itinerari in Trentino
Un capitolo a parte meritano i castelli del Trentino, maestosi testimoni di un passato fatto di ostilità guerriere, agi cortesi e vita rurale. Bene culturale, simbolo di storia sociale, eçonomica e politica, il castello ha ritmato il tempo di questa regione rappresentando l'incontro-scontro tra poteri storici diversi: il Principato Vescovile di Trento, la Contea del Tirolo, dominazioni ed influenze venete e lombarde. La loro distribuzione geografica contrassegna i grandi itinerari alpini e i principali nodi valligiani e, proprio per questo, la descrizione che segue tiene conto della loro naturale suddivisione in quattro aree omogenee proponendo altrettanti percorsi.
1° Percorso - La Valle dell'Adige Percorsa dalla storica strada che collega l'Italia al Centro-Europa si suddivide in due settori: a sud di Trento prende il nome di Valle Lagarina, a nord di Piana Rotaliana.
Il Castello di Sabbionara d'Avio
Venendo da Verona il primo castello che si incontra è quello di Sabbionara d'Avio, posizione fortificata antichissima, a custodia della bassa Valle Lagarina e del borgo di Avio. Per secoli fu feudo dei Castelbarco, nel 1441, con la giurisdizione dei Quattro Vicariati (Ala, Avio, Mori e Brentonico) il castello passò per testamento dai Castelbarco ai Veneziani, che lo ampliarono e lo sopraelevarono. Solo nel Seicento, dopo essere stata anche del Principe Vescovo tridentino, la fortezza tornò ai Castelbarco che, a ~ partire dal 1812, purtroppo, lo smantellarono sistematicamente per abbellire la loro nuova dimora di Loppio. Il castello è formato da varie parti, . raccolte all'interno di una zona recintata, sll un pendio alla periferia del I borgo di A vio. Sul culmine svetta il mastio, robusto, con i muri di ottima fattura, e di pianta trapezoidale a spigoli illTotondati. Probabilmente è anteriore al resto delle costruzioni, dovutçl ad un vasto lavoro di recupero I nei primi anni del 1300, dopo che il castello era stato messo a fuoco da ' Bartolomeo della Scala. Accanto alla torre cbe termina con il campaniletto per la Campana del Giudizio si trovano i resti del Palazzetto Baronale. Vi sono ancora: la Torre della Picadora, detta così perchè qui venne impiccato qualche condannato (il castello fu alla ribalta delle cronache per alcuni celebri processi contro presunte streghe), trasformata oggi in residenza, e la Casa delle Guardie, architettonicamente poco appariscente ma ricca invece e preziosa per gli affreschi profani trecenteschi che la decorano. Un altro ciclo pittorico si trova nella "Camera dell' amore" all'ultimo piano del mastio. Dal 1977 il castello è di proprietà del F.A.I. Fondo per l'Ambiente Italiano che ha realizzato, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, una delicata e intelligente opera di restauro. Oggi è interamente visitabile. Accesso: da Sabbionara d'Avio, per ripida strada fino al parcheggio ai piedi del castello, da qui in pochi minuti al portale d'ingresso. E' aperto tutto l'anno, escluso gennaio. Chiuso lunedì. Informazioni: Tel. 0464-684453.
Il Castello di Rovereto
Il Castello di Rovereto, prototipo di fortezza quattrocentesca di confine, si erge sulla città, all'innesto della strada per il vicentino con quella del Brennero. Sul primitivo impianto medievale, tra il 400 e il 500, i Veneziani L'itinerario ideale inizia in Piazza del Duomo; la cattedrale fu innalzata dai maestri comacini a partire dal '200 per volere del Vescovo Vanga ed ha subìto, attraverso i secoli, qualche trasformazione: Nel '500 Bernerdo Cles cambia il tiburio, trasforma la parte alta del campanile (l'ottagono) e fa costruire il protiro gotico-rinascimentale; nel 1889 poi, ad opera dell' architetto triestino Enrico Nordio viene nuovamente modificato il tiburio ed il tetto, che ora si presenta a due spioventi. Nell'insieme, comunque, il Duomo presenta le caratteristiche dello stile romanico: mura robuste, finestre strette e profondamente strombate, lesene che scandiscono la facciata e archetti presso il tetto con colonnine binate. Stupendo è il rosone Costruirono Castel Veneto che ebbe sempre funzioni essenzialmente belliche anzichè residenziali. Fortificazioni mediante bastioni e poderosi torrioni sono testimonianza dell'opera di celebri architetti militari e dei sistemi di difesa messi in atto dopo la diffusione delle armi da fuoco. Difese che, tuttavia, non furono sufficienti a garantirne il possesso. Nel 1509 infatti, il castello passò alla casa d'Asburgo e, tranne in un breve periodo in cui venne occupato dai Francesi nel corso delle guerre napoleoniche, a loro rimase fino al termine della prima guerra mondiale. Restaurato nel dopoguerra, oggi il castello è di proprietà del Comune di Rovereto ed è sede del Museo Storico Italiano della Guerra. Nelle sale dei bastioni, che portano ancora il nome dei condottieri veneziani che le fecero costruire, si possono visitare una raccolta d'armi e l'esposizione di attrezzature, divise e documenti originali. Di particolare interesse è il Parco Artiglierie esposto nell'antico fossato. Accesso: a Rovereto, seguendo le indicazioni per Terragnolo e Vallarsa (Schio, Vicenza), a piedi da Piazza Podestà, Via della Terra, Via Castelbarco. Aperto da aprile a novembre. Informazioni: Te!. 0464-438100. Nei pressi di Rovereto una corona di nuclei fortificati è a controllo della valle; di essi, in molti casi, non restano che ruderi che rendono comunque l'idea della tormentosa storia di questi luoghi.
