerosi avvenimenti, tra cui l’uccisione per vendetta di Enrico di Cornovaglia. Soltanto dopo due anni e nove mesi di trattative, i cardinali, temendo ulteriori disordini da parte dei viterbesi che, stanchi della lunga attesa, chiusero a chiave i prelati (origine della parola “cum-clave”) e scoperchiarono il tetto del Palazzo Papale, si arrivò all’elezione del piacentino Gregorio X (Teobaldo Visconti).
Il Papa, nel successivo Concilio di Lione emanò una serie di decreti che disciplinano ancora oggi le procedure dei conclavi. Altri Papi eletti in città furono Giovanni XXI, Niccolò III e Martino IV che nell’anno 1281 allontanò la sede papale da Viterbo.
Dopo la partenza del Papa, la città passo da una signoria all’altra tra lotte sanguinose e fratricide e dopo numerose ed alterne vicende, venne annessa allo Stato Pontificio.
Nel XIV sec. fu costruita nei pressi di Porta Fiorentina, la Rocca Albornoz, centro di potere legato al cardinale Egidio Albornoz, quale punto strategico di confluenza degli afflussi in città.
Particolari privilegi le furono conferiti dal Papa Paolo III che fece costruire numerosi edifici in stile “farnesiano”, si rese promotore di varie iniziative di pubblica utilità ed istituì l’ordine dei Cavalieri del Giglio a difesa del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, di cui Viterbo era la Capitale.
Il Medioevo e il Rinascimento sono state, pertanto, le epoche durante la quali maggiormente si sono evolute e modificate la storia e l’urbanistica della città.
Il giorno 12 settembre 1870 fu occupata dalle truppe italiane ed annessa alla Nazione.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, fu gravemente colpita ed in gran parte distrutta dai bombardamenti, poi tenacemente ricostruita fino ad assumere l’aspetto attuale.
Dal 1 gennaio 1927 è stata riconosciuta Capoluogo di Provincia.

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