Area archeologica di Velia

Area archeologica di Velia

fu città della Magna Grecia

L'importanza di questa realtà archeologica, quasi ignorata fino agli anni Sessanta e ancora non valorizzata a pieno dagli itinerari turistici recenti, è legata ai grandi filosofi del passato Parmenide e a Zenone, padri del pensiero idealistico, e alla nota Scuola di medicina, ereditata poi da Salerno (Scuola medica salernitana).
Velia, città della Magna Grecia, fu fondata dai Focesi provenienti da Alalia (Corsica) dopo che furono sconfitti (540 a. C.) dalle flotte degli Etruschi e dei Cartaginesi.
I Focei, attratti dalla bellezza del luogo, si stabilirono lungo una sorgente che consacrarono alla ninfa Yele da cui derivò il nome della famosa città di Elea.
Acquistò importanza dopo la distruzione di Sibari (colonia greca sul golfo ionico) e ospitò i filosofi Parmenide e Zenone (il primo fondò a Velia la scuola filosofica che fu detta Eleatica). La città combatté con la vicina Posidonia, con i Lucani e nel 389 a. C. entrò a far parte della Lega Italiota. Fornì poi aiuti a Roma contro Annibale. Dopo la guerra sociale Velia fu municipio. Venne distrutta dai Saraceni fra l’VIII e il IX secolo d. C. Nel medioevo la parte bassa della città fu abbandonata, mentre restò abitata l’acropoli.
La struttura urbanistica della colonia articolata in tre nuclei: il quartiere meridionale (centro politico), il quartiere settentrionale (in funzione del porto fluviale), infine l'acropoli (il più antico abitato di Elea).
L’area occupata dall’antica città si estende su un promontorio che un tempo lambiva il mare.
Lo sviluppo del centro interessò in seguito la pianura a sud e a nord dello stesso promontorio, dove furono edificati i due quartieri con cerchie murarie indipendenti che si uniscono a quella che cinge l’acropoli.
Tali quartieri sono attraversati da una strada che corre in direzione nord-sud e termina con due porte: Porta Marina Nord e Porta Marina Sud. Il quartiere meridionale è il più antico. Le mura presentano resti di VI e di IV secolo a. C.
Si possono ammirare resti di abitazioni disposte su terrazze ed edificate con blocchi di arenaria di forma poligonale.
Sul promontorio sorgevano edifici pubblici e sacri; rimangono resti di un tempio ionico e del teatro di III secolo a. C. poggiante sul muro di terrazzamento del tempio; a sud si trovano resti di un edificio a pianta rettangolare e di una strada pavimentata; alle pendici meridionali era l’agorà di IV-III secolo a. C.
Si posono inoltre visitare resti di monumenti funerari romani e di un edificio termale, i resti del porto, il pozzo sacro, e, più in alto, l'anfiteatro, la chiesa paleocristiana, la Torre Angioina e la Porta Rosa.
Dalla città provengono numerose iscrizioni greche e latine, nonché statue di medici della scuola veliana che si possono ammirare nella chiesetta all’interno dell’area archeologica.
Anche con Roma, Elea, divenuta Velia, trattenne rapporti commerciali, politici, culturali, senza perdere la propria autonomia. Per la mitezza del clima e l'alto tenore di vita dei suoi abitanti, fu meta di soggiorno di Orazio e Cicerone.

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