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cenni di storia della località turistica
Importante località dell'Appennino Parmense, situata sulla destra della valle del torrente Manubiola, in prossimità della dorsale che separa la valle del Baganza da quella del Taro. Lo sviluppo del centro abitato è da collegarsi alla via di transito che, attraverso l'Appennino, metteva in comunicazione la Pianura Padana con la Toscana e quindi con Roma. L'arteria, già percorsa in epoca romana, assunse particolare importanza nei secco XI-XIII, quando divenne uno dei principali itinerari per i pellegrini che dall'Europa nord-occidentale si recavano a Roma (Via Francigena - Via di Monte Bardone - Strada Romea). La tradizione vuole che già nei primi anni dell'VIII secolo il re Liutprando facesse costruire, lungo la Strada Romea, un monastero presso il quale sostò Moderanno vescovo di Rennes, in viaggio per Roma. Questa prima abbazia, eretta sembra in località Tabemasco, fu poi trasferita nel luogo in cui sorge ora il Duomo e un documento dell’879 ne attesta la donazione da parte di Carlomanno ai vescovi di Parma. Nei secolo successivi Berceto fu al centro di aspre contese che portarono al succedersi, nella signoria del borgo, dei Rossi, Da Correggio, Fieschi, Dalla Scala. Dalla metà del XV sec., il paese potè finalmente godere di un periodo di stabilità politica e di pace; il feudo tornò infatti ai Rossi che restarono signori incontrastati fino al 1666, quando fu ceduto, per debiti, alla Camera Ducale. Il nucleo più antico del borgo, che si sviluppa lungo la stretta via che ricalca il tracciato della Strada Romea, conserva un patrimonio edilizio di estremo interesse. Modeste dimore medievali, pregevoli edifici rinascimentali, portali, finestre, elementi di arredo urbano, costituiscono un repertorio degli stili e delle tipologie architettoniche in uso nella montagna parmense nel periodo dal XII al XVII sec.. All'incrocio delle due arterie principali sorge il Duomo, il più insigne monumento del paese. La costruzione è databile, nell'impianto originario, al XII sec., ma ha subìto pesanti rifacimenti nel XV e XIX sec.; dell'edificio romanico rimangono alcune interessanti sculture fra cui la lunetta del portale in facciata raffigurante la "Crocefissione" (XII sec.) e una rara fomella con "Pavoni che si abbeverano ai fianchi della Croce" (VIII sec.). All'interno del Duomo si conservano la campana in bronzo fusa nel 1497, il "piviale di S. Moderanno", stoffa lucchese del XII sec. ed una preziosa raccolta di oggetti liturgici. Imboccando Via Pier Maria Rossi si giunge al Castello, quasi del tutto scomparso; esso venne costruito nei primi decenni del XIII secolo con torri merlate, poggianti su mura disposte a quadrilatero a mezzaconta di Ripasanta sul lato sinistro della Via Romea. L'amministrazione comunale di Berceto nel 1973 volle risanare quello che era rimasto dei bastioni togliendo la terra di riporto e portando alla luce nella loro imponenza le fondamenta dei bastioni.
Negli ultimi anni l'attività turistica, tradizionalmente sviluppata nel periodo estivo, è caratterizzata da una doppia stagionalità a seguito della creazione, sulle pendici del Monte Cervellino, di una moderna stazione sciistica con due impianti di risalita per circa 1000 persone di trasporto all'ora. Altre attrezzature sportive: 3 campi calcio, di cui l nel nuovo centro Chico Mendez, con anello da atletica; 3 campi da tennis, di cui 1 in sintetico coperto, 1 in terra ed 1 in cemento; una piscina; al Monte Crevellino 2 sciovie. Un forte richiamo turistico è anche esercitato dalla cucina tipica, che ha nel fungo porcino l'ingrediente d'elezione, e per la quale Berceto vanta locali famosi. Il Comune di Berceto comprende inoltre alcuni piccoli centri abitati particolarmente caratteristici del paesaggio parmense, che fanno da cornice ad una fedele e preziosa testimonianza storica che il turista, o il viandante moderno, ha dimostrato e dimostra di apprezzare.
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