Prevalgono i Baschenis dinastia di pittori itineranti
Tempo ben speso in Val Rendena sarà quello dedicato all'arte e soprattutto a quella eseguita dai Baschenis, dinastia di pittori itineranti originari di Averaria, una località montana del Bergamasco. Essi affrescarono chiese e conventi in tutto il territorio trentino a partire dalla seconda metà del '400 fino alla metà del secolo successivo, concentrando i loro lavori in Val Giudicarie, in Val di Sole e in Val Rendena. Risalendo il Sarca, il primo incontro rendese con tali artisti avviene presso la località di Pelugo ove si trova la Chiesa Cimiteriale, dipinta sia all'interno che all'esterno da Dionisio Baschenis e dai suoi discepoli. Un gigantesco S. Cristoforo, presente spesso sulle chiese della valle, è firmato dal pittore (1493). Il "Sant' Antonio" (1474) sopra la porta d'accesso è opera più antica e porta la firma di un altro componente della famiglia, Cristoforo il Vecchio. La piccola chiesa, con il campanile cuspidale piramidale, è gotica su base romanica. La prossima tappa è Spiazzo con la Chiesa Pie vana costruita sul luogo dove S. Vigilio si dice abbia sofferto il martirio nel '400. Ricostruita e ampliata più volte, ha una definitiva forma rinascimentale e con la Cattedrale di Trento è luogo privilegiato per l'incontro con il Santo Vescovo Vigilio. I fedeli della Val Rendena hanno arricchito il tempio con splendide tele, affreschi ed altari e tutta la valle vi riconosce il proprio centro religioso. Alla chiesa cimiteriale di San Vigilio a Pinzolo ci si arriva toccando i tabernacoli della via Crucis, una via che si conclude sul Golgota, nella morte del Cristo; ed è proprio la morte che danza, trionfante, sulle pareti della chiesa, affrescate da Simone Baschenis nel 1539. Il Cristo risorgerà, indicando la via della salvezza, ma prima è necessario attraversare la cosiddetta porta stretta della morte. La falce della grande livellatrice colpisce tutti senza differenziazioni. E' un momento di meditazione che i Baschenis propongono: "lo sono la morte che porta corona e sono signora d'ogni persona". L'affresco della cosiddetta "Danza Macabra", occupa l'intera fascia al sommo della facciata sud per 21 mL di lunghezza, ed è articolata in 40 grandi figure: una galleria di personaggi di ogni tipo, dal Papa al mendicante che sono trascinati come in una danza da scheletri. Tutte le figure sono scandite da versetti, una sorta di didascalie sulla caducità delle cose terrene. Poi ancora affreschi: i sette peccati capitali, il S. Cristoforo e, all'interno dell'abside, la vita di S. Vigilio. Su una rupe di granito, sopra Carisolo, vi è la Chiesa cimiteriale di S. Stefano. Una Via Crucis conduce alle tre croci lignee di un Calvario. Sulla chiesa romanico-gotica ancora una "Danza Macabra" del 1519 e ancora storie di S. Stefano. Il resto è lasciato all'ammirazione e alla fede di chi si avvicina a questo monumento solitario e affacciato sul torrente. I richiami pittorici bascheniani entrano a pieno diritto nella cultura religiosa di ogni tempo invitando alla riflessione, alla preghiera e alla speranza. Troviamo altre tracce dei Baschenis anche nelle chiese di altri paesi della valle e precisamente a Giustino e a Massimeno.
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