querce, masserie e trulli
Il territorio delle città di Mottola dal punto di vista ambientale si presenta grosso modo suddiviso in due grandi aree di notevole interesse naturalistico, che mostrano diverse ed evidenti caratteristiche fisiografiche. A Sud del centro abitato, sul primo gradino murgiano posto tra i 200 e i 250 metri s.l.m., corre l'arco delle celebri gravine, ove si snodano gli antichissimi fiumi fossili dello Jonio, ovvero i grandi e spettacolari canyon di Petruscio, Capo Gavito, Forcella, San Biagio (tratto iniziale della gravina di Palagianello) e della gravina di Castellaneta (spalto est), ed ancora decine delle più modeste lame. Questa zona dal punto di vista geologico è contraddistinta prevalentemente dalla prsenza di teneri depositi argillosi, sabbiosi, tufacei e marnosi risalenti al Pliocene (tardo periodo Terziario, da 12 milioni a 1.700.000 anni fa) ed al successivo Pleistocene (Quaternario), e la sua vegetazione naturale appartiene prevalentemente al tipo Oleo Ceratonion (areale dell'Oleastro e del Carrubo), ovvero la tipica macchia mediterranea dei climi aridi. A Nord della città si presenta invece un secondo gradino murgiano che porta ad un altopiano ondulato le cui vette raggiungono anche i 500 metri (Monte Sorresso 500m., Monte Orsetti 461 m.,), caratterizzato geologicamente dalle dure rocce calcaree e dalle dolomie cristalline del Cretaceo Superiore (Era Secondaria o Mesozoica, da 135 a 65 milioni di anni fa), inquadrabile dal punto di vista vegetazionale dapprima nell'areale del Leccio (Quercino ilicis) e, nelle zone più alte, oltre i 400 metri s.l.m., in quello della Roverella (Quercino pubescentis): In questa seconda fascia del territorio mottolese chi ama la natura può ritemprarsi nei più importanti boschi di querce della provincia tarantina, in un ambiente naturale, nel quale è possibile ritrovare intatti o solo parzialmente degradati gli originari lineamenti vegetazionali e naturali della Murgia. Mottola possiede boschi per circa 5800 ettari, il 30% dell'intero territorio comunale, ultimi lembi di una immensa ed impenetrabile foresta originaria che sino alla fine dell'800 ricopriva gran parte della Puglia e della vicina Basilicata. Ancora oggi, nonostante i disboscamenti, la Puglia conserva il primato della rappresentatività delle specie quercine, ben 10 (secondo alcuni studiosi almeno una dozzina), che vegetano sul suo territorio. Mottola presenta nei suoi boschi almeno quattro tipi di querce, il Leccio (Quercus ilex), la Roverella (Quercus pubescens Willd), la Spinosa ( Quercus Coccifera o Calliprinos Webb) e soprattutto il Fragno (Quercus Trojana Webb), una delle querce più rare, presente in Italia in un areale molto ristretto, limitato alle province di Taranto, Bari, Brindisi e Matera.
da www.comune.mottola.ta.it
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