storia dalle origini ai giorni nostri
Due città e due mari ne fanno un'unica gemma preziosa adagiata sul Mar Ionio. La Città Nuova, ancorata alla terraferma, e l'Isola della Città Vecchia separano la baia del Mar Grande dal Mar Piccolo, bacino lagunare interno, in comunicazione tramite il Ponte Girevole e quello "di Pietra". La leggenda la vuole fondata dai Pelasgi della vicina Satyrion, circa alla metà del III millennio a.C., oppure da Taras, figlio di Nettuno, sbarcato con la sua flotta in prossimità del fiume Tara, nel 2000 circa a.C. Numerosi reperti archeologici ne attestano, comunque, la frequentazione del territorio già nel IV millennio a.C., anche se la storia attribuisce la sua fondazione, nel 706 a.C., a coloni provenienti da Sparta e capeggiati da Falanto, un eroe dal nome, però, di origine messapica. Ben presto diventa il più fiorente centro della Magna Grecia - dal 1961 Taranto dedica a questa fase della sua storia un autorevole Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia - d'importanza culturale e strategica tale da competere con Roma. Tra il V e il IV secolo a.C., è interessata da un imponente sviluppo urbanistico verso oriente, divenuta l'acropoli, l'attuale Città Vecchia, insufficiente a contenerne la popolazione. L'espansione si spinse ben oltre la Concattedrale, come testimoniano i resti della cinta muraria che, partendo dall'istmo, chiudeva la città in un perimetro di circa 10 km. Sfidata senza successo da popoli vicini, nel 272 a.C., nonostante l'appoggio di Pirro, re d'Epiro, viene sottomessa dai romani cui tenterà invano di ribellarsi nel 212 a.C. consegnandosi ad Annibale. Lenta inizia la sua decadenza: divenuta provincia romana, conosce un lungo periodo di abbandono, in cui è facile preda di goti, longobardi e ungari. I saraceni la radono al suolo nel 927, ma, nel 967, l'imperatore di Bisanzio, Niceforo Foca, ne avvia la ricostruzione che ne limita lo sviluppo solo all'attuale Città Vecchia, per consentire una piena visibilità sugli attacchi nemici. In seguito, si alternano al suo potere normanni, svevi, angioini ed aragonesi, per ben quattro secoli di prosperità economica. Occupata nel 1502 dagli spagnoli, un nuovo periodo di abbandono è il risultato delle invasioni turche e francesi del XVI sec. e del Regno dei borboni (1734). Ma l'occupazione napoleonica del 1801 galvanizza la città bimare, ponendola al centro di nuovi equilibri geostrategici sul Mediterraneo. Una felice ma breve parentesi cui segue una nuova dominazione borbonica che abbrutisce ancora la città. Finalmente, l'annessione al Regno d'Italia e la conseguente abolizione dalla servitù militare (1865), le ridona vitalità per un rapido sviluppo economico ed urbanistico fuori degli antichi confini dell'Isola. Importante base navale, nel 1883 diventa sede di un grandioso Arsenale Militare e, dal secondo dopoguerra, porto commerciale. Presenza simbolo della città, Marina ed Aeronautica la rappresentano dall'epoca. Il complesso dell'ITALSIDER, oggi ILVA, ne fa, a partire dagli anni '60, uno dei maggiori centri siderurgici d'Italia e d'Europa, cui si affiancano grosse industrie metalmeccaniche e chimiche. Ma la crisi della siderurgia nazionale degli anni '80 le ha imposto la ricerca di nuovi scenari economici.
Taranto nel II millennio Oggi Taranto, in posizione dominante sul Golfo omonimo a 15 metri sul livello del mare, con spiagge meravigliose ed un ricco entroterra collinoso, scommette sul turismo ed ancora sull'industria alimentare legata alla fiorente agricoltura del suo territorio. Un unico grande capolavoro d'arte, è la Città Vecchia, dedalo di vicoli che continua a pulsare della genuinità delle sue tradizioni millenarie ed in cui convivono umili dimore e palazzi gentilizi spagnoleggianti, cappelle popolari, chiese e conventi maestosi. Fu Alfonso d'Aragona, nel 148O, a stabilire che Taranto fosse resa più sicura dal taglio dell'istmo tra i due mari ad est. Così, la città, divenuta un'isola artificiale, ebbe mura a strapiombo sul mare da ogni suo lato. Il Fosso - nome che aveva all'epoca - nel tempo sarà abbassato e approfondito sino a trasformarsi nell'odierno Canale Navigabile (1886). Il castello aragonese Vi si affaccia il Castel Sant'Angelo, conosciuto come Aragonese perché ricostruito da Ferdinando I d'Aragona, nel 1492, su un nucleo forse bizantino. Più volte trasformato nel corso dei secoli, presenta quattro torrioni cilindrici collegati da spesse cortine, che circondano un'ampia corte scoperta, d'estate palcoscenico di importanti manifestazioni culturali, tra cui il teatrale Magna Grecia Festival. Sede del Comando della Marina, conta anche la Cappella di San Leonardo, rifatta nel XVI sec., ma già esistente nel 1407, quando, pare, siano state celebrate le nozze di re Ladislao di Durazzo con la principessa di Taranto Maria d'Enghien.
da www.provincia.taranto.it
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