Castel Sajori
Nella valletta che congiunge Avio all'altopiano di Brentonico, Castel Sajori fu dei Castelbarco di Sabbionara e poi dei Veneziani. Abbandonato già ai primi del' 500. Il nome è la deformazione di San Giorgio, santo a cui probabilmente era dedicata la cappella del castello. E' raggiungibile con un sentiero dai casolari di Sajori, in un'ora circa.
Castel Chizzola
Sul fianco destro dell' Adige, a sud di Chizzola di A vio era originariamente formato da due parti, attualmente è ancora leggibile solo quella bassa. Era luogo di sosta per l'esazione di pedaggi, oggi è possibile distinguere qualche tratto di muro ai confini del piazzale dove si fermavano le carovane.
Castel Pradaglia
Ne restano solo pochi ruderi visibili anche dall'autostrada (a destra tra le uscite di Rovereto sud e Rovereto nord). Fu distrutto alla fine del XV secolo. Serviva per la difesa del Porto di sacco, dove aveva sede l'associazione dei battellieri che deteneva il monopolio del trasporto sull' Adige. A circa l km. da Isera è raggiungibile per sentiero in direzione di Ravazzone.
Castel Corvo
Posto su uno sperone isolato, sul fianco destro della Vai d' Adige, servi va a bloccare la strada che univa il paese di Lenzima con la Vai di Gresta. Ne restano solo i ruderi, raggiungibili da Lenzima sulla strada vecchia per Nomesino.
Castel Lizzana
Solo una muraglia ricorda ancora la vecchia fortificazione della famiglia Lizzana. I resti delle 4 cinte murate danno un' idea approssimativa di quello che doveva essere il castello nell' XI secolo quando dai Lizzana passò ai Castelbarco. Fu distrutto nel 1439 dai Veneziani e mai più ricostruito. AI suo posto nel 1936 venne invece edificato l'ossario che accoglie i resti dei caduti nella guerra 1915/1918. I ruderi sono accanto al monumento.
Castel Noarna
Conosciuto anche come Castelnuovo Lagarino è antichissimo, posto in un "luogo munito" romano, deve probabilmente il nome di "nuovo" ad una ricostruzione dei primi anni del XII secolo. Dopo un burrascoso medioevo, caratterizzato da lotte contro il Barbarossa, alla fine del XIII secolo passò ai Castelbarco e nel 1456 espugnato con le armi dai Lodron. Da Nicolò Lodron fu ampliato con nuovi settori e abbellito con affreschi di scuola michelangiolesca. Nel Giardino d'Inverno sono ben visibili gli stemmi dei Lodron, dei Castellalto e degli Arco. Nel 1647, la notte del 17 febbraio, il castello fu teatro del famoso processo alle streghe in seguito al quale cinque donne furono decapitate e bruciate. Il Castello, in buono stato di conservazione, è di proprietà privata. Accesso: Il castello si trova a circa 2 km. dal casello autostradale di Rovereto nord, in direzione Villa Lagarina, seguendo le indicazioni che conducono al Lago di Cei, si prende poi la strada per Noarna dove, a soli 500 mt., si trova il castello. Visite solo per gruppi previo accordo con la proprietà. Informazioni: Tel. 0464-435454.
