a fianco sorge la Casa Professa che ospita la biblioteca comunale
Quando i Gesuiti giunsero in Sicilia alla metà del XVI sec., il governo spagnolo diede loro fondi ingenti. Qui fondarono la prima chiesa che venne più volte rifatta fino all'aspetto attuale che risale alla fine di quello stesso secolo. Purtroppo la chiesa ha subito pesanti danni durante i bombardamenti del 1943 ed è stata in parte ricostruita. La sobria facciata contrasta con l'esuberanza barocca dell'interno, un manto di stucchi e di pietre dure. Particolarmente bella è la decorazione del presbiterio, opera dei Serpotta, un'euforia di putti colti negli atteggiamenti e mansioni più varie: chi vendemmia, chi regge in mano ghirlande, fiaccole, strumenti musicali, righe, squadre, lance con cui infilza diavoli. Nella seconda cappella a destra, si trovano due bei dipinti di Pietro Novelli: S. Filippo d'Agira e S. Paolo Eremita in cui l'ultima figura a sinistra è un autoritratto del pittore. Nella sagrestia si ammiri il bellarmadio scolpito (XVI sec.). Di fianco alla chiesa sorge la Casa Professa che ospita la biblioteca comunale dove sono conservati numerosi incunaboli e manoscritti. La prima e la seconda sala (riservata alla lettura) sono abbellite da circa 300 ritratti di uomini illustri.
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