nelle prime vi furono sepolti i primi vescovi della città
Tra il 413 ed il 431 Giovanni I, vescovo di Napoli, fece traslare le reliquie di San Gennaro dalla sua prima tomba, situata nell'agro Marciano, alle catacombe, che furono per questo motivo dette di San Gennaro. Esse, le più importanti di Napoli, risalgono al II secolo d.C. e, fino all'VIII secolo, vi furono sepolti i primi vescovi della città. Le catacombe sono formate da due piani sovrapposti. Quello inferiore, il più antico, in origine era una tomba gentilizia; vi si nota un fonte battesimale fatto costruire, nel 762, dal vescovo Paolo II, che aveva dovuto abbandonare, a causa degli iconoclasti, la sede vescovile all'interno della città; il fonte battesimale doveva sostituire quello di San Giovanni in Fonte, situato nel duomo. Nel piano superiore, anch'esso originariamente un antico sepolcro, si possono ammirare due sale quadrate e una cupola con affreschi, oltre a due chiese, dette basilica dei vescovi e basilica maior.
Catacombe di San Gaudioso Queste catacombe si svilupparono attorno alla tomba di San Gaudioso eremita di origine africana, morto nel 452, e a quella di San Nostriano. Da ricordare i sedili in pietra dove nel Seicento, secondo un'usanza spagnola, venivano posti i cadaveri a disseccare, prima di murarli nella parete, lasciando fuori solo il teschio e dipingendo sul muro lo scheletro del defunto.
|