Castel Beseno
E' il castello più maestoso, un vero e proprio complesso fortificato sulla collina che sbarra la Valle del Rio Cavallo verso la Folgaria e domina la VaI d'Adige. Non è certa la data di fondazione del suo primo presidio mentre si sa che le prime fortificazioni medievali sono a cavallo tra l'XI e il XII secolo, quando i feudatari erano i Beseno. Fu in seguito riscattato dalla Chiesa di Trento e dato ai Castelbarco, diventò roccaforte veneta e poi piazzaforte imperiale. Nel XV secolo divenne di proprietà di Jacopo Trapp, fedelissimo dell'Imperatore asburgico. Vera chiave per l'accesso a Trento, fu più volte impegnato in azioni belliche fino all 'ultima battaglia, quella del 1796 tra Napoleone e gli Austriaci. Il castello, donato nel 1973 dai Trapp alla Provincia Autonoma di Trento, è stato oggetto di numerosi e profondi restauri che hanno restituito alla collettività un inestimabile patrimonio culturale, tornato praticabile e visitabile. Accesso: da Besenello per strada stretta fino al parcheggio ai piedi della rocca, oppure 20 minuti a piedi per comoda passeggiata. (Sabato e festivi disponibile un bus navetta). Aperto da aprile a ottobre. Chiuso lunedì. Informazioni: Tel. 0464-84600.
Castel Pietra
Sorge ai piedi di Castel Beseno, oltre il Rio Cavallo, ed è costruito su enormi massi franosi caduti dal sovrastante Cengio Rosso. Segnava il confine tra la Repubblica di Venezia e il Principato Vescovile di Trento; per questo motivo fu teatro di importanti battaglie campali e di assedi memorabili. Sul muro della fortezza sono ancora visibili i segni dell 'ultima grande battaglia tra Austriaci e Francesi, nell'autunno del 1796. Era anticamente dotato di una massiccia muratura merlata (il Murazzo) che si allungava dal castello fino all' Adige bloccando in tal modo la Strada Imperiale. AI suo interno si trovano interessanti affreschi del quattrocento a decorazione della Sala del Giudizio ed ambienti notevoli come la Sala degli Armigeri. Sono ancora visibili anche le ardite scale, intagliate nella roccia viva, i meccanismi che governavano la chiusura della porta in ferro del Murazzo e la lugubre cantina dove si narra che i condannati fossero costretti a far girare la ruota di un mulino. Il castello, restaurato con il concorso finanziario della Provincia Autonoma di Trento, è di proprietà privata ed è abitato. Accesso: Immediatamente a lato (est) della Statale 12 del Brennero, 1 km. a sud di Calliano. Visite solo per gruppi, previo accordo con il proprietario. Informazioni: Tel. 0464-430363.
Castello del Buonconsiglio
Di grande significato storico, architettonico e artistico è il simbolo di Trento e della regione. Costruito da Sodegerio di Tito tra il 1239 e il 1255 per l'Imperatore Federico II, era chiamato del Malconsiglio (correzione latina del germanico "mallum" che vuoI dire pubblica adunanza). E' appoggiato alla cinta urbana e si compone di due cellule principali: il Castelvecchio, medievale, romanico-gotico e il Magno Palazzo, rinascimentale. Il Caste1vecchio, sorto attorno ad una torre alto-medievale, mostra chiaramente le fasi dell' innalzamento della cortina merlata romanica, le finestre a croce trecentesche e la loggia in puro stile gotico. Nella torre dell' aquila, presidio di una delle porte della città, si trova uno dei capolavori del gotico internazionale: "Il Ciclo dei mesi", dipinto nei primi anni del quattrocento dal maestro boemo Venceslao. Nel 1528 il Cardinale Bernardo da Cles dà inizio alla costruzione della nuova ala: il Magno Palazzo; vi lavorarono molti artisti famosi che lo abbellirono con cicli affrescati. A Bernardo Cles succedette Cristoforo Mandruzzo e sotto il suo principato si tenne il Concilio di Trento evento importantissimo che segnò il periodo più illustre della storia della città. Il castello divenne simbolo dell'irredentismo italiano in seguito all'esecuzione capitale di Damiano Chiesa, Cesare Battisti e Fabio Filzi ne11916. Conobbe un rapido degrado fino al 1973, quando passò alla Provincia Autonoma di Trento che avviò, con la collaborazione dello Stato, i lavori di restauro. Attualmente accoglie il Museo Provinciale d'Arte e il Museo Tridentino del Rinascimento e della Lotta per la Libertà. Accesso: a Trento, ai piedi della collina della Cervara, da Via Bernardo C1esio. Aperto tutto l'anno; da ottobre a marzo ore 9,00-12,00 e 14,00-17,00; da aprile a settembre ore 9,00-12,00 e 14,00-17,30. Chiuso lunedì. A nord di Trento si estende la Piana Rotaliana, dove un anello di castelli presidiava le strade che vi confluivano. Tra i vigneti di Faedo si staglia il Castello di Monreale dalla particolare merlatura scalare. Nella caverna naturale della rupe che sovrasta Mezzocorona si trova il Castello di San Gottardo, singolare costruzione castellana. Ai suoi piedi si trova Castel Firmian mentre chiude l'anello il Castello della Torre sopra Mezzolombardo.
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