frequentata già dall’imperatrice Sissi
La storia delle Terme di Merano è indissolubilmente legata a quella di Merano città di cura. Già nel lontano 1522 l’imperatore Carlo V mostrava di apprezzare il mite clima del Burgraviato ed incluse nel suo tragitto verso sud un prolungato soggiorno a Merano. I nobili ed i cittadini abbienti dell’intera Europa seguirono il suo esempio. Tuttavia la nascita vera e propria della località di cura va fatta risalire al 1836. A quel tempo apparve una pubblicazione scientifica del medico civico dottor Josef Waibl riguardante il clima particolarmente salutare della conca meranese. Anche la principessa Schwarzenberg soggiornò a Merano in quello stesso anno. Del suo seguito faceva parte il medico personale Johann Nepomuk Huber: anch’egli aveva notato gli effetti benefici del clima meranese e dell’uva locale e compilò un libricino dal titolo “Über die Stadt Meran in Tirol, ihre Umgebung und ihr Klima, nebst Bemerkungen über Milch-, Molken- und Traubenkuren und nahe Mineralquellen” (La città di Merano in Tirolo, i suoi dintorni ed il suo clima, inoltre osservazioni sulle cure del latte, del siero di latte, dell’uva e sulle vicine sorgenti minerali). Huber vi descriveva Merano come una fonte salutare in cui aria, acqua e latte avevano qualità tali da poter posporre notevolmente la naturale fine della vita. Il volumetto venne letto a Vienna nei circoli dell’alta nobiltà e diede un considerevole impulso al turismo meranese. Pressoché nello stesso periodo il medico meranese Eduard Kuhn elogiava Merano come luogo ideale dove i tubercolotici potevano ristabilirsi. Perfino le giornate invernali erano gradevoli a tal punto che gli ospiti potevano passare molte ore all’aperto senza risentirne e rafforzare i propri polmoni facendo delle passeggiate, così prometteva Kuhn. Per quanto riguarda le malattie del tratto digestivo, i problemi cardiaci e circolatori come pure le malattie dei reni e delle vie urinarie, Eduard Kuhn consigliava invece la cura dell’uva, ancor oggi conosciuta ed apprezzata. Già verso il 1840 venne aperto a Maia Alta uno stabilimento idroterapico ad acqua fredda.
Sissi, prima calamita per il turismo
Nel 1850 si diede vita al primo “Comitato di cura” di Merano, che doveva occuparsi della costruzione del nuovo stabilimento di cura. Nel corso dei decenni successivi, il futuro sindaco Josef Valentin Haller ed ancor più il dottor Franz Tappeiner crearono le premesse che permisero a Merano di diventare fino alla prima guerra mondiale una delle più amate località di cura a sud delle Alpi. Gli ospiti affluivano da tutte le regioni della monarchia asburgica e del regno tedesco e anche per russi ed inglesi la città divenne un’apprezzata località di cura. Nel 1870 giunse a Merano l’imperatrice Elisabetta, la famosa Sissi, che con le figlie Gisela e Valerie soggiornò a Castel Trauttmansdorff. A Merano la malaticcia Valerie migliorò sensibilmente e questa notizia venne ampiamente diffusa dai giornali del tempo. Quando l’autunno seguente Sissi si mise nuovamente in viaggio alla volta di Merano, le cifre dei visitatori raddoppiarono e da quel momento la nobiltà europea si diede appuntamento a Merano. Giusto in tempo per cogliere questo momento di splendore, nel 1874 venne inaugurato il nuovo Kurhaus. Nella sala di lettura si potevano trovare oltre 100 quotidiani, un segno della internazionalità del pubblico presente.
Più di un milione di pernottamenti
Per ospitare i villeggianti sorsero ville e hotel, che in parte contrassegnano ancor oggi la fisionomia di Merano. Le case offrivano bagni caldi e freddi in molte versioni e con ogni sorta di accessori. Venne edificato un Kurmittelhaus (istituto fisioterapico) nelle forme eleganti del liberty; in una sala destinata alle cure idropiniche si somministravano varie acque minerali. Su ordine del dottor Tappeiner, nel porticato lungo il Passirio vennero poste delle sedie a sdraio destinate ai tubercolotici, affinché potessero godersi l’aria fresca. In questo modo la città di cura precorse i celebri sanatori antitubercolari svizzeri, così come li ha descritti Thomas Mann nel suo romanzo “La montagna incantata”. A cavallo tra Otto e Novecento Merano conobbe una vera e propria fioritura. Anteriormente alla prima guerra mondiale vennero registrati in media più di un milione di pernottamenti all’anno. La maggior parte dei visitatori nobili trascorreva in media cinque settimane in città. L’istituto fisioterapico attraeva magicamente gli ospiti. C’erano bagni in vasche di lusso, una piscina, bagni pubblici, docce, un bagno di vapore, oltre a metodi di trattamento del tutto nuovi come bagni radioattivi, vibromassaggi, impacchi di fango ed altro.
