rinomato comprensorio turistico
Calata nel cuore delle Alpi e coronata dalle montagne fortemente suggestive delle Dolomiti, è diventata uno dei comprensori turistici più rinomati ed apprezzati dell'intero arco alpino. Queste montagne uniche al mondo, sono nate dal profondo del mare di Tedine 250 milioni di anni fa in seguito ad imponenti sconvolgimenti della crosta terrestre. La valle si trova nel cuore dei Monti Pallidi che ogni alba e tramonto si colorano di infuocate tinte, riflettendo sulle loro pareti la luce del sole, con un fenomeno unico conosciuto come "Enrosadira", espres-sione tangibile di quell'atmosfera magica che si assapora ogni volta come se fosse la prima. E' un'esplosione di colori che in pochi attimi trasforma il panorama, dando quasi vita a montagne, pascoli e boschi. Una monta-gna che è da conoscere, da frequentare ed amare per la cordialità, le consuetudini e le tradizioni della gente che la abita. Infatti il turismo, in una valle che fino a trent'anni fa aveva conosciuto un'esistenza difficile e quasi ai limiti dell'isolamento, è stato motore di una crescita diffusa, trasversale ad ogni attività economica. Lo spirito di ospitalità e l'acco-glienza si sono decisamente diffuse e radicate fra la gente, le mentalità si sono aperte tanto che oggi la maggior parte delle famiglie di questa valle vede correlata la propria attività, in modo più o meno diretto, al turismo. C'è chi in Val di Fassa trascorre i propri soggiorni da anni poiché irrimediabilmente conquistato dalle bellezze del paesaggio e dai mille piccoli grandi segreti della storia degli abitanti e dalle leggende. Sotto quest'ottica, severi programmi urbanistici impediscono la crescita disordinata di strutture turistiche, incoraggiando gli interventi per il miglioramento delle strutture già esistenti. Inoltre va sottolineato l'imponente piano di recupero conservativo dei centri storici di numerosi paesi, nell'intento di sottrarre dal degrado vere e proprie testimonianze di storia rigurdanti l'intera valle. Tra queste montagne si riesce sempre a trovare qualcosa di nuovo; uno scorcio di quel conosciuto panorama sempre affascinante, un vecchio sentiero da scoprire, un'inedita discesa da percorrere con gli sci. Fare turismo significa soprattutto incontro e confronto tra persone diverse per mentalità, cultura, abitudini e lingua, ecco perché ha così importanza conoscere la storia millenaria dei Ladini, fiero popolo e "padrone" delle Dolomiti. Oggi i discendenti rappresenta-no una minoranza etnica, comunque tutelata nelle espressioni delle sue tradizioni che vivono anche attraverso la presenza di un Istituto-Museo con sede a Vigo di Fassa. Con l'idea del "Museo sul territorio", l'istituto ha gettato le basi per un lavoro di recupero sistematico delle testimonianze della civiltà ladina in Val di Fassa, creando le prime tappe di un itinerario etnografico che intende condurre il visitatore nelle pieghe nascoste della realtà locale. Il lavoro scientifico svolto e promosso dall'istituto si concretizza in una intensa attività editoriale: dal 1977 è semestralmentre pubblicata la rivista "Mondo Ladino". Si giunge in Val di Fassa uscendo dall'autostrada A 22 del Brennero all'uscita di Ora, poco dopo il Passo di San Lugano, la comoda strada di fondovalle consente in pochi attimi di arrivare a Predazzo, capoluogo ed ultimo centro della Valle di Fiemme. Ancora una decina di chilometri, ed ecco la grande piana di Moena, anfiteatro naturale e porta d'ingresso alla Valle di Fassa che si protende in direzione nord-est, incuneata per una ventina di chilometri fra massicci rocciosi, unici nella loro selvaggia bellezza, tra i quali la Roda di Vael ed il Catinaccio, le maestose cime del Sassolungo, l'imponente mole del Sella, la Marmolada, regina delle Dolomiti. Chiudono la corona, tornando verso sud, il sotto gruppo della Valacia con Cima Undici e Cima Dodici, le propaggini della catena dei Monzoni, vero e proprio paradiso geologico e mineralogico.
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