credenze e riti religiosi
I miti intorno all'origine dei culti e alla fondazione dei santuari, incentrati sul ritrovamento di corpi di santi o di immagini sacre, nascosti, sottratti all'oblio o ancora pervenuti dal mare, dimostrano come sia radicata nelle comunità locali la convinzione di essere state scelte dal patrono: rendere gli onori significa, quindi, partecipare alla sua potenza, ampliare la propria sfera d'influenza sul mondo, riscattarsi della miseria e dell'insignificanza. La rottura con l'abituale quotidiano trova forme di protezione psicologica nell'orizzonte mitico del tarantismo, valvola di sfogo di di tensioni sociali e di angosce esistenziali, oppure nel viaggio di purificazione verso i luoghi sacri, a dispetto degli adeguamenti alle tipologie moderne del turismo religioso di massa. Della presenza dell'elemento igneo è una costante in quasi ogni rito della regione: si bruciano in roghi le immagini caricate di tutte le valenze negative, si accendono falò propiziatori in onore di santi, vincitori delle potenze; si dimostra, con il trasporto delle torce, coraggio, abilità, forza fisica, ma anche la capacità di correre un rischio con gli altri, in uno sforzo che impegna la collettività. Il carattere iniziatico delle prove del fuoco torna anche nei rituali penitenziari della Settimana Santa, che si innestano sugli antichi riti di passaggio dall'inverno alla primavera, nei quali l'espiazione aveva creato tuttora la funzione di concorrere alla rinascita fisica.
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