Una “Norvegia subtropicale”
Tuttavia la fama leggendaria di Merano era ed è determinata dal paesaggio ameno e dal clima mite, in cui, davanti alla scoscesa quinta montuosa del gruppo di Tessa, prosperano palme ed ogni tipo di piante esotiche. La scelta delle piante mediterranee, promossa in special modo dal dottor Tappeiner, conferì alla città ed ai suoi dintorni la fama di un’oasi paradisiaca in mezzo ai ghiacciai, dove uva, vino e una gran varietà di frutta addolcivano la vita all’ospite. Fritz von Herzmanovsky-Orlando, che soggiornò a lungo a Merano, ha ribattezzato la città una “Norvegia subtropicale” per via di questo paesaggio. Egli amava Merano al pari di molti altri artisti. Nella pensione Ottoburg Franz Kafka, malato di tubercolosi, trascorse giornate colme di nostalgia. Arthur Schnitzler si innamorò qui perdutamente, Christian Morgenstern si sposò a Maia Alta e lavorò alla stesura del suo “Palmström”, Rilke e Hoffmannsthal composero poesie d’occasione, Stefan Zweig si estasiava: “Nord e sud, città e campagna, Germania e Italia, tutti questi contrasti scivolano dolcemente uno nell’altro, (...) quasi utilizzando una scrittura tondeggiante la natura ha scritto con lettere variopinte la parola pace nel mondo.”
Da stazione climatica a località termale
Lo scoppio della Prima guerra mondiale pose una fine repentina a questa pagina del turismo meranese. Passeggiate ed alberghi si svuotarono improvvisamente. E’ solo lentamente che la città di cura si avviò verso la ripresa, e la svolta avvenne nel 1933, quando un geologo scoprì dell’acqua contenente radon su Monte S. Vigilio. Quella che fino ad allora era stata una stazione climatica divenne una località termale. Nel 1940 l’acqua oligominerale di Monte S. Vigilio venne incanalata per la prima volta fino all’istituto fisioterapico. Il gas nobile in essa contenuto, il radon, si rivelò estremamente sano e benefico, e così giunsero a Merano ospiti sempre più numerosi. L’acqua si dimostrò particolarmente curativa nel caso di pazienti con problemi circolatori o con malattie delle vie urinarie, nonché disturbi respiratori e digestivi. Nel 1958 venne fondata la “Società Azionaria Lavorazione Valorizzazione Acque Radioattive” , la S.A.L.V.A.R., che nel 1972 aprì le Terme di Merano, alimentate dalle sorgenti radioattive di Monte S. Vigilio. Le applicazioni terapeutiche comprendevano bagni di fango, idromassaggi, cure inalatorie e cure idropiniche, oltre ai bagni nella grande piscina coperta. Nel 1982 la società mutò il proprio nome da S.A.L.V.A.R. in Meraner Kurbad AG – Terme di Merano S.p.A. Fino a quel momento lo Stato italiano era il socio di maggioranza con il 60% delle azioni. Alla fine del 1997 si verificò una trasformazione, con il passaggio di questo 60% alla Provincia di Bolzano, già in possesso del 39%, che divenne così il socio di maggioranza, inaugurando una nuova era. La Provincia decise di rinnovare completamente lo stabilimento termale, per incrementare così il turismo meranese, e indisse un concorso di idee, a cui aderirono 112 architetti da tutt’Europa. Il 12 gennaio 2000 venne scelto il vincitore: il gruppo di architetti Baumann, Zillich, Müller e Wehberg di Berlino. Per la realizzazione degli interni è stato incaricato incaricato il celeberrimo architetto milanese Matteo Thun. Nell’autunno 2001 si è dato il via ai lavori. Inoltre nell’aprile del 2004 l’assemblea degli azionisti ha deciso un ulteriore cambio del nome, da Terme di Merano S.p.A. in Terme Merano S.p.A